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Tra le cosce calde della creatura cava- f.f.

.

metto le virgole  i doppi punti

e il doppio petto che ti aggiusti   mentre reciti

una versione di te stesso

lascio il cadavere   delle parole imbalsamate

le spillate strettoie della mente

la vertigine inutile della discussione

il periplo l’assioma e l’algoritmo di una giornata

persa tra queste lettere senza sesso e senza senso

senza altro sogno che un segno

es-posto in vetrina

sotto formal-dei-de la crisi economica che si esaurisce cantando

dibattendo la crisi super a n a t o m i c a  della  disintegrazione del sentire

mentire      l’ultimo cerchio della gogna

agognata carogna di chi ha fame di vergogna e prende

l’ostia dentro il retto     principio di osservarle       le  regole

sacre del mercato edito reale nella carta tormentata

da una insana ragione di educare.

A cosa?  A chi?   Se tutto è forma che si fa orma e meno ancora

sparisce nel getto di un inchiostro senza mano e senza battuta

nemmeno un dente dentro lo scrittoio  io

solo un diaframma tra qui e là dove mai ci si trova.

Paventate parole scena della lercia vacuità che si

sparpaglia si sventricola e si squaglia

nella cella di un corpuscolo di rosso

fattosi avaro scarno e saccente

Il più grosso inconveniente?

Può in un lemma separarti o spararti una raffica assassina o

rendersi tossina d’altri    inconsapevoli  gestori

di un male articolato che travalica la carta e

si fa canto  in frusciante   lussureggiante  cartamoneta  tonante

in lingotti di soqquadri che disarticolano la storia

in vetrine di macelli e falsi testimoni

poichè la storia è solo una grande fossa

un ammasso di menzogna

per una guerra che non cessa

e        sì  da sempre

ci intossica  le ossa.

*

Riferimento:

http://fernirosso.wordpress.com/?s=Tra+le+cosce+calde+della+creatura+cava

9 risposte a “Tra le cosce calde della creatura cava- f.f.”

  1. c’era un commento stamani sul mio post che è poi sparito.
    mi aveva riportato in mente un progetto di un paio di anni fa poi naufragato in qualche cassetto.
    concerneva i pensieri di un uomo nudo esposto in una vetrina… :-)

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  2. La storia in sé non esiste. La storia è una scelta. Allora quale storia? Strumenti mi servono, strumenti per poter scegliere, non “insana ragione di educare”. La scuola non mi deve indirizzare, mi deve dare strumenti…

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  3. ringrazio tutti uno alla volta in una sola risposta.
    Per Gino: non pensavo alla scuola, pensavo alla propaganda, alla pubbicità che vorrebbe rendere le cose di cui si fa portavoce di pubblico dominio mentre diventano di pubblico consumo (letto in tutte le sue possibilità: si consuma il pubblico e il pubblico si fa consumatore).Un tempo c’erano i cittadini, il popolo, ora siamo tutti consumatori e dall’altra parte stanno i produttori, che non si accorgono d’essere anch’essi consuma(n)ti. PRO-CEDERE è un verbo che non si guarda bene, nei suoi con-giunti radica-menti. Ci si innesta cip, ci si innesta ava-tar(e) ma non si pensa, anche se tutti hanno quel muscolo a dis-posizione:due encefali che si stanno trasformando in a-cefalia.
    Quando poi l’avevo scritta, perchè non è giovane, questa invettiva, pensavo anche alla letteratura, alla scrittura, oltre cha alla “legge”. Ho scritto in uno di quei commenti:-…le cosce calde sono quelle di letteratura che si fa commercio o viceversa e giustizia che cerca tra la letteratura dei co-dici il bandolo per ingarbugliare e tappare definitivamente la vista.Mi riferisco alle nuove proposte di legge, ma anche a tutte le altre ;leggi che nessuno riesce a leggere perchè la legge manca di chiarezza e le servono,come per altre false ca(ta)ste i traduttori:un mercato anche quello.-
    Scusate per la lungaggine e ancora grazie per la vostra pazienza.ferni

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  4. Sì, Ferni avevo capito, sono io che inopportunamente ho preso la palla al balzo per riprendere quel discorso sulla scuola, partendo dal commento in questo post di Natalia. Ancora complimenti.
    :-)

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    • effettivamente va bene anche per il tuo rimbalzo, ho solo voluto non prendermi meriti che non ho, nel senso che l’avevo vista nell’ottica che ho detto. Le leggi…le cose e sembrano una cosa, in un determinato tempo, poi, in altri, assumono connotati dif-ferenti.Grazie anche per il tuo rombalzo,di questo passo vado ai play-off…gratuitamente! ferni

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