La paura
Di nuovo l’orrore ha colpito il ghetto
Di nuovo l’orrore ha colpito il ghetto,
un male crudele che ne scaccia ogni altro.
La morte, demone folle, brandisce una gelida falce
che decapita intorno le sue vittime.
I cuori dei padri battono oggi di paura
e le madri nascondevano il viso nel grembo.
La vipera del tifo strangola i bambini
e preleva le sue decime dal branco.
Ma no, mio Dio, non vogliamo vivere!
Non vogliamo vuoti nelle nostre file.
Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore
Vogliamo fare qualcosa. E’ vietato morire!
Eva Pickova
(nata il 15.5.1929 – morta il 18.12.1943 ad Auschwitz)
NON SENTITE L’ODORE DEL FUMO
AUSCHWITZ STA FIGLIANDO
Le più grandi risorse
erano la speranza e la dignità.
Chi si rassegna, muore prima.
Non so se i giovani hanno appreso.
Se ci si lascia chiudere, terrorizzare
se ci si lascia cristallizzare
si diventa una cosa
gli altri ci diventano cose.
Molti ancora non sanno:
Auschwitz è tra noi. è in noi.
Non so se i giovani sanno
in ogni parte del mondo:
non c’è rivoluzione se si trattano gli uomini come sassi,
ai giovani occorre
l’esperienza creativa di un mondo
nuovo davvero.
Ad Auschwitz ci torno volentieri.
mi da la misura dei fatti.
Danilo Dolci
DIO MIO, PERCHÉ MI HAI ABBANDONATO?
Noi siamo gli sradicati
i rifugiati che non hanno un ruolo
i confinati nei campi di concentramento
condannati ai lavori forzati
condannati alle camere a gas
bruciaii nei forni crematori
e le ceneri disperse
Siamo il tuo popolo di Auschwitz
di Buchenwaid
di Belsen
di Dachau
Con la nostra pelle hanno fatto abat-jour
e con il nostro grasso han fatto sapone
Come pecore al macello
tu hai permesso che ci portassero
alle camere a gas
Hai lasciato che ci deportassero
Hai messo in vendita a poco prezzo il tuo popolo
e non si trovava un compratore
Andavamo come bestie
assiepati nei vagoni
verso i campi illuminati da riflettori
e circondati da filo spinato
ammucchiati nei camion verso le camere a gas
dove entravamo nudi
chiudevano le porte
spegnevano le luci
e tu ci coprivi con l’ombra della morte
Di noi non son rimasti che mucchi di vestiti
mucchi di giocattoli
e mucchi di scarpe.
Ernesto Cardenal