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Lutz Seiler, Il peso del tempo

Lutz Seiler, Il peso del tempo

Nota di Anna Maria Curci

L’esordio nella narrativa di Lutz Seiler, tedesco di Gera, è prova di abilità non comune nel raccontare e conferma di una scrittura che già nella produzione lirica ha mostrato toni originali e convincenti .

Il titolo della raccolta è dato dal nome dell’ultimo, in ordine di apparizione, dei tredici racconti che la compongono: Die Zeitwaage, letteralmente “la bilancia del tempo”, un cronocomparatore, strumento che verifica, amplificandone i battiti, l’esatto funzionamento di un orologio.

Proprio il titolo mette in evidenza, in modo programmatico, due tratti caratteristici della raccolta: Il peso del tempo – questa è la scelta operata da Paola Del Zoppo per  la versione italiana – e la centralità, racconto per racconto, di un elemento: uno strumento di lavoro, appunto, ne Il cronocomparatore;  un animale, per la precisione un merlo, ne Il merlo della colpa e in Allora?; una poesia della grande tradizione lirica tedesca, Loreley di Heine, in Turksib, racconto con il quale Lutz Seiler si è aggiudicato il premio Ingeborg Bachmann nel 2007, il gioco degli scacchi ne La trilogia degli scacchi, composta da L’ultima volta, Gavroche, Il buon figliolo; un capo d’abbigliamento,  ne Il bacio sul cappuccio; un luogo, un ristorante sulla spiaggia californiana,  in Frank, primo racconto della raccolta, ambientato, a differenza degli altri, negli Stati Uniti.

La presenza di un elemento centrale intorno al quale ruota l’azione – si pensi alla “teoria del falco” di Paul Heyse – avvicina i racconti di Lutz Seiler alla classicità della produzione novellistica e a un altro autore di lingua tedesca, Ingo Schulze.  L’accostamento a Ingo Schulze non va fatto risalire esclusivamente al filo conduttore della raccolta – come in Semplici storie di Schulze la tensione, se non addirittura frizione,  tra passato e presente è vissuta da personaggi nati nella Germania dell’Est, nella ex–RDT – ma anche alla potenza dello sguardo, discreto e acuto allo stesso tempo.  Chi ha letto,  anche sullo slancio dell’interesse nei confronti di prospettive ‘altre’ sulla storia recente,  Semplici storie di Ingo Schulze, il romanzo Terra di conquista di Christoph Hein, le poesie Sponda occidentale di Volker Braun, ritrova qui una voce critica, profonda e mai urlata.

Una peculiarità della scrittura di Lutz Seiler, nella narrativa come nella poesia, è, accanto alla sapienza nel far dialogare piani temporali diversi e richiami al patrimonio letterario, la capacità di illuminare il punto di vista, raccontato con lucida sensibilità, di giovani e giovanissimi.

L’edizione italiana della raccolta si distingue per l’ottima traduzione di Paola Del Zoppo, che arricchisce l’opera con un dotto e utilissimo apparato di note esplicative.

Lutz Seiler, Il peso del tempo, edizione originale 2009, traduzione dal tedesco di Paola Del Zoppo, Roma, Del Vecchio, 2011, 222 p.

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Lutz Seiler (Gera, 1963) è uno dei più importanti scrittori contemporanei di lingua tedesca. Le sue poesie e i suoi racconti gli sono valsi numerosi riconoscimenti, tra i quali il PREMIO ANNA SEGHERS (2002), il PREMIO LETTERARIO DELLA CITTÀ DI BREMA (2004) e il PREMIO INGEBORG BACHMANN (2007). Con Il peso del tempo si è aggiudicato il prestigioso PREMIO FONTANE (2010) e il DEUTSCHER ERZÄHLERPREIS (2010), premio nazionale per la narrativa. Dal 1997 vive a Wilhelmshorst (Potsdam) nella casa/museo in cui abitò fino al 1971 il poeta dissidente Peter Huchel (1903–1981), divenuta, grazie all’attivo impegno di Seiler, un’importante istituzione nel panorama culturale della Germania contemporanea

3 risposte a “Lutz Seiler, Il peso del tempo”

  1. E’ una nota di lettura interessante questa. Mi incuriosisce doppiamente, primo perché è ben fatta e involgia alla lettura, il secondo motivo è che qualche giorno fa qualcuno, di cui ho molta stima, me ne ha parlato in maniera molto negativa. Per cui leggerlo è quasi un obbligo, ormai :-)

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