, ,

Just dropped in – Intervista a Michela Dentamaro x Rina Edizioni (a cura di Annachiara Atzei)

“Uguaglianza letteraria”: di questa idea è convinta Michela Dentamaro, founder e direttrice editoriale di Rina Edizioni, che ha fatto della ricerca di autrici rimosse dal canone il centro del suo lavoro per riportare in libreria la preziosa eredità lasciata da intellettuali italiane e straniere che oggi vengono ripubblicate in due diverse collane: Libertarie – che conta i nomi di Caterina Saviane, Matilde Serao, Amanda Guglielminetti e altre ancora – e Água viva, curata da Luciano Funetta, con titoli come Kalpa Imperial, di Angélica Gorodischer. Le voci raccolte da Rina sono voci che arrivano da altri tempi e altri luoghi, ma che rivendicano il loro diritto di continuare a esserci, a parlare, a esprimere un pensiero che vuole permanere e ne ha tutte le carte. Non a caso – dice Dentamaro – un’ondata di recuperi ha travolto negli ultimi tempi il nostro panorama letterario.
La casa editrice indipendente romana, infatti, sceglie di non accettare manoscritti e proposte e continua a perseguire il suo obiettivo iniziale, cioè quello di restituire, con vera curiosità intellettuale, lo spazio tolto a scrittrici del passato e non solo, per riportarne alla luce identità e sensibilità.

 

Artwork by Julia Soboleva

 


Rina Edizioni è un progetto giovane, ma che ha già suscitato grande attenzione. Vuoi dirci di cosa si tratta?

Rina è una casa editrice che si concentra sulla riscoperta e sul recupero di scrittrici del passato e non, di scrittrici al margine e dimenticate, italiane e straniere. L’obiettivo è di restituire lo spazio rimosso a quel sotterraneo di scrittrici, e donne, per valorizzarne la ricchezza intellettuale e riappropriarsi di una preziosa eredità, identità e sensibilità che ci appartiene e che speriamo diventi sempre più presente.

Potremmo dire che Rina accomuna femminismi e ricerca?

Sì e no. Mi spiego: si abusa molto del termine femminismo ma non esiste concetto più vasto, complesso ed eterogeneo su cui ragionare. Non credo che Rina sia una casa editrice femminista nella sua accezione contemporanea poiché non si identifica con quella corrente di femminismo modaiolo neoliberista e individualista diffusosi fortemente in questi ultimi anni; lo scopo di Rina è restituire un piano di uguaglianza letteraria a quelle voci ingiustamente rimosse e farlo coinvolgendo e sensibilizzando tutti, donne e soprattutto uomini. Riguardo alla ricerca, è sicuramente la parte più affascinante e allo stesso tempo più delicata del lavoro.

Può considerarsi coraggioso, nel panorama editoriale attuale, fondare e dirigere una casa editrice come Rina?

Ogni piccola realtà che decide di rimanere il più possibile fedele al proprio progetto editoriale e mantenerne la coerenza, per quanto possibile, non solo rispetto alla linea ma anche a una scelta radicale di distribuzione, lavorerà sempre con più fatica e impegno per farsi spazio sul mercato e arrivare ai lettori. Poi se sei una donna, più o meno giovane, è ancora peggio.

In che senso si parla, oggi, di scrittrici dimenticate dal canone?

Domanda difficile a cui rispondere perché mi sembra che ormai la tendenza a parlare di scrittrici “dimenticate” sia estremamente diffusa, più per moda che per vero interesse a recuperare e diffondere. Sembra assurdo che ancora ci sia bisogno di lottare e di convince che le scrittrici (tutte) meritano di essere lette: purtroppo si mitizza e c’è poca curiosità intellettuale e molto appiattimento. Questo vale anche per gli scrittori “minori”. Ma se consideriamo il lato positivo, questa ondata editoriale di riscoperte ha permesso a quelle autrici e a quei libri di essere conosciute e letti. Credo sia necessario partire dalle scuole per cambiare la prospettiva.

C’è un volume, tra quelli pubblicati, al quale sei particolarmente legata e che suggeriresti subito di leggere?

Sicuramente Ore perse di Caterina Saviane; è il libro che rappresenta di più lo spirito di questo progetto. Ma anche Non sono vinta di D’Andrea e The Lost Luna Baedeker di Mina Loy.

 

Just dropped in
Intervista a cura di Annachiara Atzei

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.