Abstract book
“A volte mi sembra di toccarla la vita, attraverso l’analisi dell’otturatore che mi permette di intravederne il senso (spietato e patologico). Poi sposto la fotocamera, diniego il mirino, spengo l’accensione, quindi il suo momento vitale. E la vita finisce la sua bellezza proprio in quel momento, in cui pensavo di aver visto tutto e poi di colpo più niente. In questa mia visione, la macchina fotografica assume le sembianze di una protesi di un arto amputato che non c’è più; protesi che talune volte non mi serve, anzi mi disturba, tanto che la uso solo quando voglio. Spesso lascio la macchina fotografica di proposito a casa, appoggiata su un ripiano qualsiasi, con la ricarica elettrica volontariamente a secco. Poi sembra che stia lì a chiamarmi, a chiedermi spazio, uno sprazzo di luce o di ombra. E così ci incontriamo. Io e lei, andando nel resto del mondo” (gcf).



Una replica a “Presentazione “Circospette ombre”. Discussione sulla fotografia”
Ci vediamo tra qualche ora! Forza Giulia!!
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