Noli me tangere – Viola Amarelli (post di natàlia castaldi)

Jerry Uelsmann

-come un’estranea in fuga  di
rabbia ignava morde la  mano

 – presto, un collare tutto pizzo nero
   a risalto di zigomi e occhi ghiaccio

– volevo solo insegnarle  un altro Amore
come un fiume caldo e luminoso

 – e catene , con borchie
   a difesa la carne, questa,
    fresca ed esca

– un aprirsi umile e cantante
da raccogliere sciogliendolo il dolore

roteando le palpebre allungate e la bocca
  quante volte chiusa, sputo e morso,
  contro i porci, gli ipocriti e gli untori

– un andare cortese alla  pietà, seminando
parole, soffio nudo

– una notte lunghissima e infinita
  *per guarire*, mamma mamma, 
  zitta bugiarda
  la lametta un fiotto  tra le cosce

– un fratello, un padre, un amico
pronto a riconoscere le colpe,
in ricerca di luce, franco affianco

sempre errore, sempre errata,
  un’esaltata , referto  medico e legale
  mio padre Ponzio preferì
  credere a mia madre

– guardarla fissa e calmo
prendendo il suo dolore, la vergogna del maschio
genuflessa, esci, amica, sorella l’aria intorno

– e con gli occhi bendati  le parole
   la musica coi suoni, la salvezza, la fuga, la mia voce
   rotto l’assedio, sulle barricate

– la notte, l’alcool, il fumo e il sesso
il ringhio di frastuono,l’ansia di distruggere la  vita

– piccola sempre, rossa e bionda e nera recitando
  roca acuta la mia nota, sola a sola,  sul palco di lavoro
  incassando ogni colpo, ogni abbraccio, ogni sorriso
  tenerissima cercando un altro buio

–  e che  bruci  la  fiamma,  un arco di bagliori
rossi e cupi, ma là sulle pagine,  un rogo,
a liberarsi dei dèmoni oscuri

– con la lametta incisi rigo a rigo, seguendo le istruzioni, diligente
   ogni maestro è un incantatore, smonta e risucchia midollo nel respiro

– le risate la pasta  il letto fatto
l’ordine chiaro e leggero
poche cose, provando miniatura di smalto,
oro e cobalto, così esatta, acuta,
lagrima e cuore

–  che nel ridirsi diritti dentro gli occhi
    fila la seta che è ogni corpo
   tutto, unirsi, nel ritorno
   e scorrere daccapo come mai  stato

– se scegli l’aria, se tendi alla luce
perché invischiare le vene con la terra
un peso, un nodo, un abbaglio
da purificare, lasciami andare

– esangue fariseo biancofunereo
  sepolcro ottuso
  animuccia di mamma
  vigliacco logorroico

 n  o n    m  i   t o c c a r e
 n  o n    m  i   t o c c a r e

 
– se speri di ferirmi ci riesci
ma  non mi fermo, cammino
più lontano, più in alto, se

 n o  n   t r a t t e n e r m i
n o n   t r a t t e n e r m i

A margine del tempo
prima e dopo

– sempre è la stessa musica, amor sacro e profano

– l’opera al bianco e al nero, anabasi e catabasi

– mal essere intrecciato

– ma tu, ricordi

– tutto, tutto il dolore, gli ostacoli,

le perdite, le crepe e i cunicoli

– spersi

– entrambi, strade diverse

– la prossima puntata

– ancora?

– ahimè tocca

– solo una via alla fine

– la stessa, sopra e sotto

– e tu?

– noi e loro insieme, è questo

– quello che c’è da dire

*

– per te, Viola –

17 risposte a “Noli me tangere – Viola Amarelli (post di natàlia castaldi)”

  1. Volevo congratularmi con Viola. E’ riuscita a seminare dubbi atroci sulla mia comprensione ( e sulle sicurezze!) dell’universo femminile (senza retorici sessismi). Ho paura nel rileggere alcuni passi:”mio padre Ponzio”, “in ricerca di luce franco affianco”, “la vergogna del maschio” perchè mi accentuano un vigliacco complesso di castrazione.
    Quanto poco sappiamo di Gea e di Venere e quanto nulla sappiamo di chi genera vita e ci rende amanti!
    Non soffrirò di claustrofobia ma ho bisogno adesso di uscire da questa stanza. Grazie, Viola….

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  2. Anche io ringrazio tutti per aver letto, convinta – più che mai – che la poesia (come ben dice Cristina) sia un dono *da condividere*.

    un saluto a Nadia ed un abbraccio a Viola.
    n.

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