– Nie wieder Zensur in der Kunst –
Pubblicato il 12 marzo 2010 da Giovanni Catalano
La canzone del Severn
Il Severn era marrone e il Severn era blu –
non questo-poi-quello, non entrambi-l’uno o l’altro,
nessun rimescolamento. Due cose possono essere vere.
Le colline erano nuvole e la foschia era una riva.
Il Severn era acqua, l’acqua era fango
pieno di mulinelli fermi che non si riempivano,
il tipo d’acqua che è più denso del sangue.
Il fiume fluiva, fluiva da fermo,
l’increspatura di piena il suono d’un secco battito d’ali
con onde che non si infrangevano né cadevano.
Eravamo due piccoli particolari del mondo.
Eravamo vecchi, eravamo giovani, non avevamo età,
per un momento non facevamo nulla, né eravamo disfatti –
parole vinte, parole perdute, finché chi può dire
chi era il padre, chi era il figlio,
a una settimana, o a cinquant’anni, di distanza.
Ma l’acqua diceva terra e l’acqua diceva cielo.
Eravamo tutti gli uomini che siamo stati o vorremmo essere,
ogni angolo di luce che dice Tu, che dice Io,
e il mare era il fiume, il fiume era il mare.
(Traduzione di Giovanni Catalano)
Categoria: letture, poesia, TraduzioniTag: da leggere, Giovanni Catalano, letture, met(à)poesia, Philip Gross, poesia, poesia inglese, scritture, T.S. Eliot, Traduzioni
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