‘Gli scomparsi’: Negoziando con le ombre, Margaret Atwood

Gli scomparsi sono i libri che non abbiamo mai saputo di voler ritrovare: libri dimenticati, libri fuori edizione, libri introvabili, libri mai tradottilibri trascuratiOgni settimana qualche brano da un libro“scomparso”, nella speranza che questo piccolo spazio nascosto possa contribuire a riesumarne qualcuno.

Edoardo Pisani

Le Muse, Jan Toorop

Il libro di oggi è Negoziando con le ombre, di Margaret Atwood, splendido saggio ormai introvabile che viaggia intorno e dentro la parola scritta e l’atto stesso di scrivere e di essere scrittori e (contemporaneamente) esseri umani.


Scrivere, gli scrittori, la vita degli scrittori, ammesso che questo non sia un ossimoro.
Quest’argomento è come un’Idra dalle molte teste, che fa crescere due altri significati impliciti non appena se ne demolisce uno?
O è più come l’angelo senza nome di
 Giacobbe, con il quale bisogna lottare finché non si viene benedetti? O è come Proteo, che deve essere afferrato con fermezza in tutti i suoi cambiamenti? Difficile da prendere, certo. Dove cominciare? Dall’estremità chiamata Scrivere, o da quella chiamata Scrittore? Dall’infinito o dal nome, dall’attività o da colui che la compie? E dove esattamente finisce uno e comincia l’altro?

§

Quanto allo scrivere, la maggior parte delle persone è segretamente convinta di avere un libro dentro di sé, che scriverebbero se solo riuscissero a trovare il tempo di farlo.
E c’è del vero in questa idea. Molti hanno davvero un libro dentro di sé: cioè, hanno fatto un’esperienza che altre persone potrebbero desiderare di leggere in un libro.
Ma
 non è la stessa cosa di “essere uno scrittore”.
O, per dirla in modo più sinistro: chiunque può scavare una fossa in un cimitero, ma non tutti sono becchini. Quest’ultimo ruolo richiede molta più resistenza e perseveranza.
È anche, a causa della natura dell’attività, un ruolo profondamente
 simbolico. Se sei un becchino, non sei solo una persona che scava. Porti sulle spalle il peso delle proiezioni delle altre persone, delle loro paure e fantasie e ansie e superstizioni. Rappresenti la mortalità, che ti piaccia o no.

§

Per esempio, c’è quella parola che inizia con la f.
Se sei una donna e scrivi, la
 combinazione di genere sessuale e vocazione fa di te automaticamente una femminista: che cosa significa questo, esattamente? Che non dovresti mettere una figura positiva d’uomo nei tuoi libri, anche se nella vita reale magari sei riuscita a scovarne uno o due esemplari? E se ammetti coraggiosamente di essere una fottuta femminista, in che modo questa autocategorizzazione dovrebbe influenzare la scelta del tuo guardaroba? Mi rendo conto che questo è un commento frivolo, ma se la questione del guardaroba è così frivola, allora perché tanti seri commentatori ne hanno ricavato lavori ideologici così approfonditi? E anche se non sei una fottuta femminista in senso etimologicamente stretto, ci saranno critici esagitati che (se metti nei tuoi libri un qualsiasi personaggio femminile che è infelice o uno maschile che non è positivo) ti prenderanno a legnate in testa sostenendo che lo sei, per il solo fatto che sei un esemplare sospetto di Donna Che Scrive?
Be’, probabilmente ce ne
 saranno. È già successo.

§

Tutti gli scrittori devono passare dall’adesso al c’era una volta; tutti devono passare dal qui al là; tutti devono scendere là dove sono tenute le storie; tutti devono stare attenti a non farsi catturare e immobilizzare dal passato. E tutti devono commettere ladrocini, o recuperi, a seconda di come li si vuole considerare. I morti possono anche far la guardia al tesoro, ma è un tesoro inutile se non può essere riportato nel regno dei vivi e non gli viene permesso di rientrare ancora una volta nel tempo, il che significa entrare nel regno degli spettatori, dei lettori, del cambiamento.
Potremmo proseguire rendendo esplicito ciò che è rimasto implicito. Potremmo parlare di ispirazione, o di trance e di visioni oniriche, o di formule e invocazioni, tutte cose connesse con tradizioni poetiche di antica scaturigine.
E poi potremo
 spingere un passo oltre, e parlare – come fanno in molti – del ruolo sciamanico dello scrittore.

(Negoziando con le ombre è un libro irrinunciabile per chiunque abbia amato Occhio di gatto o L’assassino cieco o L’altra Grace o qualsiasi altro romanzo o racconto o poesia di Atwood; è un saggio; è un manuale (ribelle) di letteratura; è un pamphlet politico e esistenziale ahinoi scomparso da tempo dalle librerie italiane e che perciò andrebbe senza dubbio ristampato).

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