
Omonimia del transito
Il libro degli haiku bianchi di Nadia Agustoni
di Anna Maria Curci
“Dire la semplicità”: questa è l’impresa che i trentaquattro haiku irregolari di Nadia Agustoni affrontano, come dichiara l’autrice stessa nella nota iniziale, con la consueta frugalità piena, cifra del suo scrivere, dunque del suo esistere.
“Dire la semplicità” è “aria sui rami… puntura di vuoto”, eppure non è mai segno vuoto, in nessun caso un lancio a vuoto.
“Fora il silenzio” il segno, e la mente che lo descrive si fa, come programmaticamente svela il dodicesimo degli haiku bianchi,“omonimia del transito”. Sì, perché l’elegante ma deciso rifiuto della ridondanza, che caratterizza tutta la scrittura di Nadia Agustoni, non è qui soltanto l’ovvia conseguenza della forma espressiva scelta, ma è soprattutto l’occasione di un insospettato dispiegamento di corrispondenze.
Nella pratica che a volte accompagna le mie letture, quella della resa in lingua tedesca, è” l’omonimia del transito” a “versarsi- avverarsi” con particolare vigore, a dischiudere ulteriori ‘vie della conoscenza’.
La resa in lingua tedesca degli haiku bianchi mette a nudo l’omonimia di due voci ricorrenti: il colore “bianco” – che compare nella raccolta come aggettivo e come sostantivo – e il verbo “sa”, entrambi, semplicemente, “weiß” nella lingua d’arrivo.
Almeno sei haiku di Nadia Agustoni, nell’originale e nella traduzione in tedesco, ne sono una prova. Ne ho scelti due, che propongo di seguito. Grassetto e traduzione sono da imputare a chi scrive.
sedici
L’uccelletto
sa
il periplo della luce
il compiersi
estraneo
dell’ora
sechzehn
Das Vögelchen
weiß
das Umschiffen des Lichtes
das fremde
Eintreffen
der Stunde
trenta
Luce di cosa è il bianco?
Un cuneo o faglia:
versarsi di pazienza.
dreißig
Wovon ist das Weiß Licht?
Ein Keil oder Verwerfung:
Sich Ergießen von Geduld.
*Nadia Agustoni, Il libro degli haiku bianchi, Gazebo editore 2007
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Anna Maria Curci, agosto 2010
12 risposte a “Omonimia del transito”
Salve Nadia.
Approdo con gioia qua grazie alla comune amica Anna Maria.
Sei stata una scoperta gradevolissima, una di quelle che il web ( e forse solo lui) sa dare ancora.
Mi permetti di evidenziare da me?
Buon pranzo! A presto!
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Saluto gli amici del blog e ringrazio Anna Maria e Poetarum Silva.
@ Marzia
Per me va bene, ma il testo è di Anna Maria.
In ogni caso grazie e a presto.
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un piacere immenso averti qui.
grazie ad Anna Maria per questa lettura.
nc
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@Marzia: ti sono grata per l’iniziativa di evidenziare il post, la poesia di Nadia lo merita!
@Nadia, un saluto caloroso anche dalla frescura della ‘selva dei poeti’.
Un grazie di cuore all’instancabile ‘motore’ di questo blog di resistenza, Natàlia.
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Grazie Natalia.
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una scoperta che segna e in-segna
la pienezza delle cose semplicemente non ridondanti
un caro saluto
Elina
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Proprio così, Elina. Hai perfettamente reso l’essenza della poesia di Nadia Agustoni, che in altre raccolte (penso al Taccuino nero) sa rendere incisivamente attrito e ruvidezza.
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Va bene; grazie.:)
Provvederò quanto prima.
Con stima!
( scusami Nadia se son laconica, ma è l’afa: Anna Maria sa quanto so essere logorroica! ;) )
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Nadia è una voce matura e definita, e un suo grande pregio (fra gli altri) è di sapersi esprimere con strumenti molto diversi fra di loro.
Anche qui le rinnovo e ripeto tutta la mia stima.
Francesco t.
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[…] tutti a soffermarsi, soprattutto, su questo post , a mio avviso […]
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Ho letto con vero piacere e tornerò a rileggere ed approfondire.
Quanta delicatezza,
quanto pieno il tuo dire.
Grazie.
clelia
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Il linguaggio può creare l’illusione che la ridondanza espressiva conduca ad un dire più profondo. Niente di più errato! La semplicità di questi haiku nasce da un intimo equilibrio tra sostantivi e aggettivi eloquenti, sebbene insoliti nel loro straniamento di totale purezza. Essi non hanno bisogno di retorica, ma alludono alla comprensione universale del bello. Gli haiku di Nadia rivisitano perciò il concetto di ‘giardino zen’. Si esprimono nel silenzio che è sempre pieno di nomi (inespressi e inesprimibili), perciò è giusto quanto sostengono i saggi maestri, ovvero:” lo zen che puoi esprimere non è il vero zen”. Anche la parola di Nadia ha il potere di fare dunque il vuoto intorno del superfluo, con un’intimità preziosa e nuda evoca l’essere della poesia. Un ringraziamento ad Anna Maria ed a poetarum per la proposta pensosa e interessante. A tutti i convenuti un saluto. Marzia Alunni ( P.S. Formiamo… il club delle Marzie)
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