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Giovanni Catalano – Falcone-Borsellino

Con il tramonto negli occhi,
gli occhiali scuri

quando torniamo in auto
dall’aeroporto di Punta Raisi
e all’altezza di Capaci
smettiamo all’improvviso
di chiamare le cose
coi loro nomi

osserviamo i lunghi monumenti,
le gallerie, i guardrail.

L’odore che non dura
della macchina nuova,
questo paesaggio
che fa di me un bugiardo.

Allora penso ai morti.

Che la mia morte
sarà comunque diversa
o che siamo felici
e anche per questo
non possiamo essere felici.

Perchè lo so, vediamo
che è un giorno buono.

Siamo qui
ma sono io, sei tu
e oggi, domani dico
non avremo giorni migliori.

Giovanni Catalano, inedito (2010)

11 risposte a “Giovanni Catalano – Falcone-Borsellino”

  1. Capita la stessa cosa anche a me, quando percorro quella strada. Ma non è l’unica cosa straniante che avverto, quando raggiungo la Sicilia soprattuto nell’area dell’entroterra,più montuosa e brulla, non verde come altrove. E’ come se una passione trascinante, forte, violenta addirittura, tipica dei miti, volesse impadronirsi di chi valica un limite,qualcosa di primordiale, in cui non c’è salvezza.Questo rende ancora più tragica l’aria che si respira, ovunque, in quei luoghi carichi di storia.
    f

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  2. Qualcuno sussurra che queste tragedie non stanno accadendo più perché i mandanti adesso siedono al sicuro in parlamento… voce di popolo voce di….

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