Oggi ascoltiamo Elia, l’unico a possedere un nome (profetico)…
Una rubrica di Francesco Marangi
Le colonne dei templi e delle chiese consacrate crolleranno rovinosamente, le cupole delle sinagoghe e i minareti delle moschee rimarranno schiacciati fra scaglie esplose di altri pianeti, meteore, comete di fuoco e di ghiaccio. E le acque si apriranno in voragini, spalancando gli abissi sconosciuti, immensi spazi desertici, chiusi nel silenzio per milioni di anni. E potremo ammirare le grotte dove riposano le sirene, e i nascondigli dei grandi calamari e gli scheletri di cetacei innominabili, e respireremo a fatica, perché l’aria sarà densa e umida, sospesa in gocce cristalline, illuminate da una luce insopportabile. Dio finalmente, sceso sulla terra in tutta la sua potenza. Abbiamo ancora tempo per pregare nostro Signore, inginocchiarci e chiedere perdono per i nostri peccati, salvare i primogeniti, chiedere l’assoluzione e goderci la vista delle fiamme purificatrici che avvolgeranno le nostre carni. Abbiamo ancora tempo per leggere l’Antico Testamento e disperare, e gioire della nostra disperazione, gioire e baciarci l’un l’altro, sotto macerie di castelli, in mezzo a roghi di libri mai scritti.
Invoco per noi tutti il castigo, le piaghe d’Egitto, anime perdute, è arrivato il giorno del giudizio. Abbandonate le case e i campi, abbandonate i palazzi di vetro e acciaio, simbolo della nostra superbia, abbandonate gli stadi e le piattaforme petrolifere, posate le mazze e i martelli, non è più tempo di costruire, non è più tempo di distruggere, siamo nelle mani di Dio. Mettetevi in fila uno dietro l’altro, nudi come siete venuti al mondo, uomini donne vecchi e bambini, poveri e ricchi, camminate in fila, a testa china, guardando i vostri piedi sanguinanti e la schiena, curva per la fatica, di quelli che vi precedono, e l’ombra totale che i vostri corpi, vicini nella marcia, disegnano sul selciato. Qualcuno conosce la via da seguire, anche se è rimasta nascosta a lungo, sotto eriche e rampicanti, fra boschi secolari e ruscelli e colate di fango. È il tempo della fede e degli adii, delle promesse non mantenute. L’odio e la vergogna dei popoli cancellati in un istante. Pensate alle vostre coscienze, a coloro che vi amano e a coloro che avete amato, presto saremo tutti insieme, a miliardi, spogliati delle nostre vesti terrene ci godremo come un’unica anima immensa, che respira e scorre fra stelle estinte, verso altre galassie, cercando un nuovo mondo, dove ricominciare dal principio.
In copertina: Beato Angelico, Gerusalemme, 1437-1440

