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Frammenti di un’estate futura – Prima il piacere poi la rivoluzione

Di Francesco Marangi

 

Nelle puntate precedenti…


#Frammento10

Ho deciso, con L. guarderemo The Boys, è uscita la nuova stagione, non è male come serie, io non sono un’appassionata di serie, però di The Boys ho visto tutte le stagioni; l’inizio della prima stagione è di impatto, A-Train che spappola la ragazza di un tizio, A-Train è un supereroe, un po’ tipo Flash, l’uomo più veloce del mondo, ma A-Train è di colore, è una serie piuttosto politica, di denuncia, riesce a unire l’impegno civile al puro intrattenimento, e scene di scopate folli, BDSM postumani. Per esempio Abysso, tipo un Aquaman con problemi di identità sessuale, geniale davvero, questa antropomorfizzazione delle divinità, supereroi e celebrità di Hollywood. A parte questo, credo che a L. potrebbe piacere, gli basta vedere qualcuno o qualcosa che esplode, non è difficile da accontentare; intanto si metterà seduto vicino a me, ma non troppo, per darmi l’idea che vuole scoparmi ma senza darmi l’idea che ci tiene davvero, mi sta dicendo che possiamo toccarci i genitali a vicenda volendo, ma di certo non siamo qui a farci i grattini, ecco. Comunque The Boys è perfetto, per farlo eccitare intendo, quella violenza e quel sesso sporco, glielo faranno rizzare in un secondo, sarò io a fare la prima mossa, non gli lascerò alcun potere. Non vedo l’ora di tirargli giù i pantaloni e leccargli il cazzo, prima piano, giusto un assaggio, sbocconcellare con tanto di lingua la cappella, poi guardarlo negli occhi, mantenere il contatto visivo è importante, agli uomini piace, ho una vaga idea del perché, l’argomento meriterebbe una trattazione approfondita, quello che piace agli uomini, anche sentirci soffocare, anche quello li fa andare fuori di testa, quando ce lo infilano tutto in gola, di certo l’hanno visto nei porno, di certo più che il gesto vero e proprio apprezzano il simulacro; noi donne non facciamo differenza, ormai ci dicono quando godere, come godere, in quanti godere, siamo nati in un tempo in cui sono i riflessi e le ombre a farci eccitare, in effetti la realtà è sopravvalutata. Ad L. questo non glielo farò presente, mi limiterò a godere com’è giusto godere, guardandolo negli occhi, in ginocchio, col suo cazzo in bocca. Alla fine non è così male, una ci si abitua. Non è che forse lo amo? è che a volte lo odio così tanto che glielo staccherei a morsi, dopo averlo fatto sborrare è ovvio. Prima il piacere poi la rivoluzione.


#Frammento11

Mio padre è in salotto, non so dove sia mia sorella. Mio padre sta ascoltando le Variazioni Goldberg, non so perché stia ascoltando proprio le Variazioni Goldberg, mio padre, Herr Professor. Perché proprio oggi ascolti le Variazioni Goldberg?, forse vuoi farmi sentire un’ignorante; sai che in casa ci sono anche io e che magari sto cercando di scrivere; così ti metti in testa di ascoltare della musica ad alto volume in salotto, proprio mentre io scrivo e tu cazzeggi, come al solito, non so neanche se hai preso l’ultimo stipendio. Insegna italiano alle medie mio padre, ha anche scritto un libro, quando era giovane, io ovviamente l’ho letto, niente di eccezionale. Non scrive più da allora, ha preso a fare l’insegnante, doveva mantenere me e mia sorella, dopo che nostra madre se n’è andata, cioè ha deciso di divorziare, cioè ha deciso di andare a vivere con un altro uomo. Non la vediamo spesso. Sono sicura che la colpa non sia solo di mio padre. Scrivo perché voglio essere in competizione con lui, costantemente; anche io ho pubblicato un romanzo, giusto l’anno scorso. Ho una laurea in lettere, anche se non si direbbe. Dalla faccia sembro una punkabbestia, pasticche e tekno la notte intera. Però Céline l’ho letto, uno dei più grandi, bisognerebbe studiare Morte a Credito nelle scuole, invece che quegli stronzi dei poeti siculo – toscani. Herr Professor ascolta le Variazioni Goldberg, cosa dirgli?, che Céline subito l’ho letto perché volevo che mi guardasse? Non sono in vena di sincerità, preferisco lamentarmi. Comunque fra me e lui non c’è storia, la più brava sono io, anche se ho la fica; questo credo che un po’ lo infastidisca. La cosa che più lo fa andare fuori di testa è che io, una donna quindi, abbia più talento di quanto lui abbia mai sperato di avere. Ho la stessa età che aveva lui quando ha pubblicato il suo libro, e sono immensamente più brava; a lui manca il senso musicale, non voglio fare la modesta, la musica è tutto in letteratura, lo dice anche Richard Millet; c’è da fidarsi del Millet, soprattutto adesso, è pieno di falsi idoli in giro. Mio padre credeva di essere Céline. Ha venduto un bel mucchio di copie e vinto qualche premio, ma di certo fra cento anni, anche meno, sarà dimenticato. Invece io voglio rimanere per sempre, stampata su carta, a Céline gli faccio un inchino e poi gli salto alla gola, vecchio nazista di merda. A calci in culo fino a Rigodon e ritorno, digerito e già defecato. Che si fottano, Céline mio padre e le Variazioni Goldberg. Ci piscio sul patriarcato, una di quelle pisciate che fanno vibrare piccole e grandi labbra di gioia. Variazioni Goldberg a parte, quello che volevo dire è che anche se ogni tanto lo prendo da dietro, non significa che io sia una femminuccia. Se mi gira male posso prendervi a pugni in bocca, formate una fila ordinata, vi affronto senza problemi uno alla volta.

 

Continua…

 


In copertina: Max (part.) by Sara Birns


 

Una replica a “Frammenti di un’estate futura – Prima il piacere poi la rivoluzione”

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