Ci spostavamo verso la vita.
Ricordo che cercammo per giorni e giorni.
Era buio, la notte dentro quella sabbia
non cedeva mai di un passo il nostro cammino.
– Noi siamo il mare.
Ripetavamo spesso
– Noi siamo il mare.
Come onde che dicono e ripetono il loro nome alla terra mute
noi lo dicevamo a noi stesse.
Noi eravamo un mare.
Una lunga carovana di ombre date
disseminate in giorni senza fine
tuniche che hanno lasciato il corpo tra i campi
e come lievissime tracce si disperdono
come semi in sentieri senza orme
turbolenze in raccolti d’aria segni diari degli uccelli
e più in basso ascoltando le vibrazioni che assalivano le piante
dai piedi attraversando anche il nostro corpo
riconoscevamo
dalle tante nostre paure le voci della terra
parole dimenticate da troppo tempo devastate frantumate
dall’ignoranza degli uomini.
Avevamo lasciato le nostre case di notte
in una notte che durava ormai da mesi da anni addirittura da secoli.
Indossavamo lunghe vesti nere
noi eravamo sconosciute a noi stesse
le une addossate alle altre quasi a formare un corpo solo
di frammenti . Non era facile per noi così rapprese vedere
la compagna madre amica sorella
ma dal profondo l’una con l’altra noi
ci sentivamo una sola frontiera e da quella
cresciuto nel buio nascevamo ora per ora un corpo il nostro
che con fatica tentava di mostrarsi
tentava di affacciarsi al nostro sguardo impaurito e sottomesso
ma non aveva ancora luce sufficiente.
Una specie di follia ci teneva sveglie
i sensi tesi protesi a sentire anche il più lieve fruscio di una veste
un battito il respiro di una fonte.
Il vento era l’abito comune e la casa
da giorni ci portava con sé impetuoso e forte
Noi un popolo in lutto
ci sentivamo una parete su cui segnare un cielo terso
una fuga di valli e lune morbide mattine oasi d’estate
gigli densi di bianco e scritture di pollini un mare di colombe fattisi volo
dentro le onde. E fu così che avvenne
che finalmente raggiungemmo il cielo
in un liquido tramonto valicando l’infiammata
montagna della nostra costernazione
là come grida di uccelli noi
liberi azzurri sul limite di un orizzonte finalmente nostro.
.
f.f.

3 risposte a “In direzione dell’acqua.”
domanda: come e da quando è abilitata la funzione widescreen?Non è possibile eliminarla?grazie,f
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– credo vada in automatico, non so come eliminarla se qualcuno sa farlo si faccia avanti :) –
è bellissima, riempie di una sensazione d’ampio respiro, d’immenso.
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un mare che si fa cielo, un fusione d’azzurro nel varco di fuoco… che belle immagini ho “sentito” con questa tua, che bella armonia…
grazie.
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