Con le mie palpebre vorrei proteggere

Con le mie palpebre vorrei proteggere
la mandorla nella mano ma il tuo occhio
deve errare nella notte in esilio
per toccare oggi che sei nato il seno
domani le labbra di quella donna
in grado di svelarti col bacio
il segreto che nel parto gridiamo
madre e figlio quel richiamo nel ramo
proprio ora che non ci si prende più

Non comprendi gli strilli nel tuo cranio
se ho fame voglio per me tutti i suoni
o semplicemente odio l’odore dei mediocri
né comprendo la calma che hai in gola
perchè non puoi sposarmi se ci amiamo
mi dici che ogni figlio ammazza il padre
per farsi grande il padre pone il cranio del figlio
nel palmo vedi- dice- basta una leggera
pressione per fracassare il mondo

di Dome Bulfaro, tratta da “Poeti Italiani Underground” ed.Net Poesia 2006

13 risposte a “Con le mie palpebre vorrei proteggere”

  1. Mammamia! Dome è proprio un grande … guardo attonita lo scenario che disegna, con la foto da te scelta, Antonella, l’impatto è fortissimo
    uno schianto al suolo questa nascita, questa fragilità, questa potenza impotente nel suo grido fragile nell’effimero.
    ammoutolisco, ogni mia parola risulterebbe “vuota” ed inadeguata.

    "Mi piace"

    • Dome ho avuto il piacere e l’onore di conoscerlo durante la presentazione dell’antologia sul “il corpo segreto: Corpo ed eros nella poesia maschile” della lietocolle un paio di anni fa…un giovanissimo poeta underground…

      "Mi piace"

  2. Prima prole
    (Simone Bocchetta)

    Sento già il gemito
    che mi toccherà i piedi
    fino ad una certa età,
    le ginocchia a pochi anni
    e via via fino a superarmi le spalle
    mentre s’incurvano
    ancor più irrimediabili.

    Sento già le mille risa
    con una vaga eco
    data dal tuo stare
    in caverna di madre,
    dal tuo essere ancora da nascere
    che mi fa rinascere e mi cambia.

    Mi sento tremante,
    uno scalino per volta sicuro,
    perché ora che ci sei
    la nostra discesa
    sarà dolce
    quanto la tua salita.

    "Mi piace"

  3. Con le mie palpebre vorrei proteggere
    la mandorla nella mano ma il tuo occhio
    deve errare nella notte in esilio
    per toccare oggi che sei nato il seno
    domani le labbra di quella donna
    in grado di svelarti col bacio
    il segreto che nel parto gridiamo
    madre e figlio quel richiamo nel ramo
    proprio ora che non ci si prende più

    Non comprendi gli strilli nel tuo cranio
    se ho fame voglio per me tutti i suoni
    o semplicemente odio l’odore dei mediocri
    né comprendo la calma che hai in gola
    perchè non puoi sposarmi se ci amiamo
    mi dici che ogni figlio ammazza il padre
    per farsi grande il padre pone il cranio del figlio
    nel palmo vedi- dice- basta una leggera
    pressione per fracassare il mondo

    Come a dire che si commenta da sola.
    Resto basito e soccombo, senza dimenarmi.
    L.

    "Mi piace"


%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: