Al termine del saggio
le bambine si inchinarono
e le mani batterono forte
accendendo nell’aria la polvere
che esplodeva in invisibili fuochi.
Al rientro si camminava a braccetto
lo sguardo qualche passo più avanti
e i piccoli che sciamavano attorno gridando ce l’hai.
Era stato un anno tranquillo
così sereno che tutti erano felici
ma non senza ombra e a denti stretti
nel timore che la sorte
reclamasse all’improvviso
la sua quota di dolore.


2 risposte a “L’ATTESA”
Mi fa pensare a tempi andati, ma è una notazione personale. Piana, senza spigoli. Bella la chiusa…
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a volte ci vediamo bambini
non sono ricordi è il presente che porta ad “attendere” in luoghi tranquilli prima di aprire la finestra e lasciar passare la “solita quota”
piaciuta, grazie
Elina
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