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Quando leggo la formula “poetica del vago” mi viene in mente Leopardi, lo Zibaldone e la sua teoria sul piacere. E perciò tutti i piaceri debbono esser misti di dispiacere, come proviamo, perché l’anima nell’ottenerli cerca avidamente quello che non può trovare, cioè una infinità di piacere, ossia la soddisfazione di un desiderio illimitato1. Riassumendo,…

Di Gabriele Doria Ho tanti o pochi amici? Ho già fatto l’amore? Ho sperimentato me stessa? Mi sono conosciuta? Di certo io non odio gli adulti. Non uso ketamina anche se dissociarmi dal mio corpo sarebbe una bella sfida. So come farmi bene. So come farmi male. Sono bella. Sono brutta. Parlo disinvoltamente. Sono…

Di Serena Votano C’è un prima e un dopo ogni romanzo, una traccia immortale di una storia e qualcos’altro, che fluttua nel sottotesto, comprensibile a pochi. Il dentro è Città del Messico, la città in cui William Burroughs ha scritto Queer nel 1952. Ha da poco affidato a una casa editrice il suo romanzo…

Cinzio aveva un figlio e voleva che diventasse calciatore di Serie A, così l’aveva iscritto alla scuola calcio della Savignanese all’età imberbe di sei anni. Il bambino, che a malapena sapeva correre senza inciampare nelle proprie caviglie, si era subito contraddistinto nel non eccellere in nessun ruolo: magro, di statura bassa, non era né veloce…

Nulla di vero è stato mai completamente reale.
Ogni vicenda ha più versioni, più verità, più bugie, più io, le narrazioni sono doppie, non c’è un filone, c’è l’estro. Uno spazio etereo fra realtà e immaginazione, lì vale tutto per noi.
Ci sono storie, poesie, racconti, critiche, autrici e autori che non vivono di un’unica interpretazione. Che non la vogliono e non la cercano, un’unica interpretazione.
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