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  • Dammi la pianta dei miei pensieri- fernirosso

    samgha- persona dimostrami il senso nella corsa dammi  caduti  e d(‘)anni nella bottiglia in quella poltiglia di inerti le farfalle inermi di quegli arti      colati all’interno        dammi l’ora l’oroscopo dei segni e d i l a v a      da  ciò che ancora non sono la paura come  un prato di erbe    gramigne Read more

  • Profondità – di Paolo Triulzi – articolo

    Lo straniero di Albert Camus. Solaris di Stanislaw Lem. Il processo di Franz Kafka.Questi sono i tre libri di cui consiglio fortemente la lettura e insieme, e altrettanto fortemente, la sconsiglio. Il consiglio e l’avvertimento promanano, in realtà, dallo stesso ordine di motivazioni. I testi che ho elencato sono tre riconosciuti capolavori della letteratura mondiale, Read more

  • fare silenzio

    angelo maggi s’imbandiscano tavolate di silenzio su di un terreno che non sia di sabbia! celebrarsi in automatico progressivo è come un abito che non indosso, un’ondata che non inzuppa il corpo, piume che non solleticano voli, solo distanza. ed allora sotto la pioggia! ché le sue gocce sono di natura benigna, detergente di stoviglie e pensieri, gli stessi con cui ci si nutre, spesso gratinandosi col niente. troppi plausi agli incroci casuali, salotti ricavati sotto semafori a ritmo alternato. meticolosa ricerca divisa a strappi coprendo di cenere i capelli del Read more

  • Cinque poesie

    12/09/’07 a dl Perché parlarne? Restano,d’accordo,ma esausti per continue richieste d’infinito silenziano i libri,la mente non pronuncia voto di obbedienza- guardali pure i venti ringhiosi,le brezze rinfrescanti, ma non schierarti: non ha prestigio,nome da difendere, non le importa se eccentrica la pensano o bislacca- parla da sola luce, a volte ride. 25/11/’07 a C. Rinnegano Read more

  • Un sogno dentro un sogno (Edgar Allan Poe)

    Questo mio bacio accogli sulla fronte! E, da te ora separandomi, lascia che io ti dica che non sbagli se pensi che furono un sogno i miei giorni; e, tuttavia, se la speranza volò via in una notte o in un giorno, in una visione o in nient’altro, è forse per questo meno svanita? Tutto Read more

  • “ciò che è stato”. Paul Celan: la poesia dopo Auschwitz (di Natàlia Castaldi)

    Quando Adorno scrisse «La critica della cultura si trova dinnanzi all’ultimo stadio di cultura e barbarie. Scrivere una poesia dopo Auschwitz è barbaro e ciò avvelena anche la stessa consapevolezza del perché è divenuto impossibile scrivere oggi poesie», non aveva ancora fatto i conti con la poetica di Paul Celan, con quel “ciò che è Read more