E’ di oggi l’affermazione di Letta, http://www.ilgiornale.it/interni/letta_sacrifici_tutti_lappello_napolitano/25-05-2010/articolo-id=447856-page=0-comments=1, riguarda la manovra per produrre ulteriori sacrifici senza per questo innescare alcuna ripresa, perchè il problema non ha la minuscola ampiezza della visione limitata degli economisti,non si risolve con questo genere di tagli e taglieggiamenti, soprattuto all’educazione, ma ha proporzioni ben più vaste,richiede scelte ben più mirate. Non sarà certo aumentando la produzione di auto che vanno ancora a idrocarburi che si sanerà la situazione attuale. Non è il danaro il problema fondamentale ma la salute del pianeta, in questi tempi, devastato da inquinamenti che non si riesce a tenere sotto controllo e avranno pesanti ripercussioni . Non è solo l’inquinamento da petrolio ma l’ideologia connessa che si deve sanare, si deve cambiare direzione altrimenti sarà impossibile uscire dal vortice. Non quartieri, ma foreste, non acquarium, ma il risanamento degli oceani, ci sarà necessità di biologi più che di ingegneri ed economisti,si devono trovare sistemi per il risanamento della poverissime aree della terra,non si può continuare con l’assillo della fame da un lato e la dispersione delle risorse dall’altro.
f.f

15 risposte a “Manovra da due soldi per andare alla fine del secchio.”
non posso che essere d’accordo.
grazie, n.
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ormai è da lamento greco,ma si deve uscirne, non si può obbedire a falsi specialisti che continuano a speculare fino all’ultima boccata il respiro degli altri. Devono imparare che quando dicono Mors tua est vita mea stanno sbagliando:devono metterselo bene davanti agli occhi il paradigma è: MORS TUA EST MORS MEA, e questo in qualunque parte ci si trovi. Smantellare la ricerca, lo studio, non significa uscire dai problemi,Il consumo sconsiderato, questo è il fallimentare processo per una bancarotta assicurata, ma ciò che mancherà è vitale per tutti.f
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è così Ferni, esattamente come stai dicendo tu e pensando io. …
ma sono pessimista, non vedo luce …e credo che presto faranno in modo che le poche voci che parlano e dicono, tacciano… gia!
un abbraccio.
n.
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ma perchè la gente non si sveglia? Di cosa ha paura?Che cosa ha paura di perdere? NON STA GIA’ PERDENDO IL FUTURO?COMUNQUE A QUANTO PARE SIAMO SOLO NOI DUE SULL’ORLO DEL CAPPIO.CIAO,GRAZIE FERNI
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quanto al congelamento degli stipendi degli statali sarebbe da mettere in confronto con la porposta del ministro delle semplificazioni che semplifica molto il contributo dei ministri dicendo che dovrebbero rinunciare a tre mensilità di stipendio.Ma quante volte pensano di potreci prendere per il sedere?Il congelamento dello stipendio degli statali dal 2009 al 2013 gli garantisce il loro sberleffo?
CONTRATTO STATALI: NESSUN AUMENTO RETRIBUTIVO OLTRE IL 3, 2% –330 MLN A SCUOLE PRIVATE PER 2011-2012
Pubblicato da orizzontedocenti su 25 maggio 2010
Il contratto dei lavoratori pubblici non potra’ prevedere un aumento retributivo superiore al 3,2%.
E’ una delle misure della manovra, secondo quanto illustrato dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti alla Consulta economica del Pdl. In particolare, il riferimento e’ al biennio 2008-2009. Altre misure di risparmio riguardano l’estensione per altri due anni del blocco della limitazione del turn over, e la limitazione di avvalersi da parte delle pa di personale a tempo determianto o con convenzioni ovvero con contratti di collaborazione coordinata e conitnuativa. (Agi) .
330 MLN A SCUOLE PRIVATE PER 2011-2012
Nuovi finanziamenti anche alla scuola privata paritaria che potra’ contare su 330 milioni per il biennio 2011-2012 (130 milioni il primo anno e 200 il secondo anno). Per la fornitura dei libri di testo gratuiti la manovra stanzia 103 milioni per il 2011 e altrettanti per il 2012. (Asca)
PER STATALI E DIRIGENTI STIPENDI CONGELATI FINO A 2013 Fino al 2013, ci sara’ un congelamento degli stipendi degli statali e dei dirigenti: e’ questa, a quanto si apprende, una delle misure della bozza della manovra 2011-2012. Secondo il provvedimento, gli stipendi resteranno cosi’ fermi ai livelli del 2009. La bozza infatti prevede che per il 2010, il 2011, il 2012 e il 2013 i trattamenti dei singoli dipendenti, anche dirigenti, saranno corrisposti ai livelli del 2009. Non solo, ma i redditi dei dirigenti avranno un’ulteriore decurtazione nella parte eccedente i 90 mila euro.
MINISTRI E PARLAMENTARI, TAGLI 10% SOPRA 80MILA EURO Un taglio del 10% agli stipendi di ministri e parlamentari che eccedono la quota di 80 mila euro l’anno. E’ questo, secondo quanto si apprende, una delle misure previste dalla bozza della manovra 2011-2012.
ANZIANITA’ 2011, FINESTRA SLITTA A 1/7 2012 I lavoratori che nel 2011 avranno maturato un’anzianita’ contributiva inferiore ai 40 anni e vorranno accedere alla pensione d’anzianita’, andranno a riposo il 1 luglio 2012. E’ una delle misure della bozza della manovra.
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siamo un paese di cerebrolesi, addormentati, sgualciti davanti ai televisori… un lavaggio del cervello obnebulante che dura da 35 anni almeno… i risultati sono questi
un’azione politica iniziata quando neanche si pensava, quando neanche si supponeva e che ha radicalmente sradicato ogni concetto e consapevolezza di diritto e dovere civile da questa itaglietta alla deriva.
due anni fa scrissi “la società muore il giorno in cui smette di avere coscienza del diritto e del dovere, dovere di esercitare il proprio diritto davanti al poetere”
… la società come collettività è morta, senza estrema unzione.
Amen.
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allora che ognuno si cerchi una tana
e rovesci il capo con la coda
lasci la festa al passato e pensi alla sua rovina
non alzi la voce
mai più non la alzi
e senza più parole
che non sono necessarie
gratti dalla terra fattasi veleno
i pochi semi da inghiottire
ciò che gli basta
ciò che basta per sé solo
e che cadano i giorni muoiano nei tanti segni di croce
in un lungo calvario di analfabeti
dove estate e inverno non saranno che zeri
Non più le stagioni si succederanno
non fiori nè canti nè poesia
ma una sola impietosa spaccata
voragine dentro la bocca del caos
dove sparire
senza più traccia.
f.
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IN BIANCO E NERO
È inutile come il mattino dopo un sonno senza riposo
rincorrere l’ombra d’un sentiero di cipressi lividi
infilando perline ad una collana spezzata
intorno al collo della negligenza.
Succube di parole morte nella notte senza afa
la fede spezzata in un crocicchio di quesiti
senza attese si deforma
nello specchio di mille maschere di zucchero e sale.
***
– Se la luce è trasparenza a cosa serve questa patina dorata?
***
In bianco e nero amo guardare il vero delle cose
nel grigio smorto delle nebbie
al camminare degli scarponi antinfortunio
detratti a rate dallo stipendio aziendale.
***
Alle cinque cantava la sirena il richiamo delle anime
che evaporavano odori di letto e figli.
La osservavo passare in fretta e sognavo un avvenire
che mi facesse ricordare il suo nome:
ma una mano scrisse una legge, poi perì nel sangue.
***
– Nessuna luce ancóra è degna dei colori del reale
***
Si mischiano le pelli dei sottopagati
nel sudore appeso a mezz’aria dal suolo
senza funi
né ripari.
Cartellini da timbrare con contratto interinale
e domani un nuovo mestiere per bestiario di pretese.
***
La preghiera del padre si disegna agli angoli d’una bocca da sfamare
nei crampi d’uno stomaco vuoto d’amore
che brama leccornie da consumare in fretta
per mondare gli interstizi dei denti dagli avanzi di fragole mature,
lievi come il mulinare del vento per un marinaio nato in camicia
che mille lidi attraversa sempre appeso alla sua rammendata tela
che perde il tempo dalle toppe dei suoi miseri inganni.
nc
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c’è gente di cui nessuno dice
lei per esempio
si spacca la schiena
ogni giorno sulle scale della questura
a pulire il fango che gli altri ci depositano
e sono anni che lei gratta e lava
per una paga che è lusso di miseria.
Lei quella mattina
aveva fatto il letto
e come ogni giorno
era uscita
in bicicletta non si era fermata
era andata diretta alla scalata maggiore
aveva appoggiato il manubrio sulla ringhiera e
senza un pensiero s’era tuffata
Più in basso un registro di cemento liscio e lucido
aveva accolta per intero la sua firma di presenza.
*
e per ogni costola rotta ti regalo un uccellino che canta
per ogni giorno che non avrai da mangiare un miglio di strada
corri corri fino a perdere il fiato
non è lontana l’ombra dentro cui dimenticarti
che questa vita ha solo pene e le tue piume non bastavano a salvarti
*
come può ancora così verde farsi primavera
il naturale scorrere del tempo?
come può chiederci d’essere felici se maturando noi
non avremo altre stagioni se non quella
nera voragine in cui non saremo futuri.
*
ho piantato tutti i suoni della voce
in un piccolo orto
ma gli uccelli
li hanno scambiati per semi o radici
e
non è fiorito più alcun fiore
E’ stato così che dentro il silenzio
ho rimesso il cuore
ma non è uscito altro che una talpa
cieca e sorda e non mi ha riconosciuta
quando sfiorandola le ho scritto il nome sulla schiena.
f.f.
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e lei un giorno si è laureata
era partita per acculturarsi al nord
poi è tornata incatenata
dal desiderio di un amore
ora lavora in uno di quei bordelli autorizzati
che chiamano call-center
ché in italiano non si saprebbe come definirli
quei luoghi che reclutano anime davanti a uno schermo
con un paio di cuffie strette in cui raccogliere gli insulti della gente
lei telefona ai debitori
ha un mandato speciale per contattare
chi non paga le rate ad una società di strozzinaggio ormai legale
telefona e piange in silenzio
a dover minacciare le persone che hanno perso il lavoro
e non possono più pagare
del resto le si fa notare che anche la sua provvigione
dipende da quel cattivo pagatore
e deve urlare come in una guerra di rane contro topi
deve urlare e minacciare perché quel tizio vada a pagare
….
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oltre non vedo nemmeno me stesso
mi sono abituato a scavalcarmi
oltre non c’è nemmeno una lampada da accendere
la mia è una cecità profonda
*
sto guardando da giorni le mie rose
hanno iniziato con le spine ad aggrapparsi alla luce
poi di nascosto dagli insetti che già
avevano annusato l’odore della sua carne
aveva messo nodi qua e là
spartendo i boccioli
come se sapesse
dentro quel suo lume vegetale
come sopravvivere
come dare a quei cesari qualcosa e
alla bellezza i petali da sposa.
Non se ne vantava
la rosa in mezzo al mazzo in cui l’avevo colta
ma di profumo m’inondava ridendo
fino a morirne.
*
ancora dura la lezione
quando mi affaccio alla finestra
sta inclinato il giorno
fino al pendio della notte e poi
dalle sale dell’alba raggiunge il primato
in un vertice qualunque del cielo
Non c’è retta distanza né steccati recintano
il suo andare
libera a disperdere le ombre nate
dentro la sua conca di silenzio.
*
tutto sta
in questo immobile
co(n)dominio di pianeti e piane
stelle impalmate dal labirinto del vuoto.
Noi in queste pietre
polveri tra le altre
una rotazione minima
nella rivoluzione delle galassie
f.f.
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dentro questa cruna d’ago
magnetico è il mio parlarti e il tuo
ribatte e
ribattezza dentro la bocca
di un grave parlato
quel noi che sembrava disperso.
Sull’agave spinosa
un alfabeto acuto spina
dalle vertebre verità tangibili
l’osso riprende consistenza
il midollo non si duole del suo liquido
e argento dispone per un conio nuovo
*
quando alla frana trovarono i nostri corpi
dissero che indossavamo solo un silenzio
sotto gli abiti i necrofori trovarono semi
erano le ultime parole sfuggite al nubifragio
ma non le capirono così le gettarono
dall’aria le raccolse un’ape e il vento le trasferì ancora
più lontano oltre il mare persino oltre l’orizzonte
Si depositarono nel gorgo profondo della notte
e da allora aspettano aspettano ancora
che una nuova creazione le richiami
*
La bestia ha spinto il suo muso dentro la mia carne
non avevo fiato per urlare il mio dolore
Quando ha piantato le sue zanne fino all’osso
non avevo in me nemmeno un filo di vita
Dopo avermi sbranata
fino al bulbo dell’occhio
non potei vedere
nemmeno la mia sepoltura.
Per scrivere l’assenza qualcuno ha fatto un rigo
e dentro ha messo la mia terra.
f.f.
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[…] possibile, perchè se ne vede il seme. Il percorso è rintracciabile per la lettura nel blog: https://poetarumsilva.wordpress.com/2010/05/25/manovra-da-due-soldi-per-andare-alla-fine-del-secchio/ […]
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ASSISI
Ci hanno messi a sedere
sul ciglio della strada
occhi contro occhi
asciutti
anestesia a ore
la televisione fagocita idee
non resta che ammirare
i pochi fiori piantati nell’orto
prima che li congelino
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