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Antisillabario – D solitario, preferisce guardare e non toccare

Antisillabario.

Ogni lettera è un personaggio, con una volontà precisa, desideri e paure, deliri e ossessioni. Come ogni personaggio anche le lettere hanno una loro storia personale, un passato con cui fare i conti e un futuro a cui sono inevitabilmente destinate.
Oggi D.

 

 

Una rubrica di Francesco Marangi

 

D camminava sul Lungo Po. Camminava con le mani in tasca. Sarebbe dovuto andare in biblioteca. Avrebbe voluto fumare una sigaretta. D camminava sul Lungo Po e pensava al sole, pensava al sole e alla follia di un’alba o di un tramonto. Pensava al luogo dov’era nato, al mare, alle barche ormeggiate nel porto, all’ombra delle pinete, al fischio del vento fra i rami degli alberi. Avrebbe voluto sedersi e bere una birra con quella ragazza dai capelli corti e rossi. Avrebbe voluto guardarle le labbra mentre lei parlava di Platone e della Nascita della Tragedia e della sua infanzia magari. Avrebbe voluto baciarla, magari toccarle una guancia, forse non proprio la guancia, forse una parte del corpo nascosta, quelle parti del corpo che sempre desideriamo disperatamente, quelle parti del corpo che immaginiamo giorno dopo giorno, quelle parti del corpo che giorno dopo giorno si trasformano e si ingigantiscono, vagine e cazzi, il dolore del parto e la vanagloria dell’eiaculazione. D pensava ai corpi delle donne, al martirio. I corpi delle donne sono pronti all’omicidio. Trascinano gli uomini in buchi di roccia, scavati all’inizio dei tempi: all’interno si svolgono rituali sanguinari. I corpi delle donne: piccoli e grandi seni, a coppie, e un becco adunco, che strappa lembi di carne da una carcassa. Zampe di ragno e glutei, maniglie dell’amore, otto occhi azzurri, enormi ragnatele, petali di rosa. Le pareti della caverna sono umide, forse si tratta di un sistema di caverne, intere civiltà sepolte, lance scudi, carri da guerra, mura merlate, mummie, vagabondi. Donne immortali, bellissime nelle loro armature: indossano collane di denti di squalo e conchiglie e lacci colorati fra i capelli. Strapperanno il cuore ai loro nemici. Sedute in cerchio, intorno al fuoco, mangeranno quel cuore, passandoselo di mano in
mano, in attesa della danza notturna.
D si è fermato, ha chiesto un accendino a un ragazzo con le sopracciglia spesse e gli occhi felici. Poi ha visto A: aveva in mano due bicchieri di birra, si è seduto vicino alla ragazza coi capelli corti e rossi. D li ha guardati, mentre lei sorrideva spalancando troppo la bocca e A le toccava le cosce con la mano destra. D ha pensato che quella notte A e la ragazza coi capelli corti e rossi avrebbero fatto sesso, magari anche la mattina, magari anche se la ragazza coi capelli corti e rossi aveva le mestruazioni. D non aveva mai fatto sesso con una ragazza col ciclo. Le ragazze fanno sesso anche con il ciclo? D ha pensato che non c’era niente di male a fare sesso anche con il ciclo, ma lui non era una ragazza. D avrebbe voluto essere una ragazza? Partorire poteva essere un’esperienza interessante. Forse D aveva le idee un po’ confuse, ma riusciva a capire una persona guardandola negli occhi. Le persone non sono poi così complicate. Le persone hanno solo paura della morte, e vagano per le strade di città o per boschi silenziosi, o scorrono con lo sguardo lungo traiettorie di nuvole appena nate, fra fiori di cristallo caduti dalla troposfera, fra banchi di asteroidi boccheggianti nello spazio profondo. D sapeva che bene o male non c’è differenza fra nascere e risorgere, è questione di abitudine. È più difficile venire all’esistenza o ritornare all’esistenza? Risorgere e gettarsi subito fra le fiamme di un incendio, cercando di indovinare la temperatura della pelle, il riposo dei corpi già bruciati, corpi umani e vegetali, maschere sommerse. Il responso vomitato dalla bocca di una sfinge, il destino monco, senza braccia né gambe, troncato sul nascere dal vento del nord, un vento tedesco, nazista, un vento russo, un vento polare.
D pensava a tutto questo e intanto fumava, fumava e si stringeva nella giacca per il freddo. Non sentiva più il naso. Quando A e la ragazza coi capelli corti e rossi si sono alzati, tenendosi per mano, e si sono baciati, D ha controllato il movimento delle lingue, l’atteggiamento delle dita. Quando A e la ragazza coi capelli corti e rossi sono spariti su per le scale, D ha tirato un sospiro di sollievo: poteva riprendere la strada di casa.

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