Tra le righe n.4: René Char

René Char

Dyne

Passant l’homme extensible et l’homme transpercé, j’arrivai devant la porte de toutes les allégresses, celle du Verbe descellé de ses restes mortels, faisant du neuf, du feu avec la vérité, et fort de ma verte créance je frappai.
Ainsi atteindras-tu au pays lavé et désert de ton défi. Jusque-là, sans calendrier, tu l’édifieras. Sévère vanité! Mais qui eût parié et opté pour toi, des sites immémoriaux à la lyre fugitive du père?

Dine  tradotto da Vittorio Sereni

Superando l’uomo estensibile e l’uomo trafitto,
arrivai alla porta di ogni esultanza,
del Verbo dissigillato dalla sua spoglia mortale, facendo
cosa nuova, un fuoco mediante verità, e forte del mio verde credo, bussai.
Raggiungerai così il paese dilavato e deserto della tua
sfida. Fin là, senza calendario, lo edificherai. Severa
vanità! Ma chi avrebbe scommesso e optato per te, dai luoghi immemoriali alla lira fuggiasca del padre?

tratta da “Due rive ci vogliono”, Donzelli Poesia, ed. 2010

Poema Dyne tradotto da Jorge Riechmann

Dejando atrás al hombre extensible y al hombre traspasado
llegué ante la puerta de todos los júbilos, la del Verbo desellado
de sus restos mortales, formando lo nuevo, creando fuego
a partir de la verdad, y fortalecido por mi verde fe llamé.
Así llegarás tú al país lavado y desierto de tu desafío. Hasta
entonces, sin fechas fijas, lo irás edificando. ¡Severa vanidad!
¿Pero quién hubiera apostado y optado por ti, desde los parajes
inmemoriales hasta la lira fugitiva del padre?

5 risposte a “Tra le righe n.4: René Char”

  1. grazie grazie grazie.
    non riesco a dire altro quando incontro Sereni e per me Char è legato a Sereni perché lo incontrai attraverso lui.

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  2. Una poesia, “la” poesia, in tre lingue, stavolta: sfida ulteriore alla esplorazione, induce a soffermarsi su ogni termine, su ogni scelta. A ogni lettura, si impone il ritmo di tutto il componimento e si apre il varco del passaggio “fort de ma verte créance, je frappai”. Merci, grazie, gracias.

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  3. Ogni lingua straniera che traduce una poesia porta con sé il proprio mondo culturale, si sa, ma la cosa impressionante è che nel portare la sua voce, la sua melodia e le sue suggestioni fonetiche ha la capacità di accogliere la diversità di una “lingua altra” di cui riporterà inevitabilmente l’impronta. Grazie ad Anna Maria, das ist sehr Lieb von dir :-)

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  4. Davide, è vero quello che scrivi a proposito del dare e prendere, dell’accogliere e del riversare nel processo di traduzione, nel quale è una sapiente leggerezza a trovare raro, quando non addirittura prodigioso, equilibrio. Mi vengono in mente le parole che Hofmannsthal fa pronunciare alla Marescialla nel libretto d’opera “Il Cavaliere della Rosa”

    Lievi occorre essere:
    con lieve cuore e lievi mani,
    tenére e prendere, tenére e lasciare…

    La scelta di Char tradotto da Sereni e da Riechmann per questa quarta tappa di “Tra le righe” è di Antonella Taravella, alla quale va il mio caloroso grazie.

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