
Alcune cose
Carmine Vitale
poesie, anno 2010, Ed. L’Arcolaio
Scheda per l’acquisto del libro
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da Una terribile tenerezza
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* Ragù
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Agli angoli delle cose
pensavi mentre giravi il sugo;
un po’ alla volta se ne andava la memoria
come un geco all’alba nella tana.
Ti ricorderò come oggi in vita
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e domani vento e fiori di gerani rossi
impazza la solitudine verso quelle foto
come il profumo che fa male ogni domenica mattina.
Sono parole in anticipo sulla morte
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che mi vengono da un luogo angusto come il cuore,
da un dolore prematuro da un odore.
Con cura asciughi le macchie silenziose
.
sul bordo del lavello immacolato;
con cura riponi le stoviglie e
aggiungi un po’ d’amore,
sai che non mi basterà questa porzione.
I pugni stretti nella notte
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di una tachicardia da fumo
di un cane abbandonato nel giardino
di come quando ero un ragazzino
di quando le mosche mangiavano il cortile
e il pallone correva in diagonale verso il sole.
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Ad ogni pasto profumato
ad ogni età che se ne è andata,
verso casa ritorno con lo sguardo
e un’ultima girata a fuoco lento
mi dice di sperare che è lontano
il tempo delle more e degli addii
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***
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da Il tempo degli addii
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*Itinerario 1 (poche cose meravigliose)
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Lungo un marciapiedi una serie interminabile di divieti
– Leggi non scritte,
pretese umane
arbitrarie –
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È severamente vietato entrare –
ai trasgressori sarà
riservato.
Non sostare,
spazio privato
.
Ho la febbre bassa e l’odore del catrame.
Il cielo è bianco
le ossa del cranio mi fanno male
.
Ho in mente l’opera prima
il vecchio testamento,
il conficcare di oggetti aguzzi fino a penetrare
le macchine in fila che schiacciano gli alberi,
le formiche che evadono
la fretta di morire
.
Organico ,
indifferenziata
Riciclabile ,
vietata l’affissione
Il codice ,
la coordinata
.
L’esistenza.
Vietato scritto accanto alle cose.
Dalle case le luci gialle accese,
i fiori accartocciati
le preghiere alla fermata dei mezzi,
le molte lingue –
Si fa buio,
la freccia dice verso la stazione
.
Attraverso entrate uscite grate
Feritoie scale.
Un altro caffè un’altra vita.
E la natura morta.
Per divieto Per passo carrabile,
sotto la luce dell’insegna
è mancato all’affetto dei suoi cari
.
Vorrei rifare la prima elementare,
rimettere il grembiule
– spingere le lacrime.
È che le foglie sono rovesciate,
si rivoltano come le parole.
.
Su di una porta è scritto: entrare.
Su di una porta: uscire.
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***
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da Lo stato delle cose
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* Compagno Jack
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Hai lasciato la porta aperta
su un’altra america
in un bagno pubblico
con occhi che afferrano di azzurro solo le mattonelle.
Piove sui marciapiedi,
ho i piedi bagnati.
La guerra inizia silenziosa,
canta la tua voce
nella brina mattutina
su e giù per la città.
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Di inverni ne sono già passati tre.
Il tempo non boccia mai le sue stagioni.
È un potere che si arroga solo l’uomo;
Naso Aquilino visse pacificamente
fino al massacro di Sand Creek.
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Sembra il tuo ritratto.
Le parole hanno messo a ferro e fuoco
quel poco di me che ancora rimane.
Nonostante siano trascorsi quattro secoli di guerra,
tra indiani e visi pallidi,
un giorno ho capito.
.
Volevo che tu lo sapessi
.
(Per un compleanno di Jack Hirschman)
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Scrivere recensioni a libri di poesia mi è diventato noioso, insopportabile quanto leggerne, perché troppo spesso si percepisce, quasi fosse un dovere recensorio, quel dire tanto e troppo, fino a sovrapporre qualcosa in più e scovare qualcosa in meno, che in qualche misura aggiunga ciò che proprio non è necessario.
Quando ho ricevuto questo libro l’ho letto, l’ho divorato anche troppo in fretta, ché a volte la bellezza mette ansia che non fa centellinare. La poesia però va centellinata, presa e ripresa, poi lasciata a decantare, per tornarci su e provare nuovo stupore per le mille cose nuove che, nel tempo, ha lasciato maturare.
Secondo la mia balzana idea, Poesia è quanto di più fisso, flashiato, stimmatizzato eppure mai stabile, mai statico e in costante movimento ci possa essere. Perché? La domanda è da un milione di dollari, e la risposta quanto di più banale: perché la poesia cresce, accompagna e scandisce le tappe di chi la legge, non vedo che utilità potrebbe avere, diversamente.
Ricevuto il libro di Carmine e presa dalla foga della prima lettura, pensavo dunque di buttare giù una megarecensione al libro in quattro e quattr’otto, ché io ragiono per cose semplici e aritmetiche. Invece no, quel libro l’ho dovuto lasciare stare, l’ho dovuto mantenere presente e distante per mesi, aprendone una pagina a caso, quando ne sentivo il bisogno, per sentirmi spuntare un sorriso sulle labbra e raccogliermi in un dolore tutto mio, nascosto lì chissà poi come.
È strano come la semplicità di alcune cose possa stravolgere con tutto il suo profumo di pane, di ragù, di vite minuscole e quotidiane, che altrimenti avresti irrimediabilmente lasciato andare, nella stupidità del correre come “satelliti impazziti” nella morsa dell’approssimazione. Ma è proprio allora che le piccole cose sanno sferrare il colpo, entrando come una pagliuzza nell’occhio scoperto alla fragilità dell’esistenza, che vede, finalmente vede, la verità nuda di scoprirsi infinitesimali e profondi come l’universo che ci respira dentro.
E sembra di coglierla quella grandezza immensa che sta tutta nel palmo di una piccola mano giocata a carte con la guerra, che si rintana nel silenzio delle stelle ad aspettare una risposta che sa, sa bene, di non poter trovare se non al mattino, se non nel ricordo da custodire e nella tradizione (tra-duzione) di quell’essere tutto e niente, che ha spinto l’uomo alle più grandi e “normali” conquiste di coraggio e amore, che non c’è storia che possa fissare meglio dell’umanità di un semplice ricordo.
Ecco, io non citerò versi di questo libro, né parlerò di tecnica, metro inesistente, ritmo intrinseco e, a dio piacendo, quant’altro ancora; la sola cosa che intendo fare è invitarvi a comprarlo, non per mettere “un codice a barre” sulle “preghiere da esaudire” (come intelligentemente recita la bella lettera-prefazione di Francesco Forlani), ma perché possedere un pezzo di vita narrata con la tenerezza delle cose da riscoprire, può far bene quanto toccare il proprio dolore con la consapevolezza dei polpastrelli che ne registrino ogni piega, salvaguardando così quel valore ancora possibile in cui sperare: un’umanità infinita e minuscola, ancora degna del suo stesso nome.
Un libro da regalare, da passare di mano in mano, con il sorriso del bene.
Grazie, Carmine.
tua, natàlia.

14 risposte a “Alcune cose – di Carmine Vitale – Casa Ed. L’Arcolaio (post di natàlia castaldi)”
Sono parole in anticipo sulla morte
che mi vengono da un luogo angusto come il cuore,
da un dolore prematuro da un odore.
[…]
Sono poesie che lasciano il segno.
Davvero una bella proposta. Grazie Nat
anche per la nota, stupenda.
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La voce di Carmine è originale, mai scontata. Arriva, colpisce con versi lievi e incisivi al tempo stesso.
sì, una bella proposta (e una bella nota di lettura)
grazie
Stefania
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non è domenica senza ragù,
non è più ragù senza che non pensi al suo, nostro “ragù”
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anche l’immagine di copertina rivela subito l’intenzione di questo autore di parlare senza indugi:
mi piace molto il coraggio in poesia come nella vita. e tu Natalia, nella tua lieve nota, hai percepito questa umanità e questa semplicità – infinite – snocciolate dalle mani dell’autore per noi; cosa rara ai nostri giorni in cui le parole vengono usate per allontanarci dalla realtà invece di farcela guardare (e vivere) per quella che veramente è.
Ho la sensazione, leggendo i versi di questo autore, che sia in grado di fermare il tempo nel verso, per darci così l’opportunità di ragionare finalmente su noi stessi tramite le sue suggestioni.
M.
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“una terribile tenerezza” e una grande sincerità.
davvero un bel momento.
ha ragione massimiliano, le parole di carmine e la nota di natalia riportano ad una grande umanità, all’essenza delle cose.
meglio non so esprimere quello che sento, so solo che questa è la poesia (la vita) che amo.
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ringrazio Natalia per l’emozione che mi dà la sua parola
le sono grato per lo spazio e il tempo dedicato tante volte alla mia poesia
ancor più adesso che ho letto questa sua profonda accurata lettura del mio piccolo Alcune Cose
ha saputo con grande semplicità dire quello che volevo dire con le mie poesie
capire è amare
sostenere la poesia è un dono di pochi
natalia è una delle persone che ha amore da dare per la poesia e cuore per le letture
una persona da ringraziare ora sempre e cpomunque come faccio io qui adesso ora
un caro saluto e grazie ai commenti tutti
c.
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:-) io sono felice per le tue poesie, per il tuo libro, per la tua vita e la tua Gabriella e tutte quelle cose che ogni giorno registri per farne poesia. poi, mi hai insegnato tante cose ed bello ricordare, come tu qui insegni.
@ tutti… compratelo il libro, vale.
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La nota di Natàlia ricalca la grazia del far poesia di Carmine. E questo è bello perché in tal senso il profumo di sugo e quello dei fiori entrano in noi, anche secondo la riflessione critica, causando ancora di più l’effetto Proust. E di bisogno di entrare integralmente nella traccia della memoria, Dio sa quanto bisogno ne abbiamo oggi! Alcune cose riesce a farci far pace con i nostri periodi evolutivi, e salva soltanto i fattori positivi di cui dobbiamo essere fieri.
Un complimento alla cara Natàlia, senz’altro! Con convinzione.
A Carmine, di complimenti ne ho fatti tanti da fargli “montare la testa”. Sono orgoglioso di lui!
Gianfranco e il Suo Arcolaio!
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grazie a te, Gianfranco, al tuo lavoro.
a tutti, buonanotte.
(Marina Tsvetaeva)
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-);
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bellissime davvero, la poesie è nelle cose, non si inventa nulla, si crea la realtà che c’è. c’è molto amore qui. bellissima la recensione di Nat. un saluto a Gianfranco.
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daniele, viola, grazie
c.
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ciao mio caro editore
io sono felice di lavorare con te
abbraccioc
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belle le note di Nat, meglio la notte che cala giù, ora
carmine mi auguro per te e per il tuo libro tutto il bene che c’è
oltre a quanto ti ho scritto già
effeffe
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