L’OMBRELLO BULGARO DI CERTI AMORI

Come chiusa alla città, strada ultima
la nostra di sterrati, varco ai campi
fazzoletti di orti poveri e un binario
morto prima che il trambusto
di edilizie popolari confondesse
nelle case i sogni ai figli
e ai ferrovieri.
Poi cornici di anni argento poi
traslochi sempre ancora le canzoni
Brecht e Brel, e mio padre dipinge
quadri blu senza alcun volto, musa inquieta
lei, eppure vira all’oro in aura bionda
di capelli tutt’intorno quando impasta
di campane la mattina.
L’ombrello bulgaro di certi amori
e la mia disposizione al non perfetto
fanno il resto, e risulta il cielo a giorni
solo un vuoto fatto pieno di materia
inconsolata sopra noi, ai ferri corti
di paure zavorrati sugli altari dell’asilo,
Dio, asilo, fammi entrare.
Così prendo per le orecchie i sacchi neri
spazzatura messa fuori, poi mi porto
in processioni articolate, io il corteo
e chi lo guida, fanalino in coda
all’occhio poco pianto che mi appanna,
e trovo madri ovunque vada, carne espansa
benedetta per la fame mia pagana
di un amore
acqua pane
miele latte
salvazione.
*
(MALEDETTI TUTTI I MIEI) LANGUORI PRIVATI
I tralicci
con la luce e il telefono
staccato,
pioggia a filo
parallelo
su binari musicali.
che a guardare gli avambracci
di qualcuno mentre suona io potrei starci
le ore, questo il fatto se reato non
sussiste resto libera a sognarci
sopra storie di carezze a pelle nuda
e nervi tesi in trasparenza le imposture
dei poeti che colpiscono alla nuca
di dolcezza come baci
maledetti tutti quanti,
tutti i miei
languori privati,
chicchi duri
melograno
in punta ai seni
(sei
da morirti
sopra piano
come un pianto
nelle mani
di piacere).
*
NEBULOSA
Eravamo un grumo solo
di bellezza quella notte,
quella prima
che esistevi tra le mani.
Il mio pùlsar, stella viva
nel cardiaco del sangue,
nebulosa
di lampioni dietro vetri
mentre piovi luce e luce
sui miei giorni.
*
MODI A NON MORIRE
Verso sera i cornicioni
dei palazzi
fanno tele per ritratti
alle persone
dietro vetri guardar fuori
come piove
nelle luci dei lampioni.
Il violino di chi chiede
col cappello
stride e stona di miseria
alle vetrine
e straniero il ragazzino
del carrello
fuori il market già sorride
per quell’obolo incastrato
la fessura
troppo stretta sempre e fretta
di cercare
cosa poi e che cos’altro
se non modi
a non morire un giorno a caso.
Nell’opale del mio mondo
tempo lento
colpi a salve di campane
come ovatta
nella nebbia
clandestina.
*
NESSUNO CHE PARLI ESPERANTO
Mani a coppa sopra gli occhi
e la lampada che alogena
di rosso le fessure come
sotto campane di neve.
Qui nessuno che parli esperanto
o una lingua che sappia di sole,
qui si dorme con armi e vestiti
per far fila domani a pagare
Malora di Langa e questioni
private di voglie infingarde
nel vivere avaro di baci
sul collo e notizie
buone da bere.
______________
Silvia Longo nasce a Cuneo e vive ad Alba (CN). È presente in:
Romanzo corale “EStemporanea 24 donne per un romanzo” A cura di Anna Maria Fabiano. Edizioni Liberodiscrivere – Genova Anno 2005
Raccolta poetica “Anatomia di un battito d’ali” a cura di Manuele Dalcesti, Edizioni Liberodiscrivere – Genova Anno 2005
Raccolta di fiabe “A mezz’aria” a cura di Anna Maria Fabiano, Silvia Longo e Giorgia Pedrotti Edizioni Liberodiscrivere – Genova Anno 2006
Raccolta di racconti “Amantidi – Carnefici” a cura di L. R. Carrino, Edizioni Magnum – Sassari Anno 2006 Raccolta di racconti “Amantidi – Vittime” a cura di L. R. Carrino, Edizioni Magnum – Sassari Anno 2006
Raccolta di racconti “Giulia, Sofia, Caterina e le altre” Sperling & Kupfer – 2006
Raccolta di racconti “Ciao, come sto?” A cura di Rossella Pirillo. Edizioni Liberodiscrivere – Genova Anno 2006
Romanzo corale “Malta Femmina” a cura di Anna Maria Fabiano Editrice Zona – Civitella in Val di Chiana – Arezzo, Anno 2009

17 risposte a “[eppure inediti] – Le coup du parapluie bulgare – poesie di Silvia Longo (post di Natàlia Castaldi)”
Eh, continuo a bussare al blog abbandonato di Silvia su Splinder. Grazie a te la ritrovo qui. La poesia di Silvia è una miniera di tutto.
Grazie
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Sono felice di averla portata qui. La sua poesia è “una miniera” di sensi, immagini, ricordi, odori… tutto scorre come una pioggia che lava e disseta, a volte inzuppa. Fa sorridere e fa male, ma sempre con quella voglia di guardare avanti, una forza “femmina” e morbida come le parole che cesella.
grazie Gino.
n.
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Lei. Splendida. Sempre.
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è molto interessante, vorrei conoscerla meglio anch’io.
Blumy
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…un incanto dei pensieri.ascoltare i suoni d’attorno.come un violino randagio e lo stridere di un carrello o,meglio,il trascinare del sacco dell’immondizia.abbassando la voce,magari,tanto per sentire che rumore può fare il cuore.belle,tutte e quattro,milioni di volte…
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mi piacciono molto.
(MALEDETTI TUTTI I MIEI) LANGUORI PRIVATI in particolare.
insomma, catturata :)
stefania
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Grazie di cuore, Natàlia di luce, per questa opportunità. Per avermi stanato e portata qui. Ciò che hai messo di tuo, il disegno e il video, sono prova di come si possa vibrare su lunghezze d’onda simili, su frequenze di cuore e inchiostro e Bellezza.
Grazie a ciascuno di voi, per i commenti gentili. Gino, non sapevo di trovarti qui, è un piacere!
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*Gino è una colonna portante per Poetarum Silva!! :)
ti ringrazio Silvia per queste tue poesie, a breve vorrei postare altro sia di tuo che di Maria Iervolino, giacché per me siete tra le voci femminili più limpide e nuove che abbia ultimamente letto.
a presto dunque ed ancora grazie d’esserci.
n.
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il contatto qui avviene con tatto.
da degustare
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Ciao Silvia, il piacere di ritrovarti è grande.
Nat, effettivamente son fatto di ottimo calcestruzzo… (:-D)
Bacissimi
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incantato da cotanta, brillante, scrittura.
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Grazie, per l’accoglienza e l’attenzione. Per ogni vostra cura.
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Ehmm… questa MUSICA mi ricorda qualche cosa!
Silvia ha un orecchio (talento) immenso. Potrebbe fare poesia anche solo con i nomi e i cognomi dell’elenco telefonico.
Ma preferisco il caleidoscopio iridescente, dai calibratissimi bagliori, che riesce a trarre soltanto gettando uno sguardo disincantato dentro la sua ricca umanità, dove il dolore si unisce carnalmente ai sensi, in una strana miscela, e la felicità è quel qualcosa di sommamente inafferrabile che si fa gioco di noi tutti ad appena due dita di distanza.
Càpita raramente di leggere versi che coniughino così bene novità di stile a contenuti non scontati. Càpita solo con i Grandi.
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Paolo Sciola, sottoscrivo ogni sua parola.
nc
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Ringrazio tanto Paolo, che molto in termini di musica mi ha insegnato.
E ancora Natàlia, ospite impareggiabile.
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Grazie a voi, donne dall’anima grande.
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bravissima…
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