
di Salvatore D’Angelo
Oggi i vivi si danno alla macchia
i volti cari gli amici gli estranei
l’uomo sul fondo il corvo che gracchia
sulle distese di vani terranei.
Per le strade vuote fa mulinello
– e fugge – il vento dalle finestre
murate a oriente sulle ginestre
marine ora fiorenti – il martello
la falce la stella – luce del giorno
e quant’altro che già sa d’impossibile
eppure tutto dal netto contorno
pare che non muoia – inestinguibile.
“I will survive” poi cantano in coro…
Qual è la notte che porta ristoro?

7 risposte a “Oggi i vivi si danno alla macchia (di Salvatore D’Angelo)”
E io mi faccio una bella dormita.
"Mi piace""Mi piace"
con buona pace nostra, Falcone.
s’adduorma.
"Mi piace""Mi piace"
Un sonetto trobadorico in endecasillabi atonali, con ironizzazione di forme stili e contenuti -stupendo :)
"Mi piace""Mi piace"
la falce la stella – luce del giorno
e quant’altro che già sa d’impossibile
eppure tutto dal netto contorno
pare che non muoia – inestinguibile.
Il martello, la falce …. sono categorie della mente, non muoiono, malgrado i tentativi di ufficializzarne il decesso, sono inestinguibili. Ma è anche vero che oggi è difficile trovarvi ristoro, perché pare che alla notte non segua mai l’alba.
"Mi piace""Mi piace"
@ginodicostanzo
è esattamente ciò che volevo dire,cercando di esprimere quel senso di malinconia e di surrealtà che ogni tanto prende a un vecchio liberal comunista come me, e quale mi ostino a essere nel fondo del cuore, magari ironizzandoci un po’ su.
grazie a daniele ventre e agli altri blogger per l’apprezzamento, a sergio falcone per la sua impressione e a natàlia per l’ospitalità.
"Mi piace""Mi piace"
un caro abbraccio, Sal!
a presto.
"Mi piace""Mi piace"
ci sei riuscito perfettamente ;-)
"Mi piace""Mi piace"