[Con Mariasole Ariot prosegue la rubrica di poesia contemporanea di poeti nati negli anni ’80, cui Poetarum Silva si dedica ormai da mesi allo scopo di tracciare una mappatura delle poetiche attuali, affermando la necessità della presenza di voci giovani e fresche nel panorama contemporaneo.
In ordine sono stati pubblicati Fabio Teti, Greta Rosso, Valentina De Lisi, Chiara Daino, Domenico Ingenito, Simona Menicocci, Carmen Gallo, Francesco Terzago e Tommaso Di Dio . Per ciò che concerne i testi di Giovanni Catalano, Luigi Bosco e Luciano Mazziotta, in quanto redattori di Poetarum, si rimanda ai link di altri blog: Stroboscopio per Bosco, Imperfetta Ellisse per Catalano e La dimora del tempo sospeso per Mazziotta. Sempre su Poetarum Silva, sono stati inoltre segnalati da G. Montieri e N. Castaldi, Riccardo Raimondo e Nadia Tamanini.
Alla presente rubrica sono collegati una serie di eventi “sul campo”: reading e dibattiti, il primo dei quali, organizzato da Luciano Mazziotta, ha avuto sede a Palermo presso il Bar Libreria Garibaldi (che ringraziamo per oganizzazione impeccabile e disponibilità) lo scorso 27 dicembre, con la partecipazione di Mazziotta, Catalano, Mirrione, Del Lisi e Castaldi. Il prossimo appuntamento sarà organizzato entro la fine di gennaio presso la Libreria Tertulia di Catania, a breve vi daremo notizie precise sulla data dell’incontro e sui partecipanti – superfluo dire che sarà gradita ogni forma di collaborazione e partecipazione all’evento, a tal proposito potete scriverci alla mail redazionale poetarumsilva@babelfault.com , con l’oggetto “reading Catania”. ]
***
Leggendo ho appuntato dei vocaboli chiave: nebbia, margini, sogno/ sonno /sogno, occhio/i, buio, luce, neve, buche, fosse, incavo, corpo, grembo, stomaco, sangue, freddo… che mi restituiscono una poetica in equilibrio sui margini frastagliati, le linee di confine, tra apparentemente reale ed interiore, tra dentro e fuori da sé, nel tentativo di riallocare la veridicità del sentire al bordo del precipizio in cui il corpo si lascia andare alla percezione sensoriale, viva, pulsante, pur rinnegando se stesso. Una poetica al limite tra anoressia e bulimia, voglia spasmodica di contenere, (r)accogliere, per poi svuotare, affermando violentemente, crudamente, che l’apparenza è solo illusione, parvenza, gabbia di un vuoto a perdere capace di un sentire sanguigno e intenso, che ha altra sede, altro valore, altra necessità di chiarore, di libertà, di verità. Un simbolismo corporeo dell’immanente, dal quale partire e prendere le distanze, nel grido, nel dolore delle buche da riempire, nella voglia di custodire le memorie quasi fuggendone, in cerca dei luoghi della purezza sognata, attesa di un’infanzia tradita, che adesso appare gelida e logica nella sua fragile consistenza, quasi fosse neve.
nc
Il corpo, la violazione, l’assenza – Poesie ed elaborazioni grafiche di Mariasole Ariot
Maggio 1989 – ai margini

Nel tuo canto di neve, fratello
la pioggia gratta i gesti al capolinea, chiede che le buche vengano riempite, frana quando può. . Tra poco l’aria sarà gelida, il dislivello cederà altrove. Ciò che prima gridava alla nebbia ora è uscito da sepoltura. . Certo avevamo coppie da condannare, e non c’era un prestito al degrado. . Ma io ora parto, fratello l’ho deciso per un nome per le due immagini precipitate del nostro venire quassù a leccarci le ferite guardare l’ombra e masticare radici come fossero corteccia.*
L’uomo nato dall’occhio
I margini frastagliati dal recupero alla memoria, urlano alle notti per essere scorti appena. . La nebbia li schiaccia alle pareti il sonno richiama al sogno, il sogno si stringe nel sonno. . Ai figli dei figli era dato di vedere solo la luce dei corridoi, quando l'uomo dei grilli premeva grilletti a salve e la sorella dagli occhi lividi masticava l'erba per non sputare ai cani. . Poi si prendeva la barca, si scendeva nei garage del labirinto e si aspettava il suo arrivo. . Ciò che confonde il bello con l'oscenità dei passi, ciò che il pazzo ricuce nella notte disfa alla luce. . E' gelido il grembo di chi non è ancora nato.
*
Segni

Ciò che dall'interno preme -e sbuffa, e macina è un corpo lasciato a maggese un resto dei resti, del resto del tempo. Avevo gli anni delle scarpe senza tacco, il tubo digerente a comando, e la medicina pura dei controllori. . Lo svuotamento della rabbia ha una scimmia incastrata nella finestra, e la mia lingua è morta. . C'erano i colli, i collari, le macchine da presa, c'erano le volpi madri con la pelle scorticata per il sonno i dottori delle dieci di sera il carrello del pane e dei nervi tesi, la ragazzina del saliscendi che perdeva un corpo ad ogni passo, le cicche rubate dalle pozze il sangue a litri dei maiali appesi. Il retro. . I resti dello svuotamento con le Torri gemelle si prendevano a sassate, per la nostra entrata ci chiedevano un silenzio, non era bello marcire al sole. . Parlavamo di fuga fumando i salici e le piccole nostre macerie, le sbarre alle finestre c'erano solo per non far cadere troppo. . Il corpo un contenitore a posteriori, uno schiavo ricoperto di preghiere, la pioggia calda, le vacche al macello. . La finta della generazione morta, le braccia di chi mostra la faccia e la copre di cemento, sono maestri dello scambio, l'amore rovesciato alla risposta logica. . Ed è l'uscita dalle parti nella lapide del duemiladieci, quando nel dentro e fuori dei letti l'amante scompare nel fratello, il mio stomaco reclama.
*
Funebre
I raccoglitori di fiori
si atteggiano all’alba dei vecchi con carri mascherati, e cavità poco profonde. Celeri messaggeri dei semi e delle donne, ridono discutono all’infinito sull’esistenza dell’acqua..E il cielo in ombra e il tempo stretto e la vertigine non hanno tempo per aspettare il peggio. La terra è un canto adulto.*
Mariasole Ariot è nata nell’autunno del 1981 a Vicenza. Scrittrice e artista visiva ha pubblicato su Nazione Indiana, Primo Amore, Gamm, Arsmeteo e Metromorfosi. Per il disco “A Rotta Libera” dei Forasteri ha scritto musica e testo di In-versione.
Suona il pianoforte.
9 risposte a “Mariasole Ariot – Poeti e poetiche contemporanee – gli Under 30 (post di natàlia castaldi)”
“La terra è un canto adulto” quanto vero.
Molto interessanti i tuoi versi, Mariasole, e non resisto al dirti anche molto bello il tuo nome.
Grazie.
Grazie Nat.
clelia
"Mi piace""Mi piace"
Avevo già letto qualche testo di Mariasole.
Gran bel poetare.
Il nuovo anno incomincia bene!
Grazie;)
"Mi piace""Mi piace"
una scrittura particolare, fitta di immagini senza confini, quasi “in mescolanza”
grazie
Elina
"Mi piace""Mi piace"
questa credo sia adatta a musicare il senso.
un saluto a tutti.
nc
"Mi piace""Mi piace"
Mi è piaciuto tuttto quello che ho letto di suo, qui e altrove.
Dietro i versi, la “levità pensosa e acuminata” di chi affida alla scrittura il compito di “essere” – essere per aprire squarci, nelle coltri del senso.
“Funebre” è un piccolo gioiello, praticamente perfetta – per quel che mi riguarda.
Quel “tempo/tempo” della seconda strofa è un sicrono tra due tensioni destinate a non convergere, a divaricarsi: la poesia occupa lo spazio esatto di quella “apertura”.
Brava.
fm
"Mi piace""Mi piace"
Spero che Mariasole apprezzi i vostri commenti, per i quali vi ringrazio, per noi è stato un piacere ospitare i suoi lavori.
nc
"Mi piace""Mi piace"
Vi seguo, Natàlia, da un angolo di silenzio, timido. Ed è bello. Sono io che ringrazio voi.
Mariasole
"Mi piace""Mi piace"
Una bellissima proposta.
Ho apprezzato tutti i testi, ma “Segni” mi ha colpita in modo particolare:
Ed è l’uscita dalle parti
nella lapide del duemiladieci,
quando nel dentro e fuori dei letti
l’amante scompare nel fratello,
il mio stomaco reclama.
Complimenti a Mariasole, e grazie a Natàlia.
Stefania
"Mi piace""Mi piace"
[…] Daino, Domenico Ingenito, Simona Menicocci, Carmen Gallo, Francesco Terzago e Tommaso Di Dio e Mariasole Ariot. Per ciò che concerne i testi di Giovanni Catalano, Luigi Bosco e Luciano Mazziotta, in quanto […]
"Mi piace""Mi piace"