,

Un testo che non so coprire – Interferenze, Sandra Branca

Di Giulia Bocchio

C’è un certo modo di vivere, assorbire e scrivere poesia che potrebbe ancorarsi, senza troppi equivoci o associazioni surrettizie, a quella Vertigine della lista di cui scrisse magistralmente Umberto Eco. L’esigenza di esprimere ciò che si manifesta tanto imprendibile, quanto assurdo e linguisticamente frastagliato si appoggia letterariamente e letteralmente ai confini dell’indefinito, che non ha mai un’immagine precisa. E questo è un presente caotico, soffocato dalle sue etichette e graffiato dalle unghie di chi vorrebbe strapparsele tutte di dosso. Il confine e la soglia sono un gemellaggio esistenziale attraversato da un limen che ognuno di noi abita come può. Ma certe soglie sono innanzitutto un punto di passaggio, dove il linguaggio (compresa la sua dimensione in termini grammaticali) cessa di rappresentare meramente il mondo e diventa uno specchio che riflette scenari complessi da decifrare. Ma decifrare è un verbo utile solo in certe circostanze e la poesia è una dimensione semantica mobile perché ha il potere dell’ambiguo, uno strumento ontologico che svela, senza farlo davvero, il doppio fondo della realtà. Non è mai separabile da ciò che cela. Le poesie che fanno parte della raccolta  Interferenze (Déclic), di Sandra Branca, raccontano qualcosa di disperato e disperso, ogni affermazione lascia trasparire, in filigrana, il suo contrario o il suo complemento, perché ogni pagina che si rispetti porta con sé una Chôra platonica, che è insieme un luogo e un non-luogo, uno spazio di accoglienza e di indecifrabilità. L’autrice ammette di aver scritto “un testo con dentro una metropoli, un testo che non so coprire”. 

E questo è un esordio bellissimo.

 


Quattro poesie tratte da Interferenze

 

Le voci in stazione si accumulano
in un modo che ti sovrasta in uno spazio
che non sai contenere. La torre è troppo alta
le mura si sono moltiplicate. Non sappiamo
parlare, intendo con questo entrare disarmati
nel vuoto, superato il primo inganno elementare.
L’impressione di riconoscersi è un fossile da cui
soffi via la terra la polvere. Una voce sola
lampeggia: non superare la linea gialla.

ci sono cose che non si possono dire. Sparta ha vinto sulle anime oltre che sui corpi. dice la legge di sorridere di essere forte di non condividere la propria sorte. vèstiti di rosso nascondi le macerie. nei cunicoli dietro il cielo camminiamo in tanti. la notte è uno specchio nero, dal passato emergono voci il silenzio è il loro megafono. ci cado dentro scivolo su un lago fermo. un contadino si ostina su una terra arida. il sole è alto, per lui si è fatto tardi. non parla nel nero dello specchio, brucerà tutto. lascia che almeno la terra riposi.

Frammentati, un sistema preso a pezzi
una dimensione per volta; a chi il pensiero
a chi il sesso, a qualcuno il difetto o il gesto.

Liscia è la superficie di una sfera, facilmente
si lascia la presa, ora che ogni cosa ha cambiato
segno ora che lo sguardo poco importa come vedi,
quando siedi, tutto intorno è vuoto.

Restare oltre la coltre di nebbia solo gli alberi
lo sanno fare. Di tutte le foto che ho tra le mani
la più vicina è quella mossa, una distorsione
cromatica sfibra i contorni, un bug risale ai ricordi.

[il diario di psicoterapia il quaderno per gli appunti di lettura gli appunti sui fogli nei messaggi nelle app nel cloud, dispersi, sparsi. elenchi, liste di cose da fare mai fatte. cartoline vecchie lettere nuove poche, mai spedite. salva come bozza. fotocopie di lezioni, biglietti d’auguri, ricevute, fatture. taccuini mai iniziati altri mai finiti, quaderni scritti illeggibili. disegni,
progetti, disegni di progetti, idee di progetti in fase di procrastinazione. post-it in ricordo di qualcosa che non ricordo più, correzioni brochure. il collage di un essere umano]

 


Sandra Branca è nata nel 1982. Vive e lavora a Firenze. Alcuni suoi lavori inediti hanno ricevuto riconoscimenti e se- gnalazioni dal Premio Renato Giorgi (2021), Bologna in Lettere (2022) Premio Lorenzo Montano (2023) e The Florence Review (2023). Suoi testi sono apparsi in riviste e lit-blog tra cui Argo, Utsanga, Il cucchiaio nell’orecchio, multiperso, La morte per acqua, Inverso e nell’antologia L’ordine sostituito (déclic, 2024). Interferenze è il suo primo libro.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.