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Tutto fu. Ieri non esiste più. – f.f.

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La storia è caduta.

Precipitata dalla rupe di questa primitività nuova: di zecca

le farse   studiate a tavolino per un ventunesimo secolo senza vergogna.

La parola

è morta.  Trucidata da avventori che hanno tradito

la sua semplicità

sta sul fondo della discarica sotto quintali di immondizia

e tossici     rifiuti sociali.

Il dialogo

è caduto in un attentato di terrore.

Si è trattato di un  assassinio (in) pubblico

e  nessuno può parlarne perché  ora

la parola è morta.

Quelle che uso le ho raccattate per strade di campagna

e da  pozzi d’acqua in disuso     da deserti luoghi

dai respiri risparmiati     tessuti come lenzuola di canapa ruvida e nodosa

dove i popoli   sfruttati

consumati come  miniere  da estrazione

nei campi da mietere e sotto le pietre delle loro storie

hanno lasciato sillabe di fame   hanno lasciato le braccia  e le gambe

hanno lasciato    una bocca che non tace.

La guerra è oggi

non è sulla linea di un fronte o alla frontiera.

Circola di casa in casa a far fronte all’ immortale immorale

barbarie del forte

cresciuta oltre ogni  misura: dissangua

chi di sangue non ne ha più e lavora lavora

sgravandosi del corpo

crepando di cancro

prima che il favore gli sia restituito.

Tutto fu: ieri

quando la storia dice  con chiarezza cosa

succede. In tutti i tempi del tempo succede.

In questi frangenti i salvagenti non sono i valori

commerciali

non sono i conti in banca

qui crolla l’uomo si uccide

la sua fragilissima sostanza

fatta

di un fiato di vento e qualche sogno alla rinfusa.

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f.f.- inedito – Il due giugno 2010 la RES non è più pubblica.

7 risposte a “Tutto fu. Ieri non esiste più. – f.f.”

  1. non c’è tempo per dormire, le mani si sono allungate anche sul sonno della gente.Non si può riposare più, si dovrà lavorare fino all’orlo della deposizione.f

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  2. ci sono stati i moti ora si usano solo le moto,questo è il problema, e i cervelli sono andati a farsi fossili, non solo a farsi fottere. E’ un continuo tradimento,la parola che lo dice è una parola molto vecchia, che non si usava più, ma è diventata corrente: IGNOMINIA, ma non appartiene solo a quelli che agiscono ma anche a quelli che non facendo nulla stanno scegliendo anch’essi la stessa strada.

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  3. anche l’astore vola basso
    sotto nuvole che nuvole non sono,
    macramè di scie a cui domandare
    del cielo a quadri, dopo il volo
    di bianco mortale addossato all’azzurro.
    si demandano interrogativi
    sfuggendo con veloce ripulsa
    al proprio incredibile
    moribondo senso e,
    alla rinfusa, di fretta,
    qualcuno conta voti e santi
    inutile racconto e raccolto
    da piccoli borghi vicini,
    facendo di vite le proprie catene,
    d’olio e di miele
    i pali dove conficcare pensieri
    di versi e di moti,
    immoti immobili immutati.

    di getto brutto o brutale, di fiato stanco.
    ché di terra e bosco ora, respiro.

    – ‘cacciata’ di getto a casa di Fernanda, qui…
    http://fernirosso.wordpress.com/2010/06/01/tutto-fu-e-ieri-non-esiste-piu/#comment-6163

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  4. grazie Api, l’ho riletta anche oggi, la tua poesia, dovremmo tutti arrivare a fare i conti come li hai fatti tu e se poi riusciamo a scegliere “la composita semplicità” del bosco e della terra, allora forse c’è una possibilità.
    Grazie Gino. Vi abbraccio.f

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