“ma di tempi e di luoghi farmi corteccia”, ho voluto usare un mio verso e la bellissima foto di Elio Copetti, nell’introdurre questa breve raccolta di poesie di Sebastiano A. Patané, per il comune sentire “le cose” fino a farsene voce di pelle e ossa, sì da tentare l’azzardo di coniugarsi con il proprio stare al mondo.Vi invito a leggerle, solo questo.nc
Se ti fossi…
Se ti fossi cielo, se ti stessi accanto clamore e silenzio
certo di registrare ogni sorriso ai bordi del cammino
nello scarso senso della corteccia rotta…
.
Piegami di venti e piene, di venti e turbini senza più istantanee
con i respiri larghi delle mareggiate, molla e sostegno
della mia incertezza, lato di lati inaccessibili. Se ti fossi stella
se ti fossi panca, su me conteresti i petali mostrandomi la scelta
sotto la piega esatta del delizioso seno Riempimi di spezie
l’alchemico disagio, prendi e trascina tutte le sentenze, lasciale nei fossi
dai fuoco alle persiane chiuse e sveglia -che è l’ora- ogni circostanza
.
C’era un rifugio sul colle del mio cuore e se ti fossi mare o se ti fossi cielo
li ti propagherei in successioni d’amoroso estendersi verso l’altra forma
Chiara è la curva della ricorrenza che torna e reclama tutte le distanze
quando al passaggio delle margherite si spezzano i gialli per dar posto alla Gloria
*
Simmetrie
Guarda come raccolgono la luce le simmetriche geometrie della terra
e come – vedi – non soffrono questo nostro tempo…
Rincorri quel sogno Marta non temere la perfezione delle mosche e se ti chiedono, dì che sai volare!Nelle clamorose rotazioni dei dervisci crescono i venti
che apriranno le nuove curve del silenzio e più in là, verso il caos
un piccolo dardo accenderà la rosa
Rimandiamo ogni gesto alla prossima stagione notte regina,*
Sono stato a Mosca
.
Sono stato a Mosca ed era freddo
.
Come voi, anch’io curiosavo tra le gemme espressione di un tempo
o da sotto le cupole di questi santi amati a metà
ma c’era un profumo di ampio, di lontano,
di vero, perché sofferto, perché a lungo emanato e mai respirato
che insinuava l’importanza del vivere, il ruolo!
.
Sono stato a Mosca,
a partire da Tallin dove il blu è altra cosa
dove sul treno
l’uomo magro porta il the sul vassoio d’argento…ed un violino nell’aria…
e mille cartoline correvano la fuori, mille sogni e mille desideri.
Ed il profumo, ancora, di una spezia che sta nel cuore di quei russi,
in quelle donne color Matisse, in quel bianco che non è solo neve
.
A Mosca sono stato ed era forte il senso di Cecov
la smania di Esenin, il dolore di Lila; giravano tra le insegne
di Armani e le birre giovani di Nikol’skaya ulitsa
o tra le ambre della Neva. Era freddo
e una fiamma d’arsenico mi serrava la gola
quando sono stato a Mosca
*
Sopra il cielo
.
in questo cielo sotto casa dove si radunano gli anni persi
nei filtri ormai vinti dalla consapevolezza, i banchetti divorati dalle
amanti per cambiare
e i soliloqui che rotolano cotoni
in questo sotto casa che mai scolora si
abbeverano le illusioni
.
I morti stanno sopra i tetti, antenne vigili, in un cielo
condominiale a circuito chiuso e da li tentano
ingressi onirici per quotidiane profezie
.
Nemmeno gli occhi lunghi sfuggono le giostre
che incastrano nel vuoto
quel pensiero oltre l’uomo, quelle simmetrie di sassi
qualche piano sopra il cielo
*
La raffineria di Sannazzaro
.
Ero lì
C’ero anch’io tra i fumi solfurei ed i camminatoi unti d’olio
A destra e a sinistra solo tubi e pompe, premesse al consumismo
e rari germogli avvelenati di cristalli frettolosi
Oltre la cortina, più in là degli occhi, nell’impalpabile memoria
dei numeri a venire, c’eri tu!
.
I rumori, le canzoni in media frequenza, le cinture di sicurezza
certo non profumavano di te. Intanto eri là con le tue mani
e tutto l’armamentario di sensi che mi avrebbe invaso
.
E tu, chissà, guardavi dalla tua luna quegli strani movimenti
di gru e di braccia confusi dalle ciminiere e da un pulsare nuovo del cuore…
quanto ci siamo avvicinati per poi allontanarci e di nuovo sorprenderci vicini
e tutto questo solo per un veleno che nemmeno la raffineria di Sannazzaro
.
riusciva a processare?
Eppure, se di questo scrivo, t’amo ancora
*
La stazione di Lagonegro
.
La stazione di Lagonegro ha tre occhi e un ombrello
e nessun tappeto rosso sopra o sotto il marciapiede
.
(Ho cercato ovunque una ragione per dire
– finiamola una buona volta con questo cuore –
perché ho dentro tutte le pietre e tutti i fiori, le colpe e i canti.
Ma a che servono adesso che non ho un “dentro”
da svuotare o riempire?)
.
Racconta molto la Stazione di Lagonegro, confine di due menti
cambio di pensiero tra sonnecchiante sei del mattino e
schifoso odore di caffè
ma non c’entrano i gerani , il macchinista, il freddo…
.
(Ti rubo un tempo nel tempo,
porto via qualche attimo per scansare la tristezza. Nulla più.)
.
Tutto quel grigiocadmio del cielo grava sui tetti come se volesse,
come se potesse violentare il mondo
o sono gli occhi lasciati sui divani volanti che vedono la parte bassa
dell’arcobaleno?
Non ci sono richiami nelle scritte sui muri o negli alberi dei “ti amo”
nati morti per arricchimento e constatazione
.
(Dimenticanza. Oh nume! lasciami pensare che sono ancora vivo
nel mio bell’inferno, seppur senza cavallo e dama nella torre.
Che sia una parola, menzogna o no, a darmi la speranza.)
.
La stazione di Lagonegro ha un ombrello e tre occhi
e mi spia.
*
Poligono di tiro
.
Non mi distraggono le confuse direzioni delle rane
quando tra le canne cerco volti o almeno parvenze
di qualcosa che ancora mi somigli
.
e perdersi fra titoli nelle librerie tra le fessure delle persiane
per facili chiusure alle democrazie alle diatribe popolari
ma non alle spore della solitudine per quelle, è vero
ci vogliono clessidre goniometri e provette numerate
così da vedere i gradi della mente lucida e decidere
quando e se scrivere questa poesia
.
Le tracce si smarcano man mano le percorri
nei repertori triti e ripassati mille volte
e bisogna dire basta alle interferenze
bisogna che si spezzi l’angolo che torna
riprendere quei fili già mollicci, tenderli oppure
rimanere sagoma concentrica sul treppiedi monco
________________________
Sebastiano A. Patanè, nasce a Catania nel 1953 sotto l’acquario di febbraio. Fin da giovanissimo coltiva la passione delle lettere che comincerà a sviluppare con impegno negli anni ‘80 quando fonda il centro culturale e d’arte “Nuova Arcadia”
Presente in diverse riviste ed antologie del periodo e nel pieno di una fervida attività, abbandonò la scrittura a causa della separazione dalla moglie e cominciò a viaggiare per il mondo. Quindici anni dopo, nel 2008, riprende a scrivere con l’intenzione di non smettere più.
Articoli e presenze
M. Longo – “Pace perduta” – in “Settegiorni” – # 2 – Gen 1984 – Catania
F. Coppone – “Il Dimensionismo” – Lettura – Archivio de “La Crisalide” 1984 – Catania
V. Gatto – Nota a “Gerusalemme” lettura – Archivio de “La Crisalide” 1984 – Catania
F. Coppone – Presentazione a “Poesie” – lettura – Archivio de “La Crisalide” 1984 – Catania
V. Gatto – Presentazione a “Elegia d’amore” – lett. -Archivio de “La Crisalide” 1984 – Catania
G. Massarelli – in “Il Pungolo Verde” – # 1 – Gen 1985
G. Alaimo – in “La Torre” – # 1 – Gen 1985 – Agrigento
F. Coppone – Poetica di S. A. Patanè – in “Sicilia Oggi” – # 172/2 – 1985 – Catania
A . Pesciarelli – “ Radiazioni” – in “Il Mulino letterario” – # 8 – Ago 1985 – Nordrack (D)
N. Gringeri – S. A. Patanè e i dimensionisti” – in “La Gazzetta” 16 Nov. 1985 –
N. Maugeri – “Dov’era Dio quella sera” – in “La Sicilia” – del 27 Dic . 1985 – Catania
F. Lago – “Dimensionismo ed esistenza” – in “La Mansarda” # 2 – 1986 – Catania
F. Savatteri – “Immagine di un uomo poeta” – lett. – in “La Mansarda” # 2 – 1986 – Catania
P. De Orsi – Il dimensionismo di S. A. Patanè – in “ Valori Umani”- # 113 – Gen. 1986
A. Arcifa – S.A.Patanè e i dimensionisti – in “Il Tizzone” # 1 – Feb. 1986 – Rieti
Costas Stamatis – “Illusioni” – in “Pangosmia Synergasia” -1986 – Atene
G. Alaimo – in “La Torre” – nn. 16 e 19 – 1986 – Agrigento
I. Rocco – “Ultimo volo” – in “Silarus” – # 128 – Nov 1986 – Battipaglia
C. Marino – varie pubblicazioni – in “Espresso Sera” anni 84 – 85 – 86 – 87 – Catania
F.O. Signorello – S. A. P. – in “Prospettive” – # 25 – Giu 1987 – Catania
A. Garibaldi – in “Gazeta de Felgueiras” – Nov 1988 – Portogallo
G. Mulas – “Io ed io e tu nella mia mente” – in “ Isola Negra” # 3/56 – Mag 2010 – Lanusei
*
foto di Elio Copetti

10 risposte a ““ma di tempi e di luoghi farmi corteccia” – poesie – di Sebastiano A. Patané (post di natàlia castaldi)”
Conosco da poco la poetica di Sebastiano , ma mi hanno subito catturato il suo modo di comporre e la sua ricchezza espressiva. Testi densi di senso ma anche estremamente aggraziati.
Ringrazio Poetarum Silva per la proposta.
Un saluto,
Francesca
"Mi piace""Mi piace"
Ti ringrazio Francesca per questa tua partecipazione, sono davvero felice di tutto questo, non me l’aspettavo e non me l’aspettavo adesso!
Grazie per tutto. Sebastiano
"Mi piace""Mi piace"
Una bella proposta.
Ho apprezzato in particolare i testi che parlano di luoghi (sono stato a Mosca, la raffineria di Sannazzaro, la stazione di Lagonegro), che partono dai luoghi per arrivare alle persone, alle sensazioni. “Posti” che diventano luoghi dell’anima.
Complimenti all’Autore, e grazie a Nat per la proposta.
stefania
"Mi piace""Mi piace"
Grazie Stefania per il particolare apprezzamento di quei testi ai quali sono particolarmente affezionato.
Non li ho mai ritenuti il meglio della mia produzione ma appartengono alla mia storia di uomo e di poeta-
Grazie.
Sebastiano
"Mi piace""Mi piace"
Avevo già avuto modo di apprezzare la poesia di Sebastiano in piccole gocce, ma qui c’è davvero tanto che cattura, una poetica densa di immagini e motivi che dicono della profondità dello sguardo del poeta attento a cogliere ogni minimo movimento interiore che il mondo circostante e lo stesso suo essere provoca. Grazie per questa bella lettura. Un caro saluto, Lucianna Argentino
"Mi piace""Mi piace"
Lucianna, non sai il piacere che mi fa questa tua presenza, grazie cara!
Il particolare, il dettaglio sono cose molto importanti per me, studio continuamente sul come utilizzare la sintesi senza mai trascurare di tenere un occhio sull’intero ed uno a gironzolare nei piccoli dettagli.
Ciao Lucianna e grazie ancora.
Sebastiano
"Mi piace""Mi piace"
Sono poesie dal respiro morbidamente modulato, di ritmo costante, profondo; musicali nello spiegamento del verso che sembra farsi vela e fluire per immagini che sanno spaziare, attraverso il – circostante – a farsi voce collettiva ma anche poi sfidarsi, in personali e coinvolgenti attraversamenti surreali, incastonati nel senso complessivo. Una voce intensa, capace di arrivare al lettore con naturalezza, armonica e sicura. Complimenti all’autore.
Doris
"Mi piace""Mi piace"
il tuo scrivere è una memoria che cammina.
scava in af_fondi e vibra.
mi piace.
*
"Mi piace""Mi piace"
Grazie Doris, la tua bella analisi, sottolinea il mio sentire, una costante in me che si dirige verso l’universalità e la naturalezza, appunto! Grazie.
"Mi piace""Mi piace"
Morfea… “scava in af_fondi e vibra.”
che bello!
Grazie Anto
"Mi piace""Mi piace"