a Viola: grazie per l’eternità di ogni istante in cui mi sei stata vicina.
copertina VerdeAcqua, rigida appena,
scaffale 12: classici senza
tempo – etichettava quando voltò pagina
per entrare dove si sarebbero
prese per mano nel sapore acceso
del mattino.
Dunque, cominciò a reggere l’aurora
tra il freddo e le dita un tè bollente
– macchinetta, pochi cents, per farla breve:
il solito languore d’ossa.
Allora scrisse, come sempre scrisse,
con la profonda inutilità della
sua intuizione (che bene o male
qualcuno, prima, aveva già avuto
la medesima meglio riuscita ispirazione):
Mia Cara,
ci fu un mattino che come ogni mattino
raccolse ferocia e memoria,
poi venne l’acqua a ricucire gli occhi
alla ferita e di seguito furono
trapunta e piumino, la punta del naso,
una montagna di capelli, indifesi
come solo gli ombrelli spogliati dal vento.
La verità è sempre la solita vecchia
storia: Siamo nudi Piccoli grossi
Seni pronti ad allattare il Mondo al primo
Vagito finché non giungono Ruvidi i
saluti Neri Nei ai capezzoli Offerti
nel dove e nel quando la Vita incontra
l’insolenza delle cose rapide
[così inutili le più belle]
per dirsi l’eternità di un istante.
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Durutti Column – Blue
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la tempiternità, così è
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un abbraccio, Viola.
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bentornata Nat
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sei stata fondamentale, sappilo! grazie***
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ringrazia te stessa
…));
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