
Di seta
Passare
palmo a palmo il tuo corpo
nell’ombra sottile
di un pomeriggio nato a metà
e per metà concepito,
mentre fuori è un inverno feroce
e io accedo ai tuoi placidi occhi
interrati nelle parole che mi stavi dicendo
un attimo prima di vestirti di luce.
***
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DALLA PREFAZIONE DI SILVIA COMOGLIO
“L’orizzonte della scrittura e dell’esperienza del linguaggio è un orizzonte estremamente mobile, lontano e prossimo, in una fuga e rincorsa incessante e inarrestabile. È una ricerca condotta in Urgimi addosso a partire da una domanda che affiora alle labbra dopo un lungo percorso interiore in modo, sembrerebbe, sorpreso e involontario, come se ci si trovasse di fronte ad una epifania: “Cos’è lo scrivere?”. Lo scrivere, si risponde, “è l’arredare stanze di un edificio che ancora / non esiste”, di un edificio che Roberto Uberti costruisce tentando di vanificare il vuoto, opponendo al vuoto superfici di molteplice portata e dimensione per compensare il limite del dire e del dirsi.”
(…)
“Urgimi addosso è l’istante in cui tutto si manifesta ed esperisce e da cui tutto si sprigiona nella sua completa pienezza. Il lampo in cui il mondo ci contiene e noi conteniamo il mondo, perché è il luogo e il tempo in cui restando sospesi “tra il vuoto e la vita” si fondono la notte e il giorno e appaiono così “tutte le stelle della verità”.
*** *** ***
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Il vento d’inverno . È sangue di vetro che scorre nei polsi ascoltati del giorno, è fiume in tempesta dentro tutte le lacrime ancora da nascere, è ferro ed è fuoco in un giro di me mentre vado verso il cuore di un cielo solenne. . Il vento d’inverno è il tintinnare di gocce di ghiaccio nei miei occhi da allegare a una mail che ti mando stasera o stanotte per vederti rinascere ancora nelle fiamme che il vento d’inverno disegna su pagine accese di freddo. . *** . Cos’è lo scrivere? È l’arredare stanze di un edificio che ancora non esiste. È il farsi carico di un orizzonte muto – sviluppare lunghe nenie interne mai interrotte. . È il ripercorrere le prospettive lunghe di un corridoio dalle porte uguali per individuare una segreta liturgia da dire. . È forse l’esistere profondo di una sembianza nuda, come una polverina per il mal di testa dentro un bicchiere pieno di sussurri. .. *** . Il mio viaggio . Ho bisogno di mettermi in viaggio fino alle fonti dell’inverno, là dove nasce la fatica di morire appena si fa giorno. E vorrei che questo viaggio fosse cominciato proprio l’altro ieri, quando gli uccelli si alzarono in volo e indifferenti attraversarono il solco dei miei occhi. Sarà, il mio, un viaggio di silenzio, sarà come un pellegrinaggio. Andrò in ginocchio, avanzando piano. E tutto ciò che mi sarà dato di vedere sul mio cammino dimezzato sarà come comprato, come mio. E fino a meta non dirò parola. Tutto conserverò fino all’arrivo quando rimetterò per terra il mio bastone e lieve mi alzerò di nuovo in volo come facevano gli uccelli proprio l’altro ieri. . *** . Oggi ti porto un regalo . E io scorro, così poco attento alla vita di questa fluida tangenziale, io scorro, zitto come quest’aria di marmo appoggiata su imperiali distese di brina. . E la brina è una zazzera bianca sopra i primi pensieri del giorno, è l’avanzo d’una notte che smonta dai campi incrinati da un treno. . Ed il treno è un assenso ghiacciato che m’incrocia sul cavalcavia dove attacco un pensiero, una voce per la te che m’ingravida il cuore. . E il mio cuore, lo sento passare sotto il cielo appena disfatto dove un velo di giorno s’accende dove quasi la luce bisbiglia . e la te che c’è in me si dimena. .
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Roberto Uberti, milanese classe 1961, vive tra Milano e Bologna. Si occupa di formazione del personale e di comunicazione interna in un gruppo assicurativo-bancario. Scrive poesia da sempre, per passione.
Nel suo sito internet (www.robertouberti.it) è possibile leggere le “poesie al minuto”, ossia brevi componimenti poetici che vengono generati casualmente ogni minuto da un’applicazione software che si incarica di combinare opportunamente tra loro svariati “atomi sintattici” e ricavarne poemi di senso auspicabilmente compiuto.
Con la silloge “Pensieri, mugugni e dialoghi di Pegaso” ha vinto, nel 2010, la quinta edizione del concorso poetico nazionale “Emilio Gay”, patrocinato dalla Regione Piemonte.
Questo libro costituisce il suo debutto editoriale.

11 risposte a “Novità editoriali: Urgimi addosso – di Roberto Uberti, Casa Ed. L’arcolaio – Pref. a cura di Silvia Comoglio (post di Natàlia Castaldi)”
delle poesie segnalate mi piace “il mio viaggio”, le altre non saprei…
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leggo Roberto in rete ormai da più di un anno, le sue “poesie al minuto”, i suoi “biglietti da svisita” e le poesie, ovviamente.
Il libro è “in viaggio” verso casa mia, quindi ancora non posso tracciarne un giudizio complessivo, ma questi testi sono un buon “aperitivo”.
Roberto ha una padronanza del mezzo poetico matura e completa, davvero da leggere e scoprire. Poi, è un “appartato”, uno schivo, un “lavoratore solitario”…
tra tanti miraggi di “bassa poesia”, merita di essere “scoperto”.
;) ti regalerò il suo libro Gianni.
n.
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naturlamente merita altrimenti non l’avresti proposto. Il fatto che sia schivo è un punto a suo favore. :-)
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Roberto propone una scrittura sospesa fra il senso compiuto e il senso teorico della sperimentazione tecnologico-informatica. Secondo il mio punto di vista egli, attraverso la costruzione in vitro del verso, riesce a tirar fuori la parte cardiaca del significato e del significante. Già di per sé, questa sua ricerca appare ai miei occhi meritevole di essere data alla gente.
Un caro saluto da Gianfranco
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Ciao Gianfranco, un piacere incontrarti qui. sei l’unico editore che segue i libri nei loro viaggi in rete. questo ti fa onore.
condivido il tuo commento sul lavoro di Roberto, che però -tengo a precisare che- va ben oltre la sperimentazione “tecnologico-informatica”, giacché alla base di essa c’è – e non potrebbe funzionare diversamente – un lavoro di studio e comprensione del “mezzo parola” e delle sue possibili “intersezioni” tale, da potersi permettere di “giocare” con essa.
un caro “in bocca al lupo” a te come Editore ed a Roberto per questo suo felice esordio.
nc
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E’ inebriante la lettura dei versi di Roberto Uberti: dapprima sei rapita dalla bellezza onomatopeica dei neologismi, poi dalla novità delle “parolelegate” e dal ritmo perfetto con cui danzano; infine dal senso profondo nel descrivere il quotidiano come avesse uno spessore tattile e se ne potesse percepire l’odore e toccarne la materia.
Ritmo, neologismi, parolegate e prodigi semantici: la loro squisita, sapiente, consapevole e apparente levità disvela la bruciante tensione, il desiderio quasi fisico, che permea la poetica di Roberto: la curiosità di conoscere e sperimentare gli anfratti più reconditi della parola, l’ansia di coglierne significati profondi e “stupefacenti”.
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Annalisa, sottoscrivo ogni tua parola, e benvenuta.
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per acquistare il libro online, potete seguire questo link
ancora grazie a tutti per l’attenzione.
http://82.85.103.115/Arcolaio/
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Roberto ama giocare con le parole, il lessico e i costrutti linguistici in generale. La lingua è la sua compagna di giochi preferita, a volte la sua unica e vera compagna. Per questo il filo conduttore, quello più “spesso” e visibile a occhio nudo, che lega tra loro le poesie di questa raccolta è sicuramente quello della ricerca e della sperimentazione linguistica. C’è poi un filo più sottile, a mio avviso, che è quello della “natura del senso di vuoto” che l’autore hai sperimentato e sperimenta quotidianamente che gli fa intuire la necessità di aver bisogno di “un qualcosa in più” che ha ben poco a che vedere con ciò che è materiale. Questo “qualcosa in più” è un percorso di “ricerca di sé” attraverso “l’altro da sè”, una ricerca che vuole capire se è vero che l’essere umano possiede al proiprio interno un serbatoio di bellezza, innocenza, curiosità e vitalità a cui attingere.
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Tre grazie.
Grazie davvero di cuore a coloro che, passando per questo post, hanno scelto non solo di leggere ma anche di offrire il proprio contributo; grazie pure a coloro che sono passati di qui limitandosi a leggere.
A Natàlia il grazie maggiore anche per l’ospitalità.
ru
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è arrivato il libro!! doppio grazie a te. e a presto. (a vele piene, Roberto!)
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