COMPOSIZIONI ACERBE ...e l’autunno ha relegato noi nell’inverno delle cose più tristi, abbottonate nell’eco di una primavera mai sazia di fiori; nel ricordare la ciclica pretesa dell’estate, la protesta di un sole immerso nell’acqua verde di una quinta, nuova stagione che abbiamo inventato per non invecchiare nell’amarezza di una luna bagnata, di nuvole lontane e ignare... Noi siamo questo incedere a ritroso nella natura; uno specchio calmo di tiepidi ricordi liquefatti che sfociano dalle lacrime d’un altra vita... . COMPOSICIONES ACERBAS ... Y el otoño nos ha relegado en el invierno de las cosas más tristes, sujetos en el eco de una primavera nunca satisfecha de flores; en el recuerdo de la cíclica pretensión del verano, la protesta de un sol sumergido en el agua verde de una quinta, nueva estación, que hemos inventado para no envejecer en la amargura de una luna bañada de nubes lejanas e ignaras ... Nosotros somos este camino repetitivo de la naturaleza; un espejo calmo de cálidos recuerdos licuados que desagua de las lágrimas de otra vida ... * D’ACQUA Imparammo dalle piante il segreto del sole, respirando per la terra, dando linfa eterna ai figli dell’aria. E l’acqua che ci dona il mare riflesso nella luna, è il sogno meno umano reso umano da un’animale vittima dell’onda nel moto circolare. . DE AGUA Aprendimos de las plantas el secreto del sol, respirando por la tierra, dando savia eterna a los hijos del aire. Y el agua que nos da el mar reflejado en la luna, es el sueño menos humano hecho humano de un animal víctima de la ola en el movimiento circular. * CHIAROSCURO Osservo il martirio del ricordo nell’infrangere del peccato di un momento, di un ciclico pensiero che recide il presente nell’uomo che mente, nell’anima che da sempre conserva l’antico esilio di ogni sguardo dentro stracci di verità raggomitolate, incartate tra le infinite pieghe dei secoli, nel riciclato silenzio che non preserva neanche l’attesa di una nuova speranza che sveli una memoria mai più vana di una fine senza pretesa. . CLAROSCURO Observo el martirio del recuerdo romper el pecado de un momento, de un cíclico pensamiento que cercena el presente en el hombre que miente, en el alma que desde siempre conserva el antiguo exilio de cada mirada dentro de harapos de verdad arrebujada, envuelto entre los infinitos pliegues de los siglos, en el reciclado silencio que no preserva ni siquiera la espera de una nueva esperanza que devele una memoria jamás vana de un fin sin pretensiones. * LA NIENTE SCRIVENTE Non so cosa scrivere. E allora scrivo niente. Niente che scrive me. E non sappiamo chi scrive cosa legge, chi. Io scrivo con niente di cosa, non so. Chi legge? La mente o la niente scrivente? Leggermente piange chi tace e non sente. . LA NADA ESCRIBIENTE No sé qué escribir. Así que escribo nada. La nada que me escribe. Y no sabemos quien escribe que lee, quien. Yo escribo con la nada, de qué, no lo sé. ¿Quién lee? La mente o la nada escribiente? Suavemente llora quien calla y no siente. * IL MANIFESTO CASALINGO DELLA NOTTE Il vetro sibila lamenti intarsiati nelle fessure. Il frigorifero controlla e recluta ortaggi. Tutto è disperatamente vivo. I muri sono saturi di storie crepate. I pavimenti sovraccarichi di cronache quotidiane. La televisione mormora fandonie in sordina. Le porte suddividono le attese. I quadri sospendono i ricordi. Gli specchi insinuano verità celate. Tutto parla e si strugge nella notte. I posacenere sono ricolmi d’oblio. Le foto si interrogano nelle sagome del presente. I divani mortificano i sogni. I bicchieri cozzano nel buio. Le posate e le mensole dormono irretite. I balconi ronfano nel vento. Tutto sconfina al di là di ogni legge. I lampadari indugiano con luci opache. Le ombre farneticano cincischiando. I ripostigli sono maniaci, masticatori di calzature inconsuete. La doccia ingabbia il sudore. I letti ospitano lacrime di secondi. Gli abiti mascherano le personalità. Gli ombrelli si crogiolano nel nulla, appollaiati come sparuti avvoltoi. I libri si nutrono ingordi di sapere. Nei comodini pullulano fantasie inconsulte. Nella cucina regna una storica inedia. Il bagno racchiude vecchie canzoni. Tutto mi parla nelle notti marce di silenzio. I liquori mi avvolgono con le loro storie. I soffitti mi comunicano il linguaggio delle ore. Le tende misurano i miei debiti con il giorno. Le pantofole implorano aiuto. I tavoli banchettano con il vuoto. I corridoi mutano in labirinti. I cuscini soffocano l’aria molle e sbiadita. La casa che mi ospita chiede gratitudine e silenzio. Tutto nella notte si manifesta, e canta. Tutto nella notte va a caccia di storie da sbranare. . EL MANIFESTO CASERO DE LA NOCHE El vidrio sibila lamentos incrustados en las ranuras. El refrigerador controla y recluta hortalizas. Todo está desesperadamente vivo. Las paredes están saturadas de historias agrietadas. Los techos sobrecargados de crónicas cotidianas. La televisión murmura mentiras en sordina. Las puertas subdividen las expectativas. Las pinturas suspenden los recuerdos. Los espejos insinúan verdades celadas. Todo habla y se funde en la noche. Los ceniceros están colmados de olvidos. Las fotografías se interrogan en las siluetas del presente. Los sofás mortifican los sueños. Los vasos chocan en la oscuridad. Los cubiertos y los estantes duermen cautivados. Los balcones roncan en el viento. Todo invade más allá de cualquier ley. Las lámparas se demoran con luces opacas. La sombras deliran holgazaneando. Los armarios son maniáticos, masticadores de zapatos inusuales. La ducha enjaula el sudor. Las camas hospedan lágrimas de segundos. Los hábitos enmascaran la personalidad. Los paraguas se regodean en la nada, encaramados como buitres esmirriados. Los libros se nutren ávidos de saber. En las mesas de noche pululan fantasías inconsultas. En la cocina reina un histórico aburrimiento. El baño encierra viejas canciones. Todo me habla en las noches marcadas de silencio. Los licores me rodean con sus historias. Los techos me comunican el lenguaje de las horas. Las cortinas miden mis cuentas con el día. Las pantuflas imploran ayuda. Las mesas en banquete con el vacío. Los pasillos mutan en laberintos. Las almohadas sofocan el aire suave y desabrido. La casa que me hospeda pide gratitud y silencio. Todo en la noche se manifiesta y canta. Todo en la noche va a la caza de historias para devorar.
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da “Disgragie” – 2010 © Fernando Antonio Buccelli
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Antonio Bux (Fernando Antonio Buccelli) nasce a Foggia il 16 ottobre del 1982. Dopo aver terminato gli studi, all’età di vent’anni inizia a coltivare esperienze di vita e lavorative nella propria città natale e al di fuori di essa, soprattutto a Firenze, dove trascorre un intenso periodo, per poi espatriare in seguito all’estero. Difatti va a risiedere in Spagna, a Barcellona, dove trascorre questi ultimi anni. Da parecchi anni si dedica alla poesia e alla letteratura, oltre che a cimentarsi in traduzioni in di poeti iberici e latinoamericani.
Le sue opere sono tutte inedite, anche se ultimamente alcune sue poesie sono apparse su diverse antologie e su alcune riviste letterarie di poesia sia nazionale che internazionale, dato che moltissimi suoi componimenti sono stati tradotti in lingua spagnola (con l’ausilio e l’amorevole supporto della professoressa e scrittrice argentina Ana Caliyuri) mentre di recente, oltre ad apparire con molti testi su vari blog e siti letterari di poesia, è entrato a far parte della redazione per il sito giovinastridikolibris.wordpress.com della casa editrice Kolibris; casa editrice curata e fondata dalla poetessa Chiara De Luca.
È in attesa di quel pazzo editore che si interessi del suo lavoro e gli pubblichi la sua opera prima.
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Ana María Caliyuri, nasce il 23 luglio del 1955, ad Ayacucho, nella provincia di Buenos Aires, in Argentina. Attualmente risiede a Tandil, Buenos Aires, Argentina. È docente in pensione, produttrice di programmi radiofonici e televisivi, e scrittrice. È membro delle associazioni SADE, CEDRO, REMES. Ha al suo attivo moltissime pubblicazioni e riconoscimenti sia a livello nazionale che internazionale e collaborazioni varie tra Argentina Spagna e Italia. Numerose anche le traduzioni per vari poeti italiani.

20 risposte a “Poesie di Antonio Bux (Fernando Antonio Buccelli) – Traduzioni a cura di: Ana Caliyuri e A. Bux (post di Natàlia Castaldi)”
Ciao Nat, grazie per lo spazio offertomi su questo splendido blog.
Spero che le mie parole valgano e attirino l’attenzione dei frequentatori di questo spazio poetico.
Un abbraccio e un saluto anche da parte di Ana
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Grazie a te, Antonio e ad Ana, è un piacere averti qui.
quanto al commento di Fabio, che reputo positivo ed incoraggiante, concordo sul giudizio per “Composizioni Acerbe”, mentre noto già un taglio e un superamento degli schemi tradizionali nelle ultime tre poesie postate, in cui si fa ben sentire la tua voce e la strada che credo ti sarà naturale perseguire.
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interessanti ma acerbe davvero; per esempio il gioco sulle stagioni che apre il primo componimento lo trovo un po’ raziocinante. ma data l’età del poeta credo saprà presto trovare la via giusta per sviluppare il potenziale che, ripeto, è interessante
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il mio è un commento più che positivo proprio alla luce degli ultimi componimenti che, come nota Natàlia, portano in seno un altro dettato, più personale
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Grazie, ho letto solo ora i commenti.
Allora, c’è da dire che queste poesie non appartengono allo stesso lasso di tempo.
La collocazione temporale è all’incirca questa:
Composizioni acerbe (2007)
D’acqua (2008)
Chiaroscuro(2010)
La niente scrivente (2009)
Il Manifesto casalingo della notte (2006)
Purtroppo, non ho tutto il mio materiale tradotto, e quindi, ho fatto una selezione mirata su questo, anche se, devo dire, ho riscontrato favori su queste poesie da parte degli amici, appassionati, e più o meno addetti ai lavori.
Di mio, posso dire che non sono soddisfatto del mio lavoro, e mi vedo lontano da avere una forma ed una voce già mia ed uniforme, se mai la raggiungerò ovviamente, non è scontato che io vi riesca.
Tuttavia trovo che il mio sia un “laboratorio” (dove tutti sono invitati, per consigli collaborazioni, aiuti, critiche ecc ecc) che sperimento giorno per giorno, con poche e alterne fortune e tante prove, riciclaggi, tentativi, riassemblaggi. Come un pò tutti noi, facchini del verso, più che artigiani della parola :-)
Volevo aggiungere che trattasi di poesie estratte da una più ampia silloge che, suddivisa in capitoli, attraversa varie sfere tematiche e, partendo da questo presupposto sottolineo che “Composizioni acerbe” è l’ apertura del terzo capitolo ” La RadiceMentificazione” (capitolo incentrato sul rapporto odio/amore tra uomo e natura/terra) e che non a caso accenna ad una “quinta stagione” dove questo passo specifico poi si collega al capitolo settimo, intitolato appunto “Verso la quinta stagione” dove il cimento poetico va crescendo e la maturazione procede verso una fase evolutiva (spero).
Bè, questo è per dire, se si analizza singolarmente il componimento e si prende in considerazione la sua struttura sono concorde con Fabio e Natalia, ma se allarghiamo il campo bisognerebbe trovare un’interconnessione tra i vari allacci della silloge.
Se un giorno un pazzo editore vorrà assumersi questa noia di annoverarmi tra le proprie pubblicazioni, sarà mia premura inviarvi il tomo! :-)
Ovviamente, tornando ai miei testi, mi reputo molto acerbo e indovino poco…molto poco :-)
Però insomma, il mio piacere di sentirvi discutere sui miei testi per me è già qualcosa di meraviglioso.
Sono piuttosto acerbo su questi aspetti, non solo a livello compositivo.
Ribadisco, sempre a disposizione per ulteriori suggerimenti e aiuti.
Grazie mille ancora una volta
Antonio Bux
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che bello trovare in queste tue parole entusiasmo, speranza, umiltà e voglia di scoprire e scoprirsi mettendosi in gioco con naturalezza, Antonio!
è quello che manca a tanti, sai?
grazie di cuore.
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questo sì che è voler dialogare. grazie Antonio. una curiosità: ma le traduzioni in spagnolo sono dovute a cosa? una prossima uscita in terra spagnola dei tuoi versi? hai partecipato alle traduzioni in qualche modo?
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Grazie a voi per l’interesse e la partecipazione.
Rispondo a Fabio:
Ho vissuto alcuni anni in Spagna, e mi cimento in traduzioni a mia volta di poeti, sia giovani e sconosciuti, come me, sia di altri più grandi (come sa anche Natalia).
Il mio desiderio sarebbe di fare una pubblicazione bilingue, ma dato che la mia produzione è in continuo fermento e cambio la silloge ogni giorno e, non avendo tutti i testi tradotti, per ora mi accontenterei di pubblicare una prima edizione solo italiana, anche perchè ora sto vivendo in Italia, e presentare un libro in Spagna per ora ribadisco, la vedo molto dura.
Ho conosciuto la mia traduttrice, Ana, che ha tradotto tramite il mio ausilio e la mia super visione i testi. Il lavoro lo ha svolto principalmente lei, come ovvio che sia, ma io l’ho aiutata a meglio comprendere alcuni aspetti e a visionare alla fine i ritocchi.
Per ora mi attengo a pubblicare saltuariamente su blog o riviste anche alcune mie poesie in spagnolo, e anche delle traduzioni.. a breve verrà pubblicato su una rivista italiana un poeta di Madrid, giovane, che ho tradotto (Javier Vicedo Alós), sto aspettando un suo cenno in proposito.
Grazie per l’interesse ancora una volta, a vostra disposizione, nel mio piccolo.
Antonio Bux
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basta un verso per capire la stoffa di un poeta e sento anch’io come voi che c’è profondità e utilità in queste poesie. finalmente i versi ritornano a scardinare tempo e spazio per resuscitare i morti che camminano (intorno a noi). Quando la mente si placa, affiora il verso dell’anima.
Saluti
M.
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… Y el otoño
nos ha relegado
en el invierno de las cosas más tristes,
sujetos en el eco
de una primavera nunca satisfecha de flores
solo una piccola cosa.
in spagnolo suonano e vibrano, in italiano un po’ meno.
almeno per me.
complimenti e auguri a box, e ammirazione per la sua umiltà e voglia di mettersi in discussione.
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sorry….bux* :-)
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…e l’autunno
ci ha relegato
nell’inverno delle cose più tristi
(vabbè, mi è scappata, scusate :)
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Salve a tutti, grazie a Stalker e a Massimiliano per le testimonianze.
Per Massimiliano: la tua generosità mi confonde, ti ringrazio.
Sono convinto anche io che basti poco per scorgere l’infinito in ogni anima sincera, quando questa si apre.
Per Stalker: sono convintissimo anche io del fatto che queste poesie selezionate per questa occasione abbiano una musicalità e presa maggiore in spagnolo, anche se il contenuto è poi lo stesso, però assumono una connotazione che le fa leggere più sentite, traslate nell’iberico idioma; forse proprio perchè, e non vorrei dire una stupidaggine, l’aver vissuto alcuni anni in Spagna, ha cambiato anche la maniera di formulare i pensieri.
Magari sbaglio, comunque ribadisco, anche io a volte le preferisco in versione castigliana, anzi in questo caso, latina (non dimentichiamoci che Ana è argentina)
A presto e grazie :-)
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caro bux,
l’aprirsi di un’anima è cosa assai rara. ma quando accade è come il volo di una farfalla dopo la prigione.
gli esercizi di stile e di non sense, oggi,aimè , abbondano e saziano la bocca degli insicuri. dei più …
a presto e in bocca al lupo.
M
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concordo, e mi annovero nella schiera degli incompententi e degli insicuri !!
:-)
Purtroppo viviamo in un contesto assoluto di autoreferenziati che si acclamano tra loro… io non voglio avere la presunzione di sapere o di essere certo di aprire la mia anima, certo è che , sollecitandola, scassinandola, prima o poi spero spalanchi le sue ante…e vedremo che esce.
:-)
Grazie Massimiliano, crepi e in bocca al lupo a te per le tue cose, non so quali siano, ma di sicuro saranno cose interessanti, ciao!
Antonio
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se un auto referenziato è sincero e cerca l’autenticità nell’espressione, per me è ok.
spesso un poeta è un cavallo in mezzo a tanti asini e può sentirisi costretto a ragliare pur di ricevere approvazione: personalmente preferisco chi nitrisce per evocare a se altri cavalli. . .
oppure può sentirsi inadeguato, come un cane o un maiale in un salotto buono ma il fatto è che – personalmente – vedo sempre nella poesia uno scatenamento, un processo di di liberazione simbolica che non tutti naturalmente sono chiamati a intraprendere: fuori da questo tentativo di libera espressione c’è gioco , passatempo, sfogo e mille parate.
mi ha fatto piacere avere la possibilità di scambiare con te due o tre considerazioni con te.
saluti
M.
P.s: se ti interessa, ho un piccolo sito che puoi visitare : massimilianoantonucci.it
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Lettura veramente interessante. Ho notato anche io la differenza fra le prime opere e le ultime. Bella la spiegazione dell’autore che denota una buona umiltà di base che in questo mondo è merce molto ma molto rara. Grazie a Natàlia per la scelta.
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io amo il raglio d’asino
è voce fuori dal coro
per me è musica
senza voler *evocare* nessuno a se
solo un libero raglio
una risposta a massimiliano
certamente non un commento alla poesia di bux
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il raglio dell’asino è sublime. siamo animali: dobbiamo scrivere.
“se un auto referenziato è sincero e cerca l’autenticità nell’espressione, per me è ok”.
un saluto a tutti.
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Ciao ragazzi, non mi arrivano le notifiche, vorrei ringraziarvi tutti.
È davvero notevole “il raglio dell’asino” mi ci ritrovo … sono passato da un belato di pecora al gracchiare di un corvo, per arrivare al raglio dell’asino, speriamo un giorno di ruggire come un leone!! :D
Ciao a tutti raga
Antonio B.
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