Sogno n. 1

Inutile aggiornare cartelle vuote e sogni,

con l’imbarazzo muto che riservo alle

giornate più tese, incespico svogliato

nell’indolenza piatta, belga o olandese,

fiandra battuta dal vento di memorie

appuntite, la mia destrimane specie d’uomo.

Sipari abbassati su mobiletti Ikea,

rappresentazioni pallide dell’ovvio.

Trilli

di telefoni immaginati, vivaci colori,

spericolate nebbie mascherate da luci,

fanali stinti, parabrezza morti di sonno:

fossi attendono, accoglienti, le spoglie

viventi dell’accaduto.

***

Si piantano bulbi nella terra ombrosa,

raccolti i capelli in una matassa spenta.

Non è questo il momento per partire,

humus di notte, germoglia la vita.

Sottile passa ogni anglicana confessione,

non udrai più parole sbagliate, nessun

suono verrà a seppellire il moto allegro

del lapis che incide la pietra.

Ai quattro canti del mondo segni di

Primavera, riscossa di verde la strada,

con alberi alti, finestre addobbate a festa.

Scaffalature nuove per pareti altrimenti

vuote.

Pensieri-lucciola si oppongono

sfiniti alla permanenza del buio, all’occhio

stanco che spreme la luce.

 

4 risposte a “Sogno n. 1”