Poesie di Marco Aragno*
[Con Marco Aragno continua la seconda fase della rubrica di poesia contemporanea di poeti nati negli anni ’80. In ordine sono stati pubblicati Fabio Teti, Greta Rosso, Valentina De Lisi, Chiara Daino, Domenico Ingenito, Simona Menicocci, Carmen Gallo, Francesco Terzago, Tommaso Di Dio, Mariasole Ariot, Luca Minola e Alessandro Giammei, Anna Ruotolo, Michele Ortore, Alfonso Maria Petrosino, Sergio Garau e Marco Bini e Giuseppe Nava. Per ciò che concerne i testi di Giovanni Catalano, Luigi Bosco e Luciano Mazziotta, in quanto redattori di Poetarum, si rimanda ai link di altri blog: Stroboscopio per Bosco, Imperfetta Ellisse per Catalano e La dimora del tempo sospeso per Mazziotta. Sempre su Poetarum Silva, sono stati inoltre segnalati da G. Montieri e N. Castaldi Riccardo Raimondo e Nadia Tamanini. Si ricordano inoltre le due pubblicazioni di Natalia Castaldi focalizzate sui poeti di aerea sicula Domenico Stagno e Andrea Cangialosi.]
Zugunruhe
Solo da qui, da questa parte
voglio ripassare sul marciapiede
qui dove tra due palazzine
si rischiara il giallo dei platani
e pare quasi di tenerti nel tempo.
Tremano i nomi, Giulia
quelli che senti in una piazza
in un chiosco con i giornali
lasciati sui tavolini all’aperto.
Si resta soli la sera
quando intorno si fa la città
e si scrollano i piccioni dai rami.
*
Ma quant’è vaga nell’aria la luna
se le dita che allunghi
per entrare nel mondo
sfumano nelle nubi, nei cicloni
degli inverni che verranno.
Da qui, solo le luci delle auto
sui fianchi delle montagne
accendono tracce
che rompono il silenzio della neve.
Non posso che fare il tuo nome
nel cavo degli alberi
ricordare la storia coprendo
d’ombre la nudità della mia casa.
*
Capita spesso di incontrarsi
nel vetro dell’autobus,
l’ultimo della sera
quello che risale il sole scomparso
tra mille curve accavallate.
Così ti fermi nell’ora del guado
senza sapere
tra quante fermate finisca la città,
chi dovrà poi rimanere
tra i sedili deserti
ad immaginare lampioni nelle periferie
perché quelli del mattino
si possano svegliare
senza precipitare nel vuoto.
*
Al sonno la tua immagine s’arrende
e si divide sempre più dal volto
pallido che hai lasciato
nella forma delle mie mani.
Perché sei uscita fuori dai nomi, adesso
e come da un fondo
ti inoltri nel buio delle cose.
Ma posso crederti ancora qui
se in questa cella chiusa dal tempo
ti trattengo per i capelli
ti afferro che scivoli fuori dal mondo
nel colore che non distingue.
(Da Zugunruhe, Lietocolle, 2010)
Inediti:
*
Quando la nebbia fa eguali le cose
e annulla i segni dell’ultima estate
la casa a poco sparisce nel bianco
lasciando i corpi a fissare la pianura
eppure, chi attende vedrà mostrarsi
fra le brevi pause del vento
scheletri di grattacieli a mezz’aria
e qualche gru sospesa nel vuoto
là, dove un tempo avresti immaginato
un bosco, uno stormo in volo
e il mare scuro a scintillare fra i rami.
Souvenirs
Tu ritorni per caso, nel sapore
di una città dal nome impronunciabile
attraversata forse un giorno
lontanissimo di pioggia.
Ma sì! Eri lì, nel fiore di loto
di Angkor Wat, o all’ombra
dei contrafforti di Machu Picchu
quando s’annuvola e tira forte il vento.
Come fosse un modo, un esempio
per immaginarti fuori dal niente
per tenerti presente alle cose
quando mi ritrovo da solo
e ti scambio per qualcuno intravisto
all’interno della metro, in centro
qualcuno subito scomparso
sparito dietro un cappotto, un cappello
dileguato nel rosso di un foulard.
Exit
Forse ci risveglieranno dal neon
tutte quelle dita, il fruscìo che fanno
quando sfogliano copertine
di riviste poggiate sugli espositori
ai lati di bianchi corridoi.
Ma non sono da abitare
gli scaffali, le file interminabili
di carrelli riempiti da mani veloci
e svuotati nella calma dei parcheggi.
Anche l’altoparlante annuncia
che è l’ora di tornare
all’antico conforto delle case
agli interni con televisore.
E più perse saranno le madri
dei figli che disperate cercheranno
nel brusìo, all’uscita dei supermercati.
*Nota biografica
Marco Aragno è nato a Villaricca nel 1986 ed attualmente risiede a Giugliano In Campania, in provincia di Napoli. Ha vinto il terzo premio (sez. inedita) al ‘Premio Internazionale Mario Luzi’ nel 2008 ed è stato finalista al ‘Premio Nazionale Il Fiore’ nel 2010. Suoi inediti sono apparsi sulla rivista ‘Poeti e Poesia’ diretta da Elio Pecora (n. 19, 2010 e n.21, 2010), sul blog di poesia ‘absolutePoetry’ e su Inassenzadimetri a cura di Gianni Montieri. Ha pubblicato nel 2010 la sua prima raccolta di poesie (Zugunruhe, ed. Lietocolle).
2 risposte a “Poesie di Marco Aragno”
[…] Ruotolo, Michele Ortore, Alfonso Maria Petrosino, Sergio Garau e Marco Bini, Giuseppe Nava e Marco Aragno. Per ciò che concerne i testi di Giovanni Catalano, Luigi Bosco e Luciano Mazziotta, in quanto […]
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Dico solo che già al primo sguardo le ho adorate, davvero. Avverto molto vicina al mio sentire questa poetica del sonnambulico, delle “cose scure” che prendono corpo al calare del sole, del vivere interminabile e calmo sull’orlo dello sfacelo – che spesso si mostra a tratti – o della salvezza.. Spero di non aver travisato il significato delle poesie, Marco, se così fosse, chiedo scusa.
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