– Nie wieder Zensur in der Kunst –
Pubblicato il 16 giugno 2010 da fernirosso
dante leonelli
Mi sono affacciata sull’ orlo
nel pozzo la corda era tesa
perché qualcosa nel fondo
un peso, credevo,
qualcosa che stava nel secchio
teneva giù in basso il mio occhio.
Una oscura figura un disegno
una fessura difforme nata in un altrove
era venuta da vie sconosciute
dall’antico scavo sul fondo di quel tunnel
sul precipizio sembrava chiamare i fantasmi di una rete
una nera catastrofe
mentre a lato una piccola brevissima intermittenza
come tante luci vive mobilitava scintille
da un paese d’ esilio.
Questo sentivo
finché mi sporgevo e sembrava che laggiù
qulcosa quei tanti venuti
formulassero una richiesta:
– Credi – mi dicevano – ad ognuna delle tue sensazioni
nate da queste parole scivolateci di mano
fino alla corda di questo secchio
attraverso il fondo bucato dei nostri pensieri
il tuo occhio dentro il pozzo della nostra vita. –
Mi sentivo
crescere un urlo nella carne
che certo gia avevo covato fin dentro le ossa
come se tutti i miei morti nel midollo mi fossero risorti insieme
con schiere di altri là in quello specchio
infestando il fondo del pozzo il secchio di me stessa
che ora mi guardavo come se ci fosse
in quei loro riflessi un catalogo speciale di rinascite
una enciclopedia di parole nette corporee
scritte vicino alla morte e mai lette mai ascoltate
mai viste c’erano luci in quei vocabolari amalgame
di barlumi sprazzi di voci di terra
di echi felici che avevano dato alle mie mani
la capacità improvvisa di poterle raccoglierle per farne un’acqua da bere
direttamente dal secchio
calato nell’acqua della corrente.
Da un incessante addio la parola
tempestosa mi chiedeva che crollassi
io tutti i miei io incisi nella carne da secoli
come febbri da cui non eravamo mai guariti.
In quel bilico di forze stavo sull’orlo
quasi in caduta i piedi a fior di terra sospesa
ad un grido che ancora mi teneva stretta qui ad un filo
senza scampo in attesa di qualcuno, l’altro,
che ancora tardava a raggiungermi.
.
f.f.- PAROLE NEL POZZO- inedito 2010
Categoria: inediti, poesiaTag: # fernanda ferraresso, altrove, amalgame, catastrofe, corda, disegno, esilio, fantasmi, inediti, midollo, parole, peso, poesia, pozzo, secchio, specchio
Il presente blog collettivo non è da ritenersi testata giornalistica, fondando la sua attività solo sulla libertà d’espressione creativa, che da sempre ha animato il progredire del pensiero universale.
guardare dentro al pozzo è sempre pericoloso, ci vuole coraggio e forza d’animo per non farsi prendere dal capogiro, meglio armarsi di secchio e corda, tenersi ben salda al bordo e sperare di tirar su parole dissetanti, o se anche fosse melma che sia tanta affinchè l’acqua del pozzo si depuri. ciao a.
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sono particolarmente attratta dal volo, dalla discesa intendo, persino il lancio delle chiavi è un invito a seguirlo!
In ogni caso concordo sul fatto di tirare su anche la melma, anche se ricordo un gran lavoro per potabilizzare l’acqua.Invece penso che le parole non dissetino come riesce a fare l’acqua, quella reale, intendo, a meno che, come ho scritto, non ci si creda con una profondità molto maggiore di un pozzo d’acqua. Ciao antonella e grazie per l’attenzione,ferni
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