Sonno di vulcano, qui sulla mia spalla: Perdutamente, Fosca Navarra

 

Leonora Carrington
Figuras Míticas (Mythical Figure, Dance II), 1954

 

Perdutamente: avverbio di modo. Fa così, Fosca Navarra, nella omonima raccolta d’esordio edita nel 2023 per Ensemble: inserisce i componimenti in un perimetro semantico che determina il senso delle sue parole e accompagna il lettore in un tragitto che dall’amaro giunge fino alle più tenere o disincantate sfumature dell’amore.
Con una lingua curata e rassicurante, nella quale si avverte la eco di alcuni grandi autori novecenteschi, influenza legata probabilmente agli studi universitari in lettere, Fosca Navarra ri-sperimenta il classico inserendo vocaboli (“settembrino”, “greve”, “greggi”, “errare”) e grammatica dalla musicalità tradizionale (“insensate speranze”, “tardo approdo”, “anelanti radici”) in testi dai quali, per riferimenti e temi, emerge comunque la giovane età della poetessa: penso ai “troppi e pochi anni”, al ritrovarsi donna, alla prigionia del focolare che richiama il desiderio di cose altre. Ecco perché alcuni versi qui inclusi – dei quali pubblichiamo un estratto – esplodono in mezzo agli altri per la particolare vividezza, quasi a rompere un ritmo cantilenante e noto, merito della penna attenta e consapevole di un’autrice che appunta, copia, tiene il segno.

 

Di Annachiara Atzei


Cinque poesie da Perdutamente (Ensemble, 2023)

Dirimpetto

Tutto è senile da tempo,
le case
son ossi di pollo spolpati
e alle magre impiccate finestre
si stagliano storie in pendenza.
*

Volare è morire

Capita a volte che un mandorlo in fiore
si lasci scuoiare dal vento
e che pianga imprevisti brandelli;
nei fiori piombati
coi petali cerei scomposti
c’è tutta la morte.
*

Illusioni sull’autunno

Fuori si respira un tempo lieve
tempo di settembre allegro e monco
manca ormai l’autunno
e gli alberi le foglie le colline
resteranno verdi e settembrine
come noi al mattino presto
o in tarda sera
che cerchiamo
con lo sguardo sul soffitto
tracce e ispirazioni.
Nel pensiero puro e astratto
delle nostre fondamenta
ci illudiamo sull’autunno
quasi il suolo per millenni di raccolti
non si fosse impoverito.
Fuori si respira un tempo greve
sudicio di fiati e avvenimenti
tempo di principio di un discorso;
molti hanno da dire
ma l’inchiostro è già finito
e noi dettiamo e basta
chissà cosa a chissà chi.

*

Roma / Firenze

Era un respiro al mattino
sui queruli prati, sui bronchi morenti
che stanno a pregare il maestrale,
che stirano afflitti
le fronde alla chiara galera,
riapparsa ai confini tra il bene
e il delirio, a tal punto tenace
che io ridivengo memoria
e insensate speranze
e anelanti radici
alla cima di tutto quel vento
che nutre le greggi
e mi affama.
*

Vegliare su A.

Privilegio. Tu che appari
nel torpore indistricabile dal buio
meno rosso, e disarmato
della tua faretra
strabordante di parole.
Sonno di vulcano, qui
sulla mia spalla. Un mugolare,
rapsodo bambino del rovescio
dei tuoi arazzi cerebrali.
Tu che dormi,
io che ti contengo
e d’improvviso
cado giù dal ramo.


Fosca Navarra è nata nel 2000 a Napoli dove vive e studia lettere classiche all’Università Federico II.
Nel 2021 è stata selezionata tra i semifinalisti del Premio di Poesia Wilde. Perdutamente è il suo libro di esordio.

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