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FEBBRE – di Gianni Montieri

Ho visto un video  girato in Libia
40 secondi, un foro nella testa di qualcuno
tanto sangue. L’ultimo fotogramma:
uomini che corrono, uno ha un morto in braccio.

Devo rivederlo molte volte
mi distraggo, arrivano mail
tossisco e ho finito lo sciroppo,
la tachipirina fa effetto, sudo.
Non mi guardo allo specchio
ma sento il pallore sul mio volto

c’è un massacro dietro casa
e io non trovo il certificato medico
non trovo nulla, mangio un biscotto
riguardo il video altre dieci volte
cosa provo? Orrore come tutti
sono una brava persona
il morto avrà avuto vent’anni
io ne ho quaranta, punto la sveglia
mi preparo una tisana.

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Gianni Montieri

19 risposte a “FEBBRE – di Gianni Montieri”

  1. ho riletto più volte Gianni
    è difficile lasciare un commento

    pensieri febbricitanti
    diretti e immediati

    il mediterraneo in fiamme
    la nostra mente che brucia
    di febbre e di orrore
    e la nostra impotenza

    e la meschinità
    di chi dovrà accogliere tanti rifugiati
    ma non vuole “disturbare”
    perchè la democrazia mica la puoi
    “esportare” ovunque.

    (grazie)

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  2. Come la cronaca s’infila nel nostro quotidiano e mette a nudo una realtà sconvolgente sia per il sangue sia per quanto sembra lontana dal nostro mondo. Senza rendersi conto che ci sta già coinvolgendo.

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  3. Taccio le parole che non oso pronunciare, le metto insieme alle tue nella mia testa, qualcuno, tu, è giusto che le dica in questo modo.

    Doris

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  4. il testo è tutto in quel riguardare il video 10 volte, un abbraccio Gianni, sperando che l’orrore finisca presto, V.

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  5. Ieri sera non sapevo ancora fossi malato, potevo però immaginare che stessi male. Quel “sono una brava persona” è un diretto ottimamente assestato.
    Io l’ho guardato una sola volta quel video. Non ce l’ho più fatta. Troppo rosso anche per una che ama il rosso.

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  6. Grazie Gianni.
    oggi come 20 anni fa, quando decisi di andare volontario nei campi profughi in ex jugoslavia.
    non è cambiato nulla e c’è sempre anche solo un proiettile di troppo

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  7. ti ho già scritto privatamente, nell’immediato, cosa penso di questa poesia nata di getto ed a caldo, quindi ripetermi pubblicamente mi mette a disagio, quasi io debba dirti pubblicamente quello che già sai che penso. Però non lasciarti un segno mi crea altrettanto disagio. Dunque ti abbraccio in totale condivisione di rabbia e orrore.

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  8. E’ molto faticoso, per me, rileggere questi versi. Questa poesia (come molte del resto) è esattamente il contrario di quello che dice il nono verso “Non mi guardo allo specchio”. A prescindere dall’orrore, sulla consapevolezza della nostra superficiailtà e debolezza, sulle quali è inutile tornare, è stupefacente scoprire un’altra volta, che quando si scrive con un minimo di decenza e di indecenza, ci si apre, sì è nudi totalmente. Questo mi affascina e mi spaventa ma pare che io non possa farne a meno.

    grazie a tutti

    gianni montieri

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  9. E non è mai facile Poetare Pensare Parlare – dell’orrore che imprime la retina e paralizza l’anima.
    M’inchino, in silenzio, Gianni – sperando nella fine di ogni massacro

    Abbraccio

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  10. la sensibilità del poeta in un tempo di distruzione, decentamento dei valori, di civiltà separate dalla non curanza dei “singoli”; oggi, in tale scenario di scomparse di quei pochi ( e qui l’amaro addio a Di Ruscio) che dell’impegno civile ne hanno fatto motivo di (r)esistenza, questo testo è un gesto di solidarietà che non andrà perduto, mai.

    Ciao, Gianni

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    • che l’uomo non sarà mai degno di dirsi tale fin quando non imparerà dalla sua storia, queste cose le abbiamo già vste, troppe volte, così tante da giurare sempre che sia l’ultima, fino alla prossima.

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  11. l’ho letta e riletta ed ogni volta la frase che colpisce e indica il nostro modo di comportarci nei confronti di ciò che accade intorno a noi
    C’è un massacro dietro casa…, mangio un biscotto

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