– Nie wieder Zensur in der Kunst –
Pubblicato il 6 giugno 2010 da api
se non straccetti sfilati da ricucire
lenti fili da allargare, neanche forbici
per definire i segni che imparavo.
Ma graffi, sì! quelli immemori, lontani
da te
che ora dici non esser tuoi, solo incubi,
solo alibi..
Avrei preferito stracciarmi le vesti che nuove addobbavi
sul corpo di bambina sempre inadeguato
al tuo disegno d’oro e di meraviglia.
Un’altra meraviglia possedevo, nascosta da te.
Ché l’avresti soffocata in un ditale d’ansia raggelata,
in quattro mura costruite di fretta con fango e pietre.
Volevo solo le formiche.
Loro aspettavano i miei funerali,
quando tu mi seppellivi nelle tue paure.
Categoria: poesiaTag: Antonia Piredda, poesia
Il presente blog collettivo non è da ritenersi testata giornalistica, fondando la sua attività solo sulla libertà d’espressione creativa, che da sempre ha animato il progredire del pensiero universale.
Volevo solo le formiche.
Loro aspettavano i miei funerali,
quando tu mi seppellivi nelle tue paure.
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è un testo molto duro, a volte chiuso, arroccato.Ci sono parole estromesse dalla vita, di cui, però, si continua a sentire la pressione, a volte feroce, anche se di affetti si tratta. f
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da questo testo ricavo alcune forti sensazioni
il sentirsi inadeguati nei confronti degli affetti, di chi li porta, l’ansia di voler corrispondere all’amore può generare uno stato di gelo
ci si può sentire sepolti vivi
un testo suggestivo, doloroso di cui ringrazio l’autrice
Elina
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Antonia, è bellissima la descrizione di questo dolore che affonda nel passato…
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Fernanda, è il tentativo di motivare un percorso, come di altalene a singhiozzo.in parte ci sono riuscita. senza togliere nulla al fatto che di VITA parlo, di gioco infantile, di come il gioco diventasse ansia ed eccesso di premura, per chi voleva solo usare le sue più intime ali.
Elina, accadde come un soffocamento. la premura eccessiva genera insicurezza, mancanza di gratificazione. si arriva al punto di credere che ti sia negato l’amore. così non è, lo so solo adesso.
Gino…è la ‘forma’ più semplice che ho sentito, la solita, lasciando scorrere ricordi e immagini, ed emozioni radicate nell’animo. non solo queste, ovvio, segnano il rapporto madre-figlia, ma era quasi necessario tirar fuori anche questo aspetto, ora.
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Complimenti, un percorso unportante in questi tuoi magnifici versi.
Grazie.
clelia
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non ho inventato un nuovo termine, importante… ci stadecisamente meglio.
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ti ringrazio, clelia, per le tue parole!
api
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non ricordo (o forse è stato da molto) di aver letto questi tuoi tristissimi incanti. Buon Natale, fiore doloroso.
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si, tempo fa. non ricordavo fossero su Poetarum Silva. li ringrazio, un abbraccio a te, Blu.
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