
Jacopo Ninni
Diecidita
ISBN 978-88-6300-027-6
Euro 10,00 – Pag. 66
1a edizione maggio 2011
(cliccando sulla copertina si apre il link per ordinare il libro)
.
.
Di tutte le impronte possibili su diecidita.
Prefazione di Natàlia Castaldi e OUTro di Alessandra Pigliaru
Intraprendere la lettura di una raccolta poetica necessita sempre un passo doppio, che nello scarto letterale rintracci tutte le possibili connessioni che fanno di quest’arte la voce più intima ed immediata dell’universalmente meravigliosa e colorata, dolorosa e cruda parabola spazio-temporale, che convenzionalmente chiamiamo vita e di cui, invano e consapevolmente, tentiamo di decifrare le aporie.
La raccontano in molti la verità Il dovere di non trasecolare. Il bisogno di non trascendere I colori delle tue abitudini Correre alla festa di tua figlia Contarne gli anni sulla punta dei capelli Aspettando che ti dica il nome giusto Prima di riprendere il respiro Provare poi a filtrare l’orologio Privare le lancette di ogni punta Scolorire il tempo di ogni goccia O stringere i riflessi al suo rintocco […]
Ma, in modo direi quasi prepotente, prescindere l’esperienza vita da quella poetica, nel caso di Diecidita, apparrebbe un’operazione forzata, innaturale, quasi priva di fondamento, giacché pensiero e parola appaiono cesellati e “musicati” per essere espressione l’uno dell’altra, senza mai perdere di tono, senza cadute né abbandoni, ma con un’alta e spontanea delicatezza, che si fa ricerca nella scelta di ogni nota, di ogni singolo suono.
Ho parole Divise da colpe scavate nel fango, Parole uniformi Alle voci Che sento aldilà Parole di fame E silenzi Spezzati a metà[…]
La scelta del verso libero affida al ritmo intrinseco al verbo, alla sua naturale espressione fonetica, il compito di “cantare” e “tra-durre” ogni sfumatura emotiva che pensiero e immagine esprimono, lasciando al lettore il compito di sussurrarne la verità senza dover ricorrere ad artifici declamatori, ma abbandonandosi ad una semplice lettura piana, che in sé rivela tutti i colori e le possibili intersezioni di luci ed ombre, consoni ad una vera sinfonia.
Confesso che ho cambiato casa stamattina Bruciato il letto e ogni spora estranea al tuo respiro Gli occhi rimasti ad indicare sulla porta Le stelle che mi hai chiesto di lasciare. Ecco è così che il cuore si separa Dal silenzio tuo addormito in quella cassa E io appeso al singhiozzo di ogni passo Conto il battere dei giorni, ritmo al tuo saluto Oggi è di qua che si va e ci si conserva Deviato è Il passo e poco oltre il cancello sei tu leggera sulla testa del corteo che guidi ogni lacrima ad attecchire ai muri […]
In questi versi a pulsare è la vita, intesa come percorso gravido di colori, speranze, sogni, umori, aspirazioni; dunque imprescindibile dagli schianti, dai dolori, dalle inevitabili mancanze.
[…] Pietra d’angolo la saliva Luce schiva, tu di paura Nel silenzio diluito e vaginale Ov’io m’addormo, tiepido Indole segreta il tuo sudarmi indomita tu e la tua ferita acerba Cantami la ruggine del sangue Ricamo e fonte del tuo respiro […]
La morte stessa acquista movenze sinuose e nitide, ed il dolore trova dignità nuova, lucida e sensibile che non può lasciare indifferenti dinanzi alla sua tensione mai melensa, mai languida ed abbandonata, ma – paradossalmente – vivida, vera, intensa, che sembra gridare la necessità del ricordo, la volontà di memoria, nonostante tutto, nonostante la speranza, che rigenerata dei sogni e delle movenze di dieci piccole dita, sussurra che c’è ancora percorso, che c’è ancora vita.
[…] Ho Briciole per terra per perderci nei sogni Dita fragili per conservarci appesi ad ogni attesa Una ferita gelida per ricordarci ad ogni fine Un bicchiere rotto, per annegarci ad ogni nuovo inizio. […]
Dunque perché Diecidita?
Dieci sono le dita bambine che tattilmente scoprono come giocare col mondo, dieci sono le dita che ancorano Jacopo alle stelle di una creatura da crescere, e dieci sono le dita di due mani che si intrecciano insieme, tenendosi per mano.
Ti sembreranno poche 10 dita A contare nelle sere quelle stelle e al meriggio, ogni fiore del tuo bosco. Scoprirai così, nella quiete di un sorriso la sorgente più profonda dei tuoi occhi per contenere il cielo e ogni suo orizzonte […]
E Diecidita perché attraverso dieci dita attuiamo la nostra prima ed infinita missione alla scoperta dello spazio che ci ospita e ci “dà luogo”, tastando e definendo le distanze tra tutto ciò che oggettivamente ci circonda e ciò che soggettivamente sentiamo di essere: materia di sogno, materia di sentimento, materia d’istinto e bisogno, materia di curioso esplorare, materia di conoscenza.
[…] Ho spazi e mani per contendere emozioni, contrasti alla tua bocca carezze ai tuoi silenzi. […]
Una nota a parte credo meriti la poesia – o sarebbe meglio dire le poesie (?) – “È bene che tu sappia”, in cui la fine di un amore è narrata con disincanto e crudezza “scenica”, cinematografica, in cui colori, graffi, odori, esperienze, ricordi, angoli di casa ed azioni, confluiscono in un narrato denso, tagliente, duro, che non giudica, non infierisce, eppure si mostra determinato a voler cacciare per ricostruire, consapevole della sua esperienza, dell’importanza che comunque ogni passo ha inciso, sia pure dolorosamente.
[…] Che ho cancellato l’unica poesia non perché incompiuta o scritta male Ma sterile, bugiarda, inutile, blasfema. Parlava di una donna che non c’era Di sensazioni provate con chiunque fragili e scontate, come le tue scuse davanti a un mondo offerto in poche righe […]
La caparbia volontà di sopravvivenza in Ninni supera ogni acredine attraverso la delicatezza d’animo sua propria, che traspare nella ponderatezza di ogni termine, che si rivela soppesato, calibrato ad esprimere i colori di ogni singola esperienza.
[…] Che questa casa ha già cambiato odori (La luce stessa vi traspira più leggera). E come i suoi colori, cambia il giardino. Non più il tuo arancio di calendule e tageti Ma un semplice, bianco profumato gelsomino E dell’orto che vantavi come impresa Resta un solco che non si lascia fecondare. […]
Ed il colore, difatti, è protagonista indiscusso di tutta la raccolta, dacché in essa si può perfettamente distinguere un piccola silloge Chromethica, attraverso la quale Ninni sembra rispondere alla fatidica domanda “qual è il tuo colore preferito?”, con una paradossale risposta: “il suo calore”. Ma cosa significa, “il suo calore”? È semplice: il colore, lo studio pittorico del colore che Ninni effettua attraverso la parola, tende ad affermare l’imprescindibile tra percezione visiva e affezione emotiva, che lega ogni esperienza sensibile alla sua interiorizzazione.
Dunque il rosso, sarà calore nella dimensione del fuoco, della passione, del desiderio, della rabbia;
[…] Ovunque tu Passi Calore, rosso di fuoco Di Terra su capelli Rossi Come tracce su lenzuola Raccolte Su rossi morbidi corpi In Calore di Silenziosi morbidi Colpi Come mattutini flebili Passi E ovunque tu vada […]
ed il bianco espressione percettiva della neve e dei silenzi, ma anche assenza di inchiostro, di suono, ed ancora luce, trascendenza ed inspiegabile memoria; poi ancora i blu e le svariate gradazioni dal cupo al trasparente azzurro che legano indissolubilmente elementi vitali quali acqua ed aria, alla materia di terra e cielo, reale ed ideale, tangibile ed “inspirabile” nel calore dell’irrimediabilmente infinito, etereo, inafferrabile.
A quest’ora che si orienta al gelido risveglio Ho una luna riflessa nel vetro Di un treno che infecondo sprofonda Nella liquida sonnambula aria Per plasmarsi in case.
E poi città. […]
Un lavoro complesso Diecidita, su cui scrivere è intraprendere lo stesso naturale percorso dell’autore, col rischio di perdersi, senza saper mettere un punto finché ci sia inchiostro per poter dire. Un lavoro del quale mi preme sottolineare il messaggio ultimo e complessivo di una speranza tutta terrena e vitale, ancorata al senso semplice di tutte le piccole impronte di un cammino, che ci sia concesso trattenere su diecidita.

2 risposte a “[novità editoriali] – Diecidita – di Jacopo Ninni – Ed. Smasher, 2011 (post di Natàlia Castaldi)”
Un bel libro!
Bravo Jacopo!
"Mi piace""Mi piace"
[…] qui la prefazione di Natàlia Castaldi […]
"Mi piace""Mi piace"