Lost in quotation (4)

(4)

Cantando nel sole, ridendo sotto la pioggia, scoprendo il chiaro di luna, rotolandosi nel grano. L’idea di omicidio evoca spesso l’idea di mare, di marinai. Venerdì sera sono andato a una festicciola a casa di un collega di lavoro. I pescatori – insinuai io – sono tradizionalmente incuranti della verità. Tutto quello che ho fatto io è stato, di tanto in tanto, desiderare con tutte le mie forze che morisse. Una parola di troppo, uno sguardo sbagliato, e il gruppo rischiava di disperdersi, tutti e ciascuno di corsa verso la propria macchina. Un vero e proprio miracolo. Non è durato, certo, ma è stato piuttosto convincente per qualche attimo. Il pesce che segue l’acqua vive nel tempo dell’acqua; più acqua non significa più tempo. Tutto sommato l’unica ragion d’essere della vita oppure di una storia è “cosa succede dopo?”.

Anche quel giorno, nel tardo pomeriggio, si incamminò per la via in salita. Non avrebbe dovuto prendere quella scorciatoia. La prima cosa che ho visto è il fumo. Una catena con un lucchetto chiudeva il cancello. L’erba bruciata in cima alla scogliera e la strada polverosa oltre il cancello. Non c’era miseria, ma neppure ricchezza. Era una gioia appiccare il fuoco.  Fossero i colori malinconici, fosse la luce pomeridiana pallida, anemica, estenuata dalla caligine: uomini e cose avevano qualcosa d’indifferente, di spento, di meccanico, quasi fossero parte della scena d’un teatro di marionette. Il sole spariva dietro le colline che limitavano la vista verso ponente. Il cielo sopra il porto aveva il colore della televisione sintonizzata su un canale morto. C’era di tutto, nel cielo.

Ma la processione su per il colle straniero, delimitata dai cipressi, sospinta dal monotono salmodiare del sacerdote e ritardata dalle soste alle quattordici stazioni. Fu lui che ebbe l’idea. Fu lui che mi disse di portarmi la vanga. E fu sempre lui che mi diede gli ordini, al momento buono, e le istruzioni del caso. È meglio essere invisibili. La cosa più abbondante sulla terra è il paesaggio. Anche se tutto il resto manca, di paesaggio ce n’è sempre stato d’avanzo, un’abbondanza che solo per un miracolo instancabile si spiega, giacché il paesaggio è senza dubbio precedente all’uomo e nonostante ciò, pur esistendo da tanto, non è esaurito ancora.

E sul porto ho trovato una strana, quasi consapevole rispondenza. Era un rumore sconosciuto e inquietante, un tuono lontano. Benché si fosse tolto la maglia della scuola, che ora gli penzolava da una mano, la camicia grigia gli stava appiccicata addosso, e i capelli gli erano come incollati sulla fronte. Attraversare un guado: era questo che mi veniva in mente quando ci ripensavo. Credere al progresso non significa credere che un progresso ci sia già stato. Molti si sentono soddisfatti del proprio lavoro perché credono di fare qualcosa di importante, qualcosa che vale la pena fare. Non cominciare con niente, non smettere con niente: ecco il migliore stile di vita. La vita, vedete, non è né così bella né così brutta come si crede. La vita è una perpetua distrazione, che non lascia neppur prendere coscienza di ciò da cui distrae. Alcuni avanzi di leggi di un antico popolo conquistatore. Offrono il vantaggio di far risparmiare tempo alla gente, perché non pretendono un’attenzione che si prolunghi per settimane e mesi. Mentre l’uovo cuoce, mentre aspettiamo che il numero chiamato si liberi (se è occupato). Dimentichiamo facilmente le nostre colpe quando siamo i soli a conoscerle. Dobbiamo convenire che l’errore è la radice costitutiva del pensiero umano e della sua storia. Spesso è necessario persino tornare sui propri passi per cercare un’altra via d’uscita, prima che la notte sia definitivamente nera, ma l’acqua sempre più alta e più agitata rende il ritorno ancora più pericoloso. Gli ho sparato negli occhi.

Chi può mai sapere perché facciamo le cose che facciamo?  Sono proprio le avversioni e i desideri non espressi ad arrivare più lontano e a indirizzare la nostra condotta, simili alle linee di un campo magnetico. Si sa che sono otto i colori che fanno il bianco. Il bianco è anche una specie di nero. Quando si riconosce che qualcosa è necessario si prova una sorta di libertà. Era forte. Era esultante. Era pronto. Sono pronto, si disse, e si chiese che cosa ciò significasse. È penoso considerare il problema di quanti sono morti, nel corso della storia, perché altri non fossero morti invano. Molte sono a questo mondo le opinioni, e una buona metà di esse appartengono a persone che non sono mai state nei guai. E su questo non c’è altro da pensare, mi pare.

La scuola era finita. I ragazzi, finalmente liberi, fluivano a schiere per il cortile lastricato e, usciti dal cancello, si separavano e si allontanavano in fretta, a destra e a sinistra. Nessuno sa cosa significhi essere perseguitato se non l’ha vissuto personalmente e se la persecuzione non è stata costante e attiva, realizzata deliberatamente e con determinazione e con vigore e senza sosta, con perseveranza o con fanatismo, come se i persecutori non avessero altro da fare nella vita che inseguire qualcuno e ancor prima cercarlo, stargli addosso, spiarne i movimenti, localizzarlo e al massimo aspettare l’occasione migliore per regolare i conti. A questo ci si riduce. Non molto tempo prima era una ragazza, una giovane donna, coi suoi pregi e i suoi difetti, fragile e dura, debole e forte. “Cosa c’è?” chiese lui. La stanza era al buio, ma poté vederle la faccia stravolta dal terrore. “Qualcuno ha tentato di aprire la porta”.  Dio solo sa, se non ce l’ho messa tutta per capire come va il mondo, addirittura me lo sentivo, che poteva girare bene. La donna china la testa con aria indifferente, come per nascondersi dalla voce dell’uomo. Ci sarà pure qualcosa di meglio alla tv. La cosa piu’ bella della televisione e’ che se qualcosa di importante accade in qualunque parte del mondo, giorno o notte, tu puoi sempre cambiare canale. Oppure, se proprio hai del tempo da buttare, che so, potresti iscriverti a un corso serale. Diventare un dottore. Così magari riesci a tirare su due soldi. Ti regali una cena fuori. Ti tingi i capelli. Tanto, ringiovanire non ringiovanisci. Il potere è stare in piedi all’angolo di una strada senza aspettare nessuno. Ma è una questione personale. È proprio questo l’effetto dell’istruzione. Rende il mondo intero qualcosa di personale.

Un suono acuto, come la sirena di una nave, ma più stridulo, mi scuote. E così, qui dunque viene la gente per vivere; crederei piuttosto che si muoia, qui. Sono uscito. Ho visto: ospedali. Ho visto un uomo che barcollava e cadeva. La gente gli si è raccolta intorno, mi è stato risparmiato il resto. Un tempo, se ben ricordo, la mia vita era un festino in cui tutti i cuori s’aprivano, in cui tutti i vini scorrevano. Conosco quella prospettiva da cui ogni cosa appare terrificante e misteriosa. Rifletti sull’eternità, considera, se ne sei capace, l’oblio, e tutto diventa un portento. Eppure in assoluta umiltà io dico che certe cose sono più straordinarie di altre e che io sono una di esse. Perché l’argomento presenta un’allettante combinazione di glamour intellettuale e glamour giornalistico; e perché le ragazze mi hanno sentito recensire libri alla radio o visto parlare di cultura alla televisione. Ero in piacevole compagnia. Il mio è un sentimento personale, irrilevante rispetto al mio scopo presente. È un sentimento così completo, così egoista che io quasi me ne vergogno mentre la tristezza mi è sempre parsa onorevole. Per aprire una strada si scelgono sempre delle giornate calme, affinché i venti non spazzino via le opere degli uomini. I fatti parlano da sé, si dice, ma i fatti che ci toccano da vicino parlano, mi pare, una lingua un po’ più volgare degli altri. La miglior cosa sarebbe scrivere gli avvenimenti giorno per giorno. Tenere un diario per vederci chiaro. Non lasciar sfuggire le sfumature, i piccoli fatti anche se non sembrano avere alcuna importanza, e soprattutto classificarli. È la stessa differenza che passa tra una camicia e una camicia di forza. In passato è stato particolarmente eccitante seguire un corso di probabilità e statistica: benché piuttosto brutto, mi insegnò che si potevano fare affermazioni precise e utili su un mondo incerto. Io non vi biasimo tanto per la vostra voracità, miei simili; questa è natura, e non c’è niente da fare; ma dominare questa cattiva natura, questo è il punto. Voi siete pescecani, certo; ma se dominate il pescecane in voi, allora siete angeli; perché tutti gli angeli non sono altro che pescecani ben dominati.

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