Paolo Benvegnù: Hermann

Paolo Benvegnù
(2011)

Quel mare, che una volta era verticale, adesso è bellissimo. E senza destinazione.

Ci sono navi senza vento nell’oceano senza fine che chiedono alle stelle di tornare a navigare e illudersi di apprendere la verità dagli uomini.

Dopo la Trilogia dei lavori umili (chiamata anche la Trilogia dell’acqua) con Idraulici, Marinai e Camerieri, tra spettacoli nei quali Benvegnù e il suo complesso (i Paolo Benvegnù), eseguivano i loro brani in case private davanti a un pubblico di pochi affezionati, e a due anni di distanza da Le labbra, l’ex componente degli Scisma pubblica il suo terzo disco da solista.

In tredici canzoni (anzi, dodici, visto che L’invasore, l’ultima del disco, è scritta e cantata da Andrea Franchi) Benvegnù riesce a dimostrare come i brani di Sanremo siano alla fine solo canzonette, un prodotto utilizzato da qualche pifferaio magico per incantare non più topo ma un popolo di buoi.

E così si nasconde la verità, la vita non ci basta, si cerca solo una tregua e sentirsi vivi costa.

Quello che stiamo vivendo è un momento storico cruciale, dove mancano quelle stesse risposte che il cantante milanese cerca attraverso questo nuovo lavoro. Ma non vi aspettate di trovarle in questo disco. In Hermann troverete emozioni, parole che si tengono per mano pronte ad accompagnarci in un viaggio.

E ci ritroveremo ad affrontare l’impossibile, come le stelle che si attraggono per esplodere e creare.

Un viaggio verso un mondo magico. I Paolo Benvegnù, con questo album, sono riusciti a tracciare un percorso che porta dalla musica d’autore alla magia.

Chissà se adesso che l’eco di Sanremo sta per svanire alle spalle, questo pubblico, spesso indifferente alla bellezza, riuscirà ad accorgersene…

Avanzate, ascoltate

Anima, avanzate
voltate le spalle al puro mondo
l’errore rende liberi
soltanto se libera e’ la grazia
di camminare verso le saline
e a piedi nudi non sentire il male
e guardare l’orizzonte

anima, avanzate. lasciate che vi accarezzino
le ciglia dell’amore
ed i ricordi che bruciano in petto
e non dimenticate le parole
degli occhi, degli ultimi respiri
e cominciate a respirare

e a illudermi di apprendere la verita’ dagli uomini
e a illudermi e difendermi dalle pazzie degli uomini

anima, ascoltate
lasciate le menzogne agli uomini
e le poesie alle ombre
come visioni colte con fatica
eliminate la speranza
che serve solo a lamentare il limite
e a comprare i sogni

anima, avanzate
cogliete i fiori ed adornatevi
tingetevi le labbra
così che possa riconoscervi
e sussurrate al vento il vero amore
che i figli possano abbracciare i padri
e tornare a vivere
e a scegliere

e a illudersi di apprendere la verita’ dagli uomini
e a illudersi e difendersi dalle pazzie degli uomini

navi senza vento nell’oceano senza fine
chiedono alle stelle di trovare posizione
navi senza vento nell’oceano senza fine
chiedono alle stelle di tornare a navigare

e a illudersi di apprendere la verita’ dagli uomini
e a illudersi e difendersi dalle pazzie degli uomini

5 risposte a “Paolo Benvegnù: Hermann”

  1. direttamente qui
    senza neanche passare per sanremo ;)

    navi senza vento nell’oceano senza fine
    chiedono alle stelle di trovare posizione
    navi senza vento nell’oceano senza fine
    chiedono alle stelle di tornare a navigare

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  2. Lasciando alla *friggitoria diaria* la distinzione tra Cantante e Poeta – lode ai Benvegnù nel per sempre. E già amai LE LABBRA, capolavoro di Versi e Spartiti – e si incede nell’Amore per Artisti che meriterebbero tutto! E oltre

    Grazie

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  3. eppure, una destinazione alla fine del disco c’è…quella del conforto, se non altro, che danno canzoni così belle.

    grazie marchetto

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