Chissà da quali siderali distanze, luoghi inaccessibili
sei cascata,
ignara d’ogni cosa
tra le pieghe di due corpi così umani.
Attraversare l’universo è un’impresa,
una sfida folle,
per ottenere qualcosa che non si sa cosa sia,
che non ha direzione, pensiero, emozione certa,
e solo poche pagine da scrivere.
Ma vivere è meglio che galleggiare
fra le onde di una sterile eternità;
percorrere un’incerta strada tra i boschi è eccitante
invece che vegetare in una perfezione fatta di sbadigli divini.
Forse temeraria e incosciente,
curiosa di esserci, finalmente,
dopo millenni metafisici di vita in potenza,
hai scavalcato, facciamo finta, le stelle,
le nubi, il cielo, gli uccelli e le galassie.
Era vano l’appello degli altri compagni lassù
a non abbandonare quell’eden di serenità
e a non sporcare di terra la tua anima.
Ma non ascoltasti i sospiri cosmici,
stanca di sbadigliare in attesa del tuo turno,
durante quell’appello lento e infinito
e del treno che non arrivava mai…
Chi sei, chi siamo, e perché chi lo sa;
prima niente, poi carne, poi di nuovo niente,
speranzosi soltanto di continuare ad avere
l’anima sporca di terra.

7 risposte a “Con l’anima sporca di terra”
Innanzi tutto complimenti. Trovo l’opera di una profondità direi quasi intima. Scritta in modo egregio con una forma che fa della musicalità il suo punto di forza.
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ti ringrazio molto perché nasce da un fatto assai intimi sul quale il rischio di fare retorica è sempre dietro l’angolo…
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complimenti, Giuseppe. C’è una purezza disarmante in questi tuoi versi, belli davvero.
ciao
stefania
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grazie, mi lusinga il tuo giudizio…
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Molto bella. Complimenti
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complimenti davvero. e, se posso dire la mia, la retorica a volte (ma solo a volte) può servire.
MS
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Grazie a entrambe; sì, Mary Simonetti, non sempre la retorica è una cosa negativa, è sufficiente farla vibrare lo stesso di qualcosa…
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