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Ciò che disse il legno: Twin Peaks attraverso i monologhi della Signora Ceppo #9

Ogni episodio di Twin Peaks (in attesa dei nuovi, annunciati per quest’anno) è introdotto da un monologo di Margaret Lanterman, conosciuta da tutti come la Signora Ceppo perché gira abbracciando un ciocco di legno con cui si confida e dal quale ottiene rivelazioni. Potrebbe essere la pazza del paese, se a scarseggiare a Twin Peaks non fosse proprio la normalità. Quei monologhi, scritti dallo stesso Lynch, sono in definitiva una successione di poemetti in prosa, misteriosi, surreali, bellissimi. Hanno un valore poetico autonomo, e al tempo stesso sono una chiave di accesso al mondo immaginato dal regista e dai suoi collaboratori (Mark Frost, co-ideatore, su tutti). Dalle parole cercherò ogni volta di andare alla storia e ai personaggi, senza però svelare troppo per chi ancora ha la fortuna di non aver visto la serie. E tuttavia ogni spiegazione sarà solo l’inizio di qualcosa: nel linguaggio di Lynch, sia verbale che cinematografico, permane un residuo di non significato, un nodo di oscurità, un ceppo che non brucia e che parla.

cameriere

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[Episodio otto – Che il gigante sia con te]
Hello again. Can you see through a wall? Can you see through human skin? X-rays see through solid, or so-called solid objects. There are things in life that exist, and yet our eyes cannot see them. Have you ever seen something startling that others cannot see? Why are some things kept from our vision? Is life a puzzle? I am filled with questions. Sometimes my questions are answered. In my heart, I can tell if the answer is correct. I am my own judge. In a dream, are all the characters really you? Different aspects of you? Do answers come in dreams? One more thing: I grew up in the woods. I understand many things because of the woods. Trees standing together, growing alongside one another, providing so much. I chew pitch gum. On the outside, let’s say of the ponderosa pine, sometimes pitch oozes out. Runny pitch is no good to chew. Hard, brittle pitch is no good. But in between there exists a firm, slightly crusted pitch with such a flavor. This is the pitch I chew.

Ciao, nuovamente. Puoi vedere attraverso un muro? Puoi vedere attraverso la pelle umana? I raggi X vedono attraverso il solido, o i cosiddetti oggetti solidi. Ci sono cose nella vita che esistono e che tuttavia i nostri occhi non possono vedere. Sei mai stato sorpreso da qualcosa che gli altri non possono vedere? Perché ci sono cose nascoste alla nostra vista? La vita è un rompicapo? Sono piena di domande. Qualche volta le mie domande ottengono risposta. Nel mio cuore, so dire se la risposta è corretta. Sono il giudice di me stessa. In un sogno tutti i personaggi riconducono davvero a te? A diversi aspetti della tua personalità? Le risposte arrivano coi sogni? Un’altra cosa: io sono cresciuta nella foresta. Capisco molte cose grazie alla foresta. Gli alberi stanno insieme, crescono l’uno accanto all’altro, hanno tanto da offrire. Mastico gomma di resina. Sulla corteccia, diciamo del pino giallo, qualche volta la resina cola fuori. La resina che gocciola non è buona da masticare. La resina dura e croccante non è buona. Ma in mezzo esiste una resina soda, che forma una leggera crosta e ha una fragranza speciale. Questa è la resina che mastico. (trad. di Andrea Accardi e Alessandra Zarcone)
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Ricomincia Twin Peaks, e la Signora Ceppo, cordiale, ci saluta un’altra volta. Un istante dopo torna però a parlare oscuramente e con strani bagliori. Ci sono molte cose che non possiamo vedere, kept from our vision. I bagliori che cerchiamo non devono illuminare la sola materia, ma il nostro modo di trovarci in mezzo, di inserirci nel puzzleNei sogni c’è forse un’anticipazione di quelle risposte, ma nascosta, confusa, sottratta alla vista. La foresta di incongruenze che attraversano i personaggi ricorda quella dei sogni, è una foresta di allucinazioni e di apparenti assurdità. In questo episodio appare un gigante, e prima ancora un vecchio stordito. Forse lo stordimento del vecchio, il suo non capire l’evidente richiesta di aiuto dell’agente Cooper mostra meglio di qualunque altra scena quanto si è soli dentro un sogno. Ma qui si parla anche di foreste vere, di alberi che crescono insieme e producono tra le altre cose la resina che Margaret mastica (una Signora Ceppo che mastica resina d’albero). Ce ne sono di tre tipi: quella che cola dalla corteccia; un’altra dura e croccante, che si spezza; per le sue gomme serve quella di mezzo, lievemente incrostata. Questa è l’unica vita che possiamo permetterci, tra la durezza fragile del solido e la fluidità sfuggente del sogno, with such a flavor, in tanta fragranza di esserci e masticare.
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@Andrea Accardi
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