Canto serale (Georg Trakl)

 

La sera, se andiamo per oscure vie,
smorte ci incontrano le nostre ombre.
Ora chi ha sete
beva le bianche acque dello stagno,
dolci i lamenti della nostra infanzia.
Morti in riposo sotto il folto sambuco
guardiamo grigi gabbiani.
Nubi primaverili coprono la città buia
che tace i tempi di monaci eletti.
Quando io presi la tua mano esile
battesti piano gli occhi rotondi:
ora è perduto.
Ma se una buia armonia penetra l’anima
appari tu bianca ai paesi autunnali del cuore.

6 risposte a “Canto serale (Georg Trakl)”

  1. ormai la sera è sempre e le oscurità del pensiero che nutriamo non sono vie praticabili.Ombre, troppe ombre confuse in un unico blocco, non come qui, in cui ciascuna ha un preciso segno, una precisa indicazione da offrire. Grazie,ferni

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