Per fare tana

Per fare tana
dentro me stessa
una me stessa di lan(i)ata
in corpo rata con milioni di altri
soli alla fermata
corrente nel rebus dell’insensata p(r)osa

– conosci nella vita te stesso. –

Ma quale? E dove mi cerco?
Me, me stesso? Lo cerco come un altro?
Steso tra l’inizio e ciò che non so ho
già in corpo la fine
una pneumatica algebra di respiri e
compilate azioni logiche di topo-
grafie di pazzi.
Pa(la)zzi per ronde manicomiali
esecrate gesta altergo
di un alter ego che si riformula in scopie del niente.

Niente è
ciò che viene
detto
è la parola so(g)l(i)a
una frantumazione di qualcosa che copre il corpo
che lo brucia in-cene-rendo
un pasto consumabile.
Giochi
pretesti
summe te-o
logie di post-azioni
referendum elettor(e)ali
di uno sperpero continuo
all’interno di un fallo che si erge a maestro.

Non c’è altro?
Delirio la caduta è
senza fine?

In utile l’ inizio?

P(r)osa dio?

E l’essere un grumo
di fum(m)o?

.

f.f.- 12 gennaio 2010

11 risposte a “Per fare tana”

  1. e se la pazzia avesse il germe,il ver-me, che da sempre cresce in queste terre che corrono e non corrodono, nel cosmo rincorrendo…chi? Che cosa se non il mist-ero?
    The mist è la nebbia e il mistero è un velo che offusca,copre ciò che è rendendone in-perfetta la visione. Ciao Morfea e grazie,ferni

    Naturalmente grazie anche ai mie compagni di viaggio, che non vedo l’ora di leggere e conoscere meglio.f

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  2. Natàlia ha fatto lavori, ha ristrutturato la veranda,per avere una vista più ampia nel parco! Ciao api.
    Ciao Enzo.
    f.

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    • no, non è un “bel” testo, purtroppo porta in luce le ferite, le feritoie da cui non si riesce a vedere,respirare la meraviglia che è di tutti, in cui tutti viviamo senza rendercene conto, voltandoci verso un’assurda produzione di oggetti non beni, e tutti di consumo,alienanti e alienabili.Grazie comunque per la tua lettura e grazie per la tua canaria, ferni.

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