Poesie di Carmen Gallo*
[Con Carmen Gallo prosegue la rubrica di poesia contemporanea di poeti nati negli anni ’80. In ordine sono stati pubblicati Fabio Teti, Greta Rosso, Valentina De Lisi, Chiara Daino, Domenico Ingenito e Simona Menicocci. Per ciò che concerne i testi di Giovanni Catalano, Luigi Bosco e Luciano Mazziotta, in quanto redattori di Poetarum, si rimanda ai link di altri blog: Stroboscopio per Bosco, La poesia e lo spirito per Catalano e La dimora del tempo sospeso per Mazziotta. Segnalati da G. Montieri e N. Castaldi in più Riccardo Raimondo e Nadia Tamanini.]
Dalla raccolta inedita Paura degli occhi
*
Come avere
paura degli occhi
come sapere
che tutte le bocche
professeranno il falso
e per prima la tua
dirà cose che non vuole
vedrà cose che non sa
ed il vero e falso verde
resta nelle parole
che non riconosco
perchè hanno la tua forma
la calce bianca dei tuoi sensi
deformati per l’occasione.
Parole annerite, scartavetrate,
cercano rifugio tra le mie
ma non trovano
che una pace fatta di spilli,
di mura
che non tengono,
di soldati
che non parlano la tua lingua.
*
Lo stretto e il necessario
attraversa lo spazio
tra l’impero e il suo contrario
l’insonnia gira
intorno agli occhi
cerca un varco
per farsi mare
e in tanto piove addosso
la tua legge divina
burocrazia del creato
allunaggio mancato
ufficio reclami
dei giorni dispari e pari.
Nella stanza mani vanno e vengono
s si respira il sale
delle ferite da cicatrizzare.
Inclinare il piano del sacrificio
e in silenzio chiedere aiuto
nel varco delle braccia
nel vuoto delle braccia
farsi mare, e cancellare l’acqua.
Da Dis-anime
*
Lo dicevi che le mie parole
sono sempre troppo poche
e che non vanno da nessuna parte
Mentre tu vai e vieni
per invertire l’ordine delle ore,
Io sono ancora immobile
nel giorno che pure ho scelto
Di non essere quello che sono.
Non trovo la faccia
Che mi rendeva
Soffitto del tuo andare,
E le scarpe, mura sottili del mio dire,
Una volta
specchio del tuo.
*
Rimane pur sempre il fiato
Che non dice
Più del necessario
La testa appesa fa linguacce
La donna accanto
Tesse i fili
I polsi legati
Sono più al sicuro
Di tutto il resto.
Attendo il colpo,
il freddo, la caduta
di ogni tua condanna
Come terra
arrivi
Dritto negli occhi
Lasci ciglia a bocca aperta
*
Esamino da vicino
I palmi ancora tesi
nidi di ortiche
Botanica degli eventi
dove ogni cosa
È sua contra natura
Perché nessun recinto salva
dai tuoi mali verticali
E ancora rincorrersi,
con le mani cucite sugli occhi.
*
È arrivato il dono, il fuoco
Il rosso
È arrivata la terra, la città
Che non conosco
E dovrebbe essere facile
A questo punto
Sistemarvi al centro
La lama visibile dei polsi
La schiena curva delle parole
E lasciare che gli occhi sentano
Che la pelle infine veda
Ma la mano ancora trema –
ed io resto immobile
A guardare la trama
Che hai scelto per me
La sollevo e penso,
Scegli me,
Scegli me.
*
A Valediction: Forbidding Mourning
(riscrittura da J. Donne)
Quando torni?
(Come spiegarti
Che ho gettato a caso
Tutti i miei sassi)
Ma cosa fai, lì?
(Stendo con le mani
Pieghe su pieghe
Per fare più stretto il vestito)
A che pensi?
(A scontare, elencare, imbiancare
Pareti, specchi, calendari)
Allora a dopo.
(Un passo dopo l’altro
Completo il cerchio
Inciampando sempre sulla fine)
Sì, a dopo.
Da Ben altro è sulla terra
C’erano ancora i solchi
Delle tue mani sui fianchi.
C’era ancora il sangue
dei tuoi tagli verticali.
*Nota biobibliografica
È nata a Napoli nel 1983. Si occupa di poesia metafisica del Seicento inglese (Donne, Herbert, Crashaw) e dei rapporti tra teologia e letteratura, che sta approfondendo nel Dottorato in Letterature Comparate giunto quasi a conclusione all’Università “L’Orientale” di Napoli. Ha scritto su Donne, ma anche su Beckett e T.S.Eliot, ed ha in progetto di curare l’edizione di alcune opere di Thomas Traherne. Con le sue poesie ha esordito nel 2006 organizzando e partecipando con altri poeti e artisti napoletani alla mostra itinerante di poesia e pittura “I Dis-Armati”. Nel 2009 è stata finalista al premio Mazzacurati-Russo “I miosotis” per la poesia con la raccolta “Ben altro è sulla terra (2007-2009)”, in parte pubblicata nell’antologia Registro di poesia # 3 a cura delle Edizioni d’If. Ha scritto anche per il teatro (Lulamem, 2008, con Marianna Garofalo e Milena Cuccurullo) e ha collaborato con compagnie di teatro di ricerca e video-produzioni. Collabora con la rivista on-line di studi sulla traduzione “Il porto di Toledo”, e con diverse case editrici come traduttrice dall’inglese.
7 risposte a “Poesie di Carmen Gallo”
una misura e un nitore non privi di lampi e sorprese, scosse improvvise e necessarie.
Che bella scoperta, per me. Amo il tono di questa poesia.
Un caro saluto,
Anna Ruotolo
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Bella sorpresa anche per me. Poesia “pulita” e ben strutturata. I versi mai banali e scontati. Complimenti.
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Grazie Anna, per aver sentito le “scosse”. Un caro saluto anche a te.
Anche a te Gianluca, grazie davvero per il commento.
c.g.
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Mi sembrano poesie di un grande nitore, con una cura formale e una cadenza meditativa, forte, piana ma ricca di increspature verbali, ma senza fronzoli e compiacimenti. Mi piace molto; brava Carmen.
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Condividiamo la passione per la poesia inglese ma poco altro. Questi testi mi sembrano un po’ poveri sinceramente. Quando c’è poca musicalità, parole non troppo ricercate, immagini scarsamente originali, qualche concetto interessante altri banali, sì pulizia dei versi ma dovuta anche alla estrema brevità degli stessi… allora non rimane molto. Un saluto.
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