
Già, oggi i vivi si dànno alla macchia
i volti cari, gli amici, gli estranei
l’uomo sullo sfondo, il corvo che gracchia
sulla distesa di vani terrànei…
Per le strade vuote fa mulinello
e rifugge il vento, dalle finestre
murate a oriente, sulle ginestre
marine non più fiorenti; il martello
la falce la stella – luce del giorno
e quant’altro che già sa d’improbabile
-eppure tutto dal netto contorno
non pare che muoia, inestirpabile…
“I will survive” lì cantano in coro.
Qual è la notte che porta ristoro?
3.5. 2008
