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Venezia, strana città – AA.VV.

Venezia, strana città. AA.VV.  – Cicero Editore , 2010

Venezia è una città inclinata, dove ogni cosa si mantiene in equilibrio appoggiandosi ad un’altra. Per questo non cadrà mai

(Riccardo Petito)

Prendete una quindicina d’autori,  date loro un argomento . Fate in modo che questo argomento, su cui scrivere, sia una città. Che questa città non corrisponda propriamente ai canoni standard. Levatevi lo sfizio di non far sapere a ogni autore ciò che  scriverà l’altro. Potrebbe venirne fuori un bel progetto, un libro addirittura. Il libro di cui vi parlo è nato così. Grazie a qualcuno che ha  avuto l’idea, la spinta propositiva e la volontà di portarla avanti. Questo qualcuno è Fabrizio Olivetti. Grafico, veneziano e art director del Comune di Venezia, ecco come introduce il libro:

Immaginare una propria Venezia, noi ci abbiamo provato: un grafico, un filosofo, un tipografo, scrittori, giornalisti, professionisti e professori. Qualcuno non è della città, nessuno sa quello che hanno scritto gli altri, non tutti si conoscono tra loro. . .  A questa raccolta abbiamo dato il titolo di << Venezia, strana città>>. Ma può essere che gli strani siamo noi. Buona visione.

Buona visione perché il libro è composto da  testi e illustrazioni. I brani che compongono il libro non si possono definire né racconti, né saggi brevi, né lettere. Almeno non nella maniera più tradizionale. Sono domande, risposte, critiche, dichiarazioni d’intenti e d’amore. Sono attese, ricordi, mugugni e carezze. Sono tutti molto differenti fra loro.

Guido Moltedo ad esempio, apre il suo racconto  “Venezianità” con un’affermazione che implica una critica profonda:

A Venezia i veneziani non ci sono. E non è solo colpa dei turisti che li sopraffanno e sommergono la loro città, come le alte maree che di tanto rinnovano la diffusa e consolidata apprensione – un classico stagionale – per una città destinata a sprofondare e che invece sta sempre lì gagliarda (e in questi allarmi si legge la preoccupazione per la sorte del suo patrimonio artistico più che dei suoi abitanti.

Massimo Cacciari nel suo “Alter Mundus” ne descrive l’essenza:

La sua bellezza illumina e occulta al tempo stesso, svela e allude, interroga e appaga. Oggi ancora, come ieri, Venezia è memoria e innovazione, è museo diffuso e luogo del vivere quotidiano, spazio teatrale e grande casa.

Annalisa Bruni in “Più che strana anfibia” evidenzia il contrasto fra chi vive la città per lavoro o per studio, e chi in città ci abita ma lavora in terraferma. Crticando e ironizzando.

Avanti e indietro, tra terra e acqua, tra acqua e terra, indietro e avanti. Un travaso continuo, un’osmosi perenne, fatta di ritardi, disagi, insofferenze e incazzature.

Diversa è la scelta dell’aspetto su cui soffermarsi ( si spazia, infatti,  dalle statistiche alla pura fantasia), diversi sono i colori, le sfumature.  Un punto in comune, però,  fra i testi c’è e sono molto contento che ci sia. Arrivati in fondo al libro, ci si accorge che per nessuno degli autori, Venezia è strana davvero. Venezia è soltanto diversa. Ha il “difetto” di essere unica. Meravigliosa e misteriosa, se volete. Ma se ci state per un po’, se girate per le calli, se cominciate a ricordare dietro un piccolo ponte cosa ci sia, se riuscite a farlo con un carretto della spesa pieno quel ponte, e a tenere almeno qualche minuto il passo dei veneziani, forse comincerete a capire che Venezia vive dentro la sua normalità. Una normalità che è più a portata di mano di quel che sembra. Questo è forse il messaggio da cogliere da questo bel libro. Venezia è città speciale che cerca, difende, vive una sua normalità.  Credo che questo sia l’algoritmo della sua meraviglia. Chi ha scritto, disegnato, per questo libro ha amato e ama questa città. Per questo l’ultima citazione dal libro la raccolgo dal brano di Anna Toscano “Venezia barometro quasi una dichiarazione”

Sarò ancora qui a domandarmi ma quando è stato che, alla luce del lampione che non c’è più a Punta della Dogana, le ho chiesto una promessa “non mi mancare mai troppo…”. E resto.

@ recensione di gianni montieri

Elenco autori : Fabrizio Olivetti, Massimo Cacciari, Guido Moltedo, Davide Lorenzon, Valter Baldassi, Federico Moro, Riccardo Petito, Annalisa Bruni, Paolo Canestrelli, Adelaide Fuga, Anna Toscano, Tiziana Agostini, Carlo Montanaro, Francesco Ranchio, Leopoldo Pietragnoli.

3 risposte a “Venezia, strana città – AA.VV.”

  1. Un libro che sicuramente mi piacerà avere. Ho sempre subito, abbandonandomi, il fascino di questa città veramente speciale.
    Passare da Roma a Venezia è un salto che coinvolge tutti i sensi.
    Passeggiare per la Giudecca, viverla con l’acqua alta e i pantaloni arrotolati è essere avvolti da un fascino che è melanconia vitale.
    Comprendo lo stralcio del brano di Anna Toscano: “Sarò ancora qui a domandarmi ma quando è stato che, alla luce del lampione che non c’è più a Punta della Dogana, le ho chiesto una promessa “non mi mancare mai troppo…”. E resto.”
    Grazie di questa lettura che non mi lasciata sola fra le parole.

    Elisabetta

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