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Cos’è il poetry slam e perché sta diventando la moda del momento (di Maria Oppo)

Ascolteremo poesia nei bar il sabato sera e ci divertiremo a farlo: negli ultimi anni si è diffusa spontaneamente e in tutto il mondo una modalità nuova di fruire la poesia. Un fenomeno che tiene un piede ben saldo nelle avanguardie del mondo dello spettacolo e l’altro nelle radici della letteratura occidentale.
Il 20 luglio 1986 il poeta ed ex operaio statunitense Marc Kelly Smith, che amava organizzare reading di poesia in un famoso jazz club di Chicago chiamato Green Mill Cocktail Lounge, ebbe l’idea che avrebbe cambiato la sua vita. Stanco di vedere la poesia, che tanto lo appassionava, perdersi ogni sera sulle facce annoiate di una folla assente, introdusse una stravagante novità: esortò il pubblico a farsi parte del gioco, facendosi sentire con applausi e fischi. Inserì inoltre l’elemento della gara, assegnando agli spettatori delle lavagnette con cui potessero votare i poeti e le poetesse. Quell’esperimento, così bizzarro e dissacrante, trasformò le serate di lettura in una festa collettiva e diede il via a una rivoluzione: Marc Kelly Smith aveva inventato un genere e si era guadagnato il calzante, longevo, soprannome di Slam Papi.
In una fase successiva vennero definite le regole ufficiali del poetry slam (letteralmente “colpo poetico”) che ad oggi sono rimaste le stesse: sei poeti o poetesse, un pubblico e una giuria di cinque persone scelte in modo casuale che hanno il compito di ascoltare e mettere un voto. Dalla somma vengono poi esclusi il voto più basso e quello più alto portando i due performer più apprezzati al “duello” decisivo della finalissima. Ognuno dei poeti deve sottostare alle seguenti norme: solo testi propri, solo corpo e voce, nessun accompagnamento musicale o costumi di scena per un tempo limite di tre minuti, oltre i quali viene applicata una penalità al totale del voto. All’infuori di questi criteri vale tutto, qualsiasi cosa, senza alcuna limitazione di forma o contenuto. Gli spettatori, e questo è forse l’aspetto più peculiare, vengono incitati dall’Emcee (“master of ceremony”), a manifestare il proprio consenso o dissenso con urla e fischi.
Da quel momento lo slam conosce una diffusione vertiginosa, approdando nei teatri e nei bar, nei festival e nelle case dei privati, raccogliendo sempre più consenso. Anni dopo, il genere slam giunge finalmente in Italia ad opera di Lello Voce, poeta e perfomer che nel 2002 organizza il primo poetry slam locale in occasione del festival Romapoesia che fu soltanto il primo di migliaia di eventi simili che valgono l’accesso a un vero e proprio campionato nazionale, europeo e perfino mondiale. Ogni anno, infatti, con modalità di selezione non lontane da quelle dei classici tornei sportivi, la vittoria alla fase nazionale dà accesso a due possibilità: la Coupe du Monde de Slam che viene organizzata a Parigi e l’European Poetry Slam Championship, il quale a sua volta porta i primi dieci classificati al World Poetry Slam Championship, che nel 2023 si svolgerà a Rio de Janeiro.
Divenuta con il tempo una forma d’arte di portata internazionale, con esponenti da tutto il mondo, il poetry slam ha messo radici ovunque, in ogni edificio e spazio abitabile. Motivo per cui succede sempre più spesso di fermarsi per strada davanti a un qualche locale, incuriositi da un vociare strano, euforico, come il tifo della domenica ma con un timbro diverso, più spensierato. E a quel punto, entrando, può capitare di vedere una folla urlare di gioia per delle poesie, e nel prestare attenzione ai testi si scoprirà che trattano temi canonici della letteratura, come per esempio l’amore, la morte, l’infanzia. Ma anche poesie che parlano di natura, di frustrazione generazionale, poesie che sono riflessioni sul senso stesso di fare arte. Si possono perfino sentire, con una punta di incredulità, poesie dedicate a cose piccole, quotidiane e surreali, come il fascino dell’allitterante nome Uto Ughi o come il lieve imbarazzo esistenziale di salire sulla linea 90 a Milano, a tarda notte. Il poetry slam è così: sfaccettato e per sua natura puro, incompatibile con forme nocive di rivalità o personalismi. Si configura dunque come un fenomeno paradossale nel panorama artistico e letterario attuale, un atto spassionato e umile, un collante per migliaia di giovani e meno giovani che riesce nel miracolo di trasformare la poesia in un fenomeno pop. Altri indizi di un imminente rilancio del genere, del resto, ci sono e sono in aumento; ne è un esempio l’introduzione, nel 2022, della prima edizione del Premio Strega Poesia.
E poi c’è un altro fatto che vale la pena di essere evidenziato. In un Paese la cui percentuale di lettori è in calo da decenni e tra le più basse in Europa, infatti, è in corso un’eccellenza che diventa sempre più difficile da ignorare.
I campioni mondiali di poetry slam degli ultimi tre anni, quelli che sulla carta sono i migliori poeti performativi del mondo, sono tre italiani: Filippo Capobianco nel 2023, Lorenzo Maragoni nel 2022 e Giuliano Logos nel 2021, tutti nel contesto della Coupe du Monde a Parigi.
Ma di esempi virtuosi se ne potrebbero fare a decine. Giuliano Logos è anche fondatore di un collettivo nato a Roma nel 2018, WOW – Incendi Spontanei, che sta attirando l’attenzione dei principali circuiti culturali mondiali. Lui e Olympia – poetessa, attivista e vicepresidentessa del collettivo –, per esempio, sono stati invitati dagli Istituti Italiani di Cultura di Chicago, Washington e Los Angeles per portare in tour le loro performance. Filippo Capobianco nel settembre 2023 ha eseguito il suo spettacolo di poesia performativa Mia mamma fa il notaio, ma anche il risotto sull’importante palco del teatro Elfo Puccini di Milano. L’agenzia milanese SLAM Factory, fondata da uno dei principali autori italiani Paolo Agrati insieme con Ciccio Rigoli e Davide Passoni, allestisce da anni eventi slam e festival di poesia contemporanea ad altissimi livelli, tra cui lo Zelig Poetry Slam nonché il primo torneo televisivo di slam in assoluto. Il collettivo fiorentino dei Ripescati dalla Piena è stato invitato al Salone del Libro di Torino 2023 per organizzare il primo poetry slam della storia dell’evento. Ma sono solo degli esempi; ad oggi il numero dei collettivi in Italia è in costante aumento e copre la maggior parte del territorio italiano.

La premiazione di Gloria Riggio

Alle ultime finali nazionali della LIPS (Lega Italiana Poetry Slam), organizzate a Rimini dal collettivo Vividiversi e vinte dalla poetessa agrigentina Gloria Riggio, tra gli ospiti d’onore c’era Guido Catalano, slammer anch’esso oltre che scrittore. Altri slammer noti: il compianto intellettuale Nanni Balestrini è stato tra i primi a introdurre il poetry slam in Italia, e come lui anche l’autore romagnolo Roberto Mercadini. Sono ormai numerosissimi, infine, gli artisti slam che arrivano a pubblicare i propri versi presso piccole o medie case editrici, portando linfa nuova nel panorama editoriale. Per menzionarne uno, il già citato Lorenzo Maragoni ha esordito a maggio 2023 con il suo Poesie, però non troppo, edito da Interno Poesia. Subito dopo, a giugno, è uscito “LIPSink”, raccolta autoprodotta con le poesie scritte dai finalisti e le finaliste delle nazionali del 2022.

Il “caso slam” dunque, ha tutte le carte in regola per inserirsi ai vertici dei circuiti culturali e letterari italiani, fornendo autori e declinazioni completamente nuovi ma sempre fedeli al passato e alle origini antiche della poesia occidentale, la quale nacque orale molto prima dell’invenzione della scrittura e solo in seguito diventò segno grafico. Si presenta finalmente la possibilità, per un genere ormai di nicchia, di avvicinarsi ai livelli dell’interesse attualmente concesso alla prosa e di diventare nuovamente popolare e appassionante.
In una scena editoriale ferma da decenni, sulla quale inizia a scricchiolare il paradosso di una realtà ormai nutrita dai giovani ma ancora concepita per i non più giovani, diventa urgente aprirsi, almeno in parte, al nuovo. La situazione odierna, infatti, prevede un approccio legato a una visione miope e controproducente che, spingendo in alto solo nomi già affermati, rinforza un approccio elitario alla letteratura. Mentre, al contrario, puntare su un genere ancora capace di riempire i pub, i palazzetti e i garage può rappresentare un promettente inizio e un contributo per un futuro che sia paritario e intergenerazionale.
E da questo, in seguito, si potrà provare a ripartire.

 

Di Maria Oppo


In copertina: The solution by Anatol Knotek

Una replica a “Cos’è il poetry slam e perché sta diventando la moda del momento (di Maria Oppo)”

  1. Io credo che questo modo di fare poesia non c’entri proprio niente con la poesia, anzi la danneggi. Paradossalmente, nonostante stia “tornando di moda” temo non abbia mai passato un periodo così povero a livello qualitativo

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