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. . da - Il vizio dell'inventario non coelum debes mutare, sed animum Seneca . . . . . . . . . . . . . . . . . 1. Come potrei dolcemente astratta dal finestrino del treno capire mimati bambini pronti a carpire così pazienti così impauriti vengono a cercarmi con calore di cagna (che inutile collage!) me futile vanesia snidata sniffata datata mi risalgo lentamente attentamente cupamuta sul ponte di Angkor Vat intrappolata tra le scaglie di drago / maschere spezzate / alberi furiosi / strabici templi / la dea millemanimillecuori mi rutta in faccia contumelie / serpenti dalle code di pietra / le lingue si alzano respirano nascosto / POICHÉ qui l'amore è libero né reggiseni né giarrettiere (donne scaltre come l'ultima Thulin) uggiosamente spalancate, poppe al vento senza alcuna pretesa di narrazione-statistica-critica schivano tutte le... e tu? in una s olida norma di deliri falliti gli occhi sigillati (fili delle ciglia nelle orecchie) (dita arrampicate ai peli della dea) (sbiancato) (pseudovermizzato) imbambolato con la faccina di topo tu..- . 2. ...deserto senza un pugno di erba materie prigionie croste inutilidisinquietanti (allucinanti) spessori rumori in una stanza fasciata di stracci e di sughero il giardino è un fascio di ortiche rimbalzano piume schizzano insetti le serrature sempre più piccole la sabbia gonfia come cenere: in questa muta direzione di ombre/dove non diventa buio / la duna non riempie le braccia je suis malade je vais mourir fuori del cancello astronomie segnate a carbone in uno schermo gigante beffarda incontenibile violenta con futuro fibrillare insidiosamente squarcia le gomme scardina il pipe line cancella le piste sventra cammelli assetati lacera veli neri ahimè! mancanza assoluta di pietas! nonostante tutto... la storia è lunga più lunga ...grido: incomprensibile per me e per voi... «me ne frego -- rispondi impassibile -- un amico giusto è il solo privilegio». . 3. fu così: strati e strati di meduse affastellate allacciate intrecciate spezzate spaccate infinite forme lunari / violacee / con punte ingigantite rimpicciolite / trasparenti cristalli / mobili come ragni / tonde come sfere / impazzite sull'alta marea (unica rete) tra un caldo odore di acqua malsana arcuata in lontananza turchinasupina e NOI le vedemmo cosa devo fare, domandavo -- avrei voluto sapere -- dai, Inge mi rispondeva, prendi gli strumenti, non mollare, afferrala MA SFUGGE MA? -- cosa? nerofumo biancopanna rosapelle cellulosa opaca orizzontale verticale longitudinale trasversale -- trastul- lati, ora: appena stringi ti schizza umore lattiginoso e sei finito finito all'infinito. C'è solo un'attesa suicida. . 4. certo, tutto questo è poco serio: oscenamente seduti tra le rose di Sana'a' (il mio atroce accento inglese sfrangiato da una certa molesta tenacia) senza desiderio senza curiosità senza allusioni I should like --- should you like? non risponde --- perché non risponde? BAH!!! Faccia a faccia coinvolti: siete miei ospiti / magnifica quell'aria da farfalla notturna / lo champagne dov'è lo champagne? / uno scorpione nella bottiglia? / . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . voci esaltate articolazioni rarefatte ci pisciamo addosso tra sogghigni aux lilas barbe impudiche di trentenni prodigio sfrontatezza abile di femmine rigonfie feticcio obbligato (danza cammina sorride) E ad un tratto, con un pugno secco, accidenti, butti giù la finestra di vetri colorati (tutta passione passione) spappolata così, per intero serata maligna, mentre slab slab... porcomondovagabondo... . Roma, 1980 ______________
di Raffaella Spera ho poche notizie oltre a quelle riportate in calce all’antologia “poesia italiana oggi”, a cura di Mario Lunetta, per la Newton Compton Editori, 1981.
Lo stesso problema circa l’irrintracciabilità di notizie e testi della Spera se l’era posto nel 2007 Stefano Guglielmin, che aveva già postato su blanc de te nuque le prime due parti de “il vizio dell’inventario”, sempre tratte dall’antologia curata da Lunetta.
Di certo sappiamo che è nata a Potenza ed ha vissuto per lungo tempo in Medio, Estremo Oriente ed Africa, per poi stabilirsi definitivamente a Roma dove ha codiretto la galleria Artanciel in via Margutta; la casa editrice Rossi & Spera; una collana di poesia per Carte Segrete.
Ha pubblicato diverse raccolte poetiche, tra cui ricordiamo:
Segni Minimi – Nuovedizioni Vallecchi 1975
Differenziato – Ed. Lacaita 1977
Zentrum – Ed. Carte Segrete 1979 – con incisioni all’acquaforte di Titina Maselli
E nel 2008 un romanzo, “Deserti” per la Manni Editore, con la prefazione di Mario Lunetta.
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Chiunque vorrà fornire ulteriori notizie sulla Spera, farà cosa gradita e utile alla poesia. (grazie)
nc
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p.s.: per Mario Lunetta si consiglia la lettura da “le reti di dedalus”
12 risposte a “Raffaella Spera – poesie (da riscoprire) (post di Natàlia Castaldi)”
una scoperta
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lo è stato anche per me, devo dire che ho la fortuna di avere avuto un nonno meraviglioso che non mi ha lasciato somme di denaro, ma una collezione di libri di poesia da far sbiancare una biblioteca comunale. Quando posso vado nella vecchia casa a scoprire veri gioielli, la Spera l’ho “conosciuta” lì.
grazie Gianni.*
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una scoperta anche per me, e da approfondire. grazie Natàlia (e grazie anche al nonno :-). se mai dovesse capitarmi per le mani qualche notizia o qualche testo, girovagando per biblioteche, non mancherò di avvertire. un caro saluto,
f.
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te ne sarò grata, Fabio.
un abbraccio
nc
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Cara Natàlia, la tua scoperta ha ‘aizzato’ la mia curiosità. Presumo che Raffaella Spera, come dimostra il sommario del numero 3 di Lettre International dell’inverno 1988 http://www.lettre.de/magazin/li-3 , alla sezione Gedichte (Poesie) fosse nota al pubblico di lingua tedesca: Lettre International è la stessa rivista sulla quale apparve dieci anni dopo, un anno prima dell’edizione italiane, “Gli Zingari e il Rinascimento” di Antonio Tabucchi.
Grazie per aver messo in moto la ricerca.
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:) bello vedere che la Spera fosse nota al pubblico tedesco, cosa che in vero non mi sorprende, almeno quanto non mi sorprende la dimenticanza tipica del pubblico-modaiolo italiano.
alla sezione Geditche ho notato la presenza anche di Dario Bellezza, il che mi ha fatto sorridere oltre ad accendere una lampadina. Quei- questi libri, da cui attingo e che devo a mio nonno, contengono all’interno altre chicche: ritagli di giornali, vecchie pagine culturali, recensioni da “L’Unità”… spesso corredate a penna da piccole critiche, per lo più “cattivelle”… all’interno di questa antologia ho trovato – appunto – una vecchia critica di Bellezza all’allora ultimo libro – Matinée – di Arbasino…. in calce mio nonno concludeva: “il più conosce il meno o, sempre usando proverbi, il bue dà del cornuto all’asino”
altri tempi, comunque, tempi in cui ci si poteva anche dare del bue e dell’asino ma la discussione era viva, attiva, presente; oggi solo piccoli elenchi o classifiche da mercato, e blog più o meno autoreferenziali – che, per fortuna, però ci sono, diversamente sarebbe il più totale silenzio.
amen
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Molto interessante. La trovo una poesia radiofonica, ma non nel senso commestibile del termine, piuttosto per la ritmica e le possibilità interpretative (vocali, anche se preferisco sempre una lettura piuttosto piana), Mi ricorda per certi aspetti il dimenticato (un altro) Gastone Monari. Grazie Natàlia per il suggerimento.
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“pur che tutti ridano”, sì.
grazie Daniele, per aver letto e per il tuo contributo alla memoria.
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Sono interessato direttamente a questo bel personaggio. Rappresentò la mia prima esperienza di editore, un editore-ragazzino posso ben dire! I ricordi sono ormai sbiaditi, ma come dimenticare la bella notte di San Silvestro, trascorsa assieme a Raffaella, Mario Lunetta, Carla Bertola, Gianni Toti e Alberto Vitacchio? Mi trovavo nella Capitale in compagnia della coppia torinese Bertola-Vitacchio, geniali redattori della rivista Offerta Speciale, ma ero lì anche perché avevo trattative con la Spera per curare una sua raccolta, che sarebbe stata pubblicata dai “Quaderni di Nuovo Ruolo”, una attivissima editrice artigianale appartenente al circolo culturale omonimo, di Forlì. In quell’occasione Mario Lunetta mi consegnò la prefazione a alla raccolta in questione.f I dirigenti del Nuovo Ruolo, nonostante la mia età giovane, mi affidarono quel compito, forse avendo compreso la mia predisposizione a quel tipo di lavoro. Raffaella era allora una bellissima donna di circa quarant’anni. Bella davvero, avrebbe potuto fare l’attrice. Colta, affettuosa e ospitale; fu una padrona di casa delicata e discreta. Purtroppo non ricordo più il titolo di quella sua opera, ma è assai probabile che il testo che voi qui presentate sia tratto da quel quaderno. Raffaella produceva un tipo di poesia sperimentale molto interessante, formato da testi lunghi, articolati, assai bene frantumati e variamente dislocati nella pagina bianca. Sono molto emozionato nel produrvi questi ricordi. Volevo molto bene anche al geniale Gianni Toti, molto attivo nella poesia visivo-cartaceo-sperimetale. Era pure un apprezzato regista di corti mandati in onda anche dalla Rai. Sono felice, e anche un po’ stupito, di questa vostra scoperta. Complimenti! Il Nuovo Ruolo, in quegli anni, produsse non pochi lavori di qualità. Gli autori? Flavio Ermini, Enzo Minarelli, Raffaella Di Ambra e tanti altri ancora. Mi fa piacere ricordare tutto ciò. E vorrei tanto sapere cosa fa oggi Raffaella, che spero in ottima forma. La ricordo con molto affetto. Purtroppo Nuovo Ruolo non esiste più da un sacco di anni. I tempi sono cambiati; il mondo pare davvero un altro pianeta e io mi sento il fantasma di me stesso.
Vostro Gianfranco
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Che bella testimonianza, Gianfranco! ti anticipo che alcuni dei nomi che hai fatto: Lunetta, Toti, Di Ambra e altri, sono attualmente materia delle mie prime letture, e prossimamente conto di “ospitarli” su Poetarum Silva per questa rubrica. Penso sia giusto mantenerne memoria, si tratta di un passato così recente da poterlo e doverlo custodire; sono le nostre radici e comprendere cosa eravamo ieri è fondamentale per capire cosa saremo domani.
un abbraccio
natàlia
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scopro una voce che non conoscevo. scopro pure che il mio editore ne fu editore. scopro che natàlia possiede gemme fortunatamente incastonate in una biblioteca destinata a regalarci molti tesori.
grazie nat. grazie fritz
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grazie a te, Fabiù!
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