– Nie wieder Zensur in der Kunst –
Pubblicato il 16 gennaio 2010 da api
Ci fa trovare insieme
per le strade interrogato
punto unico fermaglio tra menzogne
di miriadi virgole pressate
che dividono giorno da giorno
ora da ora risveglio da notte… la fame.
E ci prende la sera senza avviso
con letargo di stomaci insani
vicini a precario pagliericcio
tra marciapiedi e sfacelo
dell’ultimo ininterrotto
brusio calpestato cammino incerto
di viandanti.
Ci porta lontano la fame
in quei sentieri segnati dal frastuono
di liberismo e dolo
sui nostri presenti vagabondi
sui solchi di terra non più arata
in oceano di timorose silenziose
urla d’ameba.
Sconosciute miserie cupe
velate frastornate esistenze
percorrono ed agitano
la città di buoni angeli stramazzati
su suolo povero rapinato depredato.
Spropositata…la fame!
Stessa comune distanza da cibo letto casa lavoro
diamo suono ai ventri vuoti
di tamburellante benigna attesa
pretesto di risposte ovvie
ad umanità violata o v u n q u e.
E ci troviamo insieme
trasportati da dita di merengue
nei viali seminati dai nostri passi
vita ritrovata bolle irrequiete
salti su fuochi tra cartoni e occhiate di bimbo
nutrito da madri feroci,
fiere indomate.
Categoria: poesiaTag: poesia, poesia civile
Il presente blog collettivo non è da ritenersi testata giornalistica, fondando la sua attività solo sulla libertà d’espressione creativa, che da sempre ha animato il progredire del pensiero universale.
ti ringrazio per porgerci i volti di una umanità sommersa (fino a che punto, poi…?)
per dare spazio alla dignità degli ultimi
gli affamati, i violati “o v u n q u e”
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Ho ospitato il testo di Api anche nel mio blog.Sono sempre disponibile a raccogliere la partecipata e viva testimonianza di chiunque si dichiari parte in causa quando l’altro, il non conosciuto altro, lo si riconosce come il più prossimo se stesso.
Ancora una volta ringrazio Api,per questo portare alla luce ciò che il potere vorrebbe tenere in ombra.ferni
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alcune delle mie cose, ferni, sono state ospitate da te. e ne sono felice. senza contare le volte che si ‘giocava’ a proseguire un discorso, ciascuna con le proprie parole, ma di fondo comune. e questo lo sa bene anche Elina.
ricordo ancora il piacere che provai nel tradurre un tuo testo nella mia lingua, il sardo nuorese…fu un divertimento, una grande soddisfazione! belle cose, ferni, che danno tanto!
a presto, api
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