georges la tour
e con il favore del buio
oltre la siepe dei cardinali inizierò a scavare
ogni giorno un metro
per un metro di parola
orizzontale la squadra di ogni pagina nella verticale dei suoni.
Scaverò dentro la voce
di quell’ orto selvatico scaraventerò i semi con forza
dentro la terra calda perché ne nascano cardellini e passeri
senza strappare della corte accorata delle ortiche nemmeno un germoglio.
Un buco voglio fare
un foro all’orlo del ring dove l’est
si avvicina alla frontiera della mia parola in sgombero
la tenace tenaglia che il ginocchio piega intimidito
sotto il peso del suo corpo che crepita.
Cercherò il filone d’acqua del pozzo
la falda della veste di mia madre il fruscio
e ogni sera dal volto della notte
aprirò quel suo fitto discorrere
all’orecchio del mio amore
sono anni giardini di secoli ormai
che finge di non sentire la tempesta delle mie api
il fiottare irrequieto del sangue di tutte le rose
cresciutemi nel ventre e i garofani
accesi e perduti che abito crescono le rive dei fossi
tra le reti delle tante mie gramigne
radicate in tuberi e rizomi di pensieri negli incolti.
.
f.f.- 10 luglio 1992/10 giugno 2010-paesaggi cardinali
2 risposte a “di lato, verso il nord”
Non si può, dire “che bella poesia” o “perfetta”, senza parlare dello profondo in cui mi trascina, del distante-immediato dei giardini di secoli…
proprio sotto ogni discorso, in quel sottosuolo silenzioso e scuro dove come rizoma spingi ad di là delle gramigne per sfociare in nuovo sole.
Inchino Fernanda
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grazie Sebastiano,sei davvero molto gentile,ferni
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